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direttore Paolo Pagliaro

Ascesa e caduta
di uno scienziato
squinternato

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

 Ascesa e caduta <br> di uno scienziato <br> squinternato

Vita avventurosa e finale inglorioso di Charles-Édouard Brown-Séquard, medico, neurologo, endocrinologo ante litteram, luminare a lungo rispettato tra America ed Europa, autore di molte e importanti scoperte, e infine propugnatore di una presunta «miracolosa» soluzione acquosa per il rinvigorimento in età senile. La storia dell’incredibile ascesa e del rovinoso declino di un medico dell’Ottocento, in un momento in cui dalla medicina ci si poteva aspettare di tutto, raccontata nel libro di Silvia Bencivelli “Tre colpi di genio e una pessima idea. Ascesa e caduta di uno scienziato squinternato” (Bollati Boringhieri).     

Di Charles-Édouard Brown-Séquard (1817-1894) si sa poco, benché sia stato uno dei padri riconosciuti dell’endocrinologia e un pioniere delle neuroscienze, e nonostante in clinica si usi ancora il suo nome per riferirsi a una precisa sindrome neurologica. Al suo apogeo fu senza dubbio uno dei medici più famosi e influenti del mondo, uno di quelli che in condizioni normali avrebbe ottenuto mezzi busti in bronzo nelle piazze delle città di tre continenti. E invece su di lui è calato un silenzio imbarazzato. Nativo di Mauritius, cittadino britannico di cultura francese, Brown-Séquard era un uomo a dir poco inquieto. Ventenne va in Francia per tentare la carriera letteraria, ma finisce per studiare medicina e costruirsi una carriera importante. Attraversa l’Atlantico ben sessantasei volte, sempre alla ricerca del luogo migliore in cui sviluppare le proprie ricerche, scala a fatica i gradini di un’accademia a lui sempre un po’ ostile, fino a quando torna a Parigi, dove finalmente riesce a ottenere la cittadinanza francese e a diventare professore. E proprio allora, nel 1889, compie il suo grande passo falso. Dopo aver dato contributi fondamentali alla nascente neurologia e dopo aver intuito tra i primi l’esistenza degli ormoni, si presenta infatti alla Société de Biologie annunciando la scoperta di un «fluido miracoloso» a base di testicoli di cane, sostenendo di essersene iniettato dieci dosi e di essere tornato forte come un ragazzino. A dimostrarlo, il fiotto di urina, rinvigorito e potente come un tempo. Non aggiunge altro, ma per tutti il sottinteso pruriginoso è solo un passo più in là. A credergli, inizialmente, non sono in pochi (persino Émile Zola e Louis Pasteur fanno uso del suo fluido portentoso), ma poi la scienza fa il suo corso, procede per vie sperimentali, e a prevalere è il ridicolo sul magico. Si decreta così la fine – ingiusta, in fondo – della reputazione di uno scienziato eccezionale, che Silvia Bencivelli ci riconsegna, vivido e irrequieto, in queste pagine.

 

Silvia Bencivelli si è laureata in Medicina e in seguito si è perfezionata in Comunicazione della scienza alla Sissa di Trieste. Voce autorevole della divulgazione scientifica italiana, è sicuramente una delle firme di riferimento del settore ed è attiva con podcast e programmi radiofonici e televisivi. Tra le sue pubblicazioni recenti, Il mistero del gatto Asclepio (2024), Il dubbio e il desiderio. Eva Mameli Calvino (2023), Sospettosi. Noi e i nostri dubbi sulla scienza (2019), Le mie amiche streghe (2017) e Perché ci piace la musica. Orecchio, emozione, evoluzione (2015). Per Bollati Boringhieri ha pubblicato Eroica, folle e visionaria. Storie di medicina spericolata (2023), Premio Nazionale di Divulgazione Scientifica Giancarlo Dosi 2024.

 

 

 

“LA SIGNORA DAI 100 CAPELLI”, VITA MARIA LAURA ANNIBALI PER DIRITTI LGBT+

 "La Signora dai cento cappelli" (Edizioni Croce) è il libro in cui Antonella Giordano traccia un inedito profilo di Maria Laura Annibali. L’opera, presentata qualche giorno fa in Senato su iniziativa della vicepresidente Mariolina Castellone, trae ispirazione dall’incontro tra la protagonista, attivista e presidente del Di’Gay Project e l’autrice. Antonella Giordano incoraggia la Annibali a raccontarsi, svelando i lati più inediti del suo vissuto, le esperienze relazionali e culturali in cui si è radicato l’impegno politico-sociale che la rende nota e stimata paladina in difesa dei diritti Lgbt+, sia in Italia che all’estero. È così che la narrazione sul filo della memoria, anche di avvenimenti che hanno segnato profondamente la storia dal dopoguerra a oggi, diviene per l’autrice occasione dialettica per un’analisi critica dei contesti e motivo anche per intervistare autorevoli personaggi del mondo della politica e della Cultura che, con la loro testimonianza, rendono ancora più interessante la personalità e stimabile l’impegno della signora dai cento cappelli. "Più che una storia - spiega Antonella Giordano - è un saggio biografico, perché prendo spunto dal vissuto di questa donna per tracciare una contestualizzazione storica che ha visto il nostro Paese risorgere da una dittatura e poi attraverso percorsi ondivaghi arrivare alla storia di oggi. L'obiettivo è stato quello di narrare, attraverso l'esperienza di Maria Laura, la consapevolezza che assume una donna, che possiamo definire comune, e che la spinge all'impegno e all'attivismo. Su questi presupposti abbiamo riconosciuto la nostra affinità elettiva, un impegno nell'altruità". "Una parola per riassumere la mia vita? 'Combattente' - afferma Maria Laura Annibali - Come nel finale della Turandot, 'vincerò, vinceremo'. Sono credente, finché avrò un respiro sono sempre pronta per lottare per i nostri diritti, anche quelli già acquisiti, che abbiamo paura di perdere. Quindi, 'combattente'". (PO / Roc) ////

 

TOTI SCIALOJA, “SGUARDI E BATTAGLIE”

 

Edito da Succedeoggi libri e attualmente disponibile nelle principali librerie e piattaforme online, “Sguardi e battaglie. La critica d’arte nei saggi di ‘Mercurio’” è un volume che offre uno sguardo raro e poco conosciuto su Toti Scialoja, raffinato intellettuale e grande protagonista della pittura astratta del Novecento. Curato da Arnaldo Colasanti, con le note di Onofrio Nuzzolese, il libro raccoglie gli scritti critici che Scialoja pubblicò su "Mercurio", il celebre mensile fondato da Alba de Céspedes negli anni immediatamente successivi alla Liberazione. Prima di affermarsi come pittore e poeta, Scialoja fu un acuto osservatore del panorama artistico italiano e internazionale. Attraverso le pagine della rivista, recensiva mostre, riscopriva maestri dimenticati e tracciava le linee di una nuova sensibilità artistica, segnando un passaggio cruciale dalla figurazione tradizionale all’astrazione. I suoi testi, vibranti e appassionati, raccontano l’urgenza di un’arte capace di dialogare con la realtà storica, tra slanci innovativi e il confronto con il passato. Negli scritti selezionati, in particolare, Scialoja si confronta con i grandi temi dell’arte del suo tempo, interrogandosi sugli effetti che vent’anni di dittatura hanno avuto sulla creatività e sul rapporto tra Arte e Potere. Analizza il concetto di Realismo, ponendosi domande sulla sua funzione e sui limiti della rappresentazione, e riflette sul legame tra espressione artistica e distruzione, indagando come la barbarie possa influenzare o persino generare nuove forme di linguaggio visivo. Attraverso il racconto di importanti artisti, sia italiani che internazionali, mette anche in luce le tensioni tra tradizione e innovazione, esplorando le evoluzioni della pittura e il dialogo tra avanguardia e memoria. Il suo sguardo si posa poi su figure chiave della modernità, restituendone la poetica e l’impatto nel panorama artistico. In queste pagine emerge anche il suo interesse per il rapporto tra movimento e forma pittorica, una sensibilità che lo accompagnerà per tutta la sua carriera. Il volume si rivela così una straordinaria testimonianza del fervore culturale del dopoguerra, tracciando un ritratto di un’epoca in trasformazione e di un artista che, prima ancora che pittore, fu un attento osservatore del mondo. Un'opera preziosa per studiosi, appassionati d’arte e lettori curiosi, che restituisce la vivacità di un periodo storico in cui la cultura italiana cercava di ridefinirsi in un contesto internazionale.

 

SHOLA VON REINHOLD, “I MANGIATORI DI LOTO”

La storia raccontata da Shola Von Reinhold nel volume “I mangiatori di Loto” (Wudz, traduzione di Cristina Casaburi) è quella di Mathilda, una giovane ragazza nera queer, appassionata di arte, letteratura, moda, che fatica a vivere in un’era storica – la nostra – che non la rappresenta. Attraverso diari, lettere e fotografie scopre i Bright Young Things, un gruppo di bohémien decadenti e disobbedienti che negli anni Venti e Trenta organizzavano feste raffinate e dionisiache. Inventando un cocktail di edonismo, androginia e amore queer, questo gruppo – insieme alle loro controparti del Bloomsbury Group – aveva iniziato a decostruire il patriarcato un secolo fa e sembra offrire a Mathilda una via di fuga dal presente, con tutte le sue barriere sociali e razziali. Quando però Mathilda troverà una foto che ritrae un’artista di colore presente, quasi di nascosto, a una di queste feste, inizierà un’indagine per rispondere alla domanda che la ossessiona da sempre: che ne è stato di tutta l’arte nera dei secoli passati? Di tutti gli artisti, poeti, pensatori neri di cui la storia ha voluto cancellare ogni traccia, ma che invece sono esistiti? Per scoprirlo, dovrà entrare nei meandri di una prestigiosa accademia e – superando ogni legge spaziotemporale – connettersi direttamente a loro. “Ciascun distacco mi avvicinava alla mia transizione, ciascun atto di fuga mi attirava verso la fonte sconosciuta di un dolore provato per la prima volta anni prima – un dolore che un giorno mi fece contorcere sul balcone di ringhiera nera di una torre grigia, teli bianchi appesi per riservatezza, un cielo verde rame che sembrava riflettersi altrove. Da qualche parte in Arcadia; forse in un giardino con persone affascinanti. […] L’idea era che sottraendosi agli elementi non essenziali della propria vita, qualunque essi fossero, ci si potesse avvicinare all’essenziale: una sublime sottrazione dal sé. Così passammo anni insieme decostruendoci in privato”. Shola Von Reinhold è un’artista e scrittrice scozzese. “I mangiatori di loto” è il suo primo romanzo, con cui ha vinto il Republic of Consciousness Prize e il James Tait Black Memorial Prize.

 

“PLAY”, VIAGGIO NELLA MUSICA CON MASSIMO BONELLI  

 

Il 5 marzo esce negli store digitali e nelle librerie “Play. Tutto quello che c’è da sapere sulla musica attuale. Gli artisti, l’industria, le tecnologie” (ROI Edizioni – 256 pp.) di Massimo Bonelli, produttore, manager e consulente musicale da oltre venticinque anni. “Play” si presenta come la guida definitiva dell’industria musicale italiana, un viaggio approfondito attraverso le dinamiche dell’industria e le tecnologie che permeano il panorama musicale contemporaneo. Massimo Bonelli, figura di riferimento nel mondo della musica italiana, è fondatore di iCompany e direttore artistico di eventi di rilievo nazionale come il Concerto del Primo Maggio di Roma (dal 2015), la rassegna Ciao dedicata a Lucio Dalla e il San Marino Song Contest. In questo libro condivide il suo vasto bagaglio di conoscenze esplorando le sfide e le opportunità del settore, analizzando il ruolo degli artisti, dei produttori, delle etichette discografiche e delle piattaforme digitali, offrendo spunti preziosi per appassionati, professionisti e aspiranti addetti ai lavori. Un lavoro di analisi durato anni, che racchiude ricerche, confronti con il mercato estero ed esperienze vissute in prima persona per spiegare come funziona la musica attuale.

(© 9Colonne - citare la fonte)