Lo scorso 24 febbraio, organizzata grazie alla cortese disponibilità dell’Ambasciata d’Italia in Berna, si è svolta online una riunione con il Consigliere d’Ambasciata Filippo Romano, Capo dell’Ufficio V della Direzione Generale per la Diplomazia Pubblica e Culturale. L’intento, quello di comprendere l’effettiva natura delle criticità che da anni sono andate evidenziandosi nell’organizzazione e nella gestione in Svizzera dei Corsi di lingua e cultura italiana, segnatamente per quanto attiene il ruolo e la funzione degli Enti gestori oggi definiti promotori.
“La conclusione della riunione – fanno sapere con una nota i Consiglieri CGIE Svizzera Barbara Sorce, Toni Ricciardi, Roger Nesti, Giuseppe Rauseo, Carmelo Vaccaro e Giangi Cretti - ha lasciato irrisolte questioni annose o contingenti, legate alla carenza di risorse finanziarie, ai tempi di erogazione dei contributi o all’andamento del cambio, che, per ragioni puramente aritmetiche, penalizza chi opera in un contesto a moneta forte come la Svizzera. La riunione ha consentito di chiarire in modo inequivocabile, che l’utilizzo della piattaforma Spaggiari, per l’iscrizione e la conseguente gestione dei dati, è una pratica che riguarda esclusivamente i Corsi erogati nella Confederazione. Nulla più che uno strumento organizzativo, non prescritto da una disposizione normativa. Dopo 3 anni di sperimentazione, duranti i quali sono stati puntualmente portati a conoscenza delle autorità competenti i limiti oggettivi del ricorso a tale pratica, l’incontro con il Consigliere Romano ha consentito di appurare che l’attuale utilizzo della piattaforma complichi de facto il lavoro degli enti, che non hanno accesso diretto ai dati degli iscritti ai corsi, ma ricevono su richiesta unicamente liste estratte dalla piattaforma che necessitano di essere faticosamente rielaborate. In nessun modo abdicando alla necessaria, prim’ancora che legittima, funzione di controllo che spetta all’Amministrazione, risulta evidente – sottolineano i Consiglieri del CGIE Svizzera - che le potenzialità gestionali offerte dalla piattaforma possono rivelarsi effettivamente utili e proficue solamente se l’accesso ai dati è condiviso, per le zone di loro competenza, con gli Enti. Così non fosse, è del tutto evidente che l’utilizzo della piattaforma oltre ad esautorare gli Enti da una naturale loro funzione amministrativa, anziché alleviare ne appesantisce l’operatività. I Consiglieri del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero (CGIE) residenti in Svizzera, - conclude la nota - sensibili a questa tematica su cui sono stati chiamati a esprimere il proprio parere in diverse occasioni, auspicano una soluzione definitiva e accettabile nel breve termine, con l'obiettivo di garantire equanimità nei corsi di italiano in Svizzera”. (red EMG)
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