di Paolo Pagliaro
Nella stagione del suprematismo digitale, e di una certa sua arroganza, ci sono segnali confortanti di una rivincita dell’analogico. E’ un fenomeno evidente in vari settori, come la musica e la fotografia, dove sono tornati di moda i vinili e le pellicole. La nostalgia per esperienze tattili, concrete, e la ricerca di autenticità forse spiegano perché sta tornando di moda anche la carta.
A 53 anni dalla sua ultima pubblicazione è rinata la storica rivista edita dalla Biennale di Venezia. Quando vide la luce, nel 1948, la rivista si presentava come un oggetto raffinato, molto curata dal punto di vista editoriale, con immagini ricercate e collaborazioni illustri. Poi il Sessantotto impose nuovi paradigmi e poco dopo quell’esperienza si concluse.
Ora il cammino riprende grazie a Pietrangelo Buttafuoco, nuovo presidente della Biennale, e a Debora Rossi, responsabile dell’archivio storico. Il primo nunero del nuovo trimestrate, diretto da Luigi Mascheroni, è una monografia dedicata all’acqua – tema “costituzionalmente” veneziano e qui riletto allla luce delle discipline proprie della Biennale: arti visive, architettura, danza, musica, teatro, cinema - ma anche scienze, letteratura e moda. Tra pochi giorni sarà nelle librerie il nuovo numero, questa volta dedicato all’Archivio.
A un pubblico esigente è rivolto anche il rilancio di un’altra storica rivista culturale, l’Indice dei Libri del Mese, che ora ha una nuova proprietà e punta ad aggregare i lettori con una rete di club ospitati dalle librerie indipendenti. Ne sono nati già sette a Padova, Torino, Trento, Lecce, Napoli, Como, Genova e stanno arrivando quelli di Alessandria e Trieste.