Roma, 13 feb - Maysoon Majidi, attivista e regista curdo-iraniana, è libera dopo quasi un anno, assolta da poche settimane dall'accusa di scafismo. E in una conferenza stampa alla Camera racconta come ha vissuto l’ingiusto purgatorio toccatele dopo essere scappata dal regime di Teheran. “In quei 302 giorni che ho passato in carcere più i mesi che sono stata fuori dal carcere in attesa del verdetto finale ho sempre cercato di avere fiducia nella giustizia e mi dicevo che sono in un Paese dove ancora la democrazia e rispetto dei diritti umani sono un pilastro”. Tutta colpa, come spiegato da Laura Boldrini del Partito democratico, Marco Grimaldi di Avs e Riccardo Noury di Amnesty International, dell’articolo 12 del Testo Unico Immigrazione che equipara chi aiuta a bordo di un barcone, pur facendo parte dei migranti in fuga, ai trafficanti di esseri, e alla stretta operata dal decreto Cutro: in questa trappola sono cadute a oggi oltre mille persone attualmente in carcere con le stesse accuse da cui Maysoon Majidi è stata prosciolta. Boldrini, in conferenza stampa, ha auspicato che la premier Meloni incontri l’attivista iraniana per comprendere, e Maysoon si dice pronta: “Dal momento che sono uscita dal carcere e che sono stata prosciolta non ho neanche dormito, non faccio altro che parlare di questo articolo del decreto Cutro. Perché penso che sia una missione da esseri umani. Tutti noi dobbiamo far sì che i rifugiati che scappano dai paesi come il mio e tanti altri, dove ci sono i popoli oppressi e cercano un posto sicuro, vedano rispettati i propri diritti, perciò sono disposta a fare di tutto per questo motivo”.
(PO / Sis)
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