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direttore Paolo Pagliaro

IN UNA TELEFONATA
IL DESTINO DELL’UCRAINA

IN UNA TELEFONATA <BR> IL DESTINO DELL’UCRAINA

La conversazione telefonica tra i presidenti russo e statunitense Vladimir Putin e Donald Trump avrà luogo dalle 14 alle 16 ora italiana, ovvero dalle 16 alle 18 ora di Mosca. Lo ha reso noto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ribadendo che tra i due leader mondiale si sarebbe creata ormai “una certa intesa”. Peskov ha sottolineato che Putin e Trump “parleranno quanto riterranno necessario”. Inoltre, “Ci sono anche un gran numero di questioni riguardanti l'ulteriore normalizzazione delle nostre relazioni bilaterali” nonché “riguardo alla regolamentazione” della questione ucraina. “Tutto questo dovrà essere discusso dai due presidenti”. Non è previsto un punto stampa di Putin dopo i colloqui, ha aggiunto Peskov.

È il giorno della telefonata che potrebbe segnare un punto di svolta nel conflitto in Ucraina. Oggi il presidente americano Donald Trump tenterà di convincere l’omologo russo Vladimir Putin a sottoscrivere il suo piano di tregua, per il quale Mosca ha di fatto già posto delle condizioni ritenute inaccettabili da Kiev. Sia la Casa Bianca che il Cremlino hanno confermato l'attesissimo contatto, che sarebbe ufficialmente il secondo tra i due leader da quando il repubblicano è tornato al potere a gennaio. Sul tavolo c’è la proposta di un cessate il fuoco di 30 giorni, accettato la scorsa settimana dalla delegazione ucraina durante un incontro con gli alti rappresentanti statunitensi in Arabia Saudita. “Domani mattina parlerò con il presidente Putin della guerra in Ucraina”, ha scritto Trump sulla sua piattaforma Truth Social ieri. “Molti elementi dell'accordo finale sono stati concordati, ma molto resta” da negoziare, ha aggiunto. Il leader repubblicano, durante una visita a una sala concerti di Washington, ha affermato che uno dei suoi obiettivi è quello di “salvare i soldati ucraini che si trovano in una situazione molto brutta”.

“Non siamo mai stati così vicini a un accordo di pace”, ha affermato da parte sua a fine giornata la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, senza tuttavia escludere la possibilità di sanzioni da parte degli Stati Uniti contro la Russia se i colloqui non andranno come sperato. In attesa dell’annunciato colloquio telefonico tra i presidenti russo e americano, le diplomazie occidentali moltiplicano le loro dichiarazioni pro-Kiev. Da Londra il premier britannico Keir Starmer ha sottolineato che, qualora la tregua fosse decretata in Ucraina, la “coalizione dei volenterosi” disposti a partecipare attivamente al monitoraggio del cessate il fuoco potrebbe contare su più di 30 Paesi. “Si tratterà di una forza significativa, con un numero significativo di paesi che forniranno truppe e un gruppo più numeroso che contribuirà in altri modi” ha affermato l’inquilino di Downing Street, insistendo su tale strada nonostante le ripetute affermazioni del Cremlino, che si è dichiarato categoricamente contrario all'invio di soldati stranieri nel paese invaso dalle truppe di Mosca il 24 febbraio del 2022. Il piano, capeggiato da Regno Unito e Francia, è stato predisposto all'inizio di questo mese ed ha come obiettivo quello di sostenere qualsiasi cessate il fuoco nella guerra in Ucraina. Starmer aveva precedentemente affermato che il Regno Unito sarebbe disposto a sostenere il suo impegno con “stivali a terra e aerei in aria”.

Da parte sua invece nel corso di una visita ufficiale a Parigi il nuovo Primo Ministro canadese, Mark Carney (entrato in rotta di collisione con Trump su più di una questione, a cominciare dalla guerra dei dazi per continuare con le esternazioni del Tycoon relative a un ipotetico ingresso del Canada negli Usa), ha dichiarato la volontà di “rafforzare i legami con i nostri alleati affidabili in Europa” ribadendo, insieme al presidente francese Emmanuel Macron, il suo sostegno all'Ucraina. “Il Canada sarà sempre presente per garantire la sicurezza dell'Europa”, ha affermato Carney, sottolineando al contempo la comune “determinazione” a “mantenere le relazioni più positive possibili con gli Stati Uniti”. Francia e Canada auspicano una “pace solida e duratura, accompagnata da solide garanzie che proteggano l'Ucraina da qualsiasi nuova aggressione russa e garantiscano la sicurezza dell'intera Europa”, ha insistito il presidente francese. Carney, entrato in carica venerdì, ha inoltre avuto un colloquio con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e “lo ha invitato al vertice del G7 in Alberta a giugno” come annunciato da una portavoce del Ministero degli Affari Esteri canadese.  

Secondo il presidente francese, dopo che Zelensky “ha avuto il coraggio di accettare la proposta americana di un cessate il fuoco di trenta giorni”, la palla ora passa alla Russia, che deve “dimostrare di volere davvero la pace”.

“Basta con le morti. Basta con le vite distrutte. Basta con le devastazioni”, ha scritto il presidente francese, secondo cui “le armi devono tacere. Gli abusi e i sabotaggi devono cessare. I bambini ucraini deportati devono potersi riunire alle loro famiglie. Condizioni che spetta alla Russia soddisfare”, sottolinea l’inquilino dell’Eliseo.

Per il presidente francese, “dobbiamo ora procedere con tutti i nostri partner per presentare un piano di pace concreto. Un piano di pace che fornisca forti garanzie di sicurezza all'Ucraina. Un piano di pace che garantisca una pace duratura in Ucraina e in Europa. Un piano di pace che impedisca alla Russia di attaccare di nuovo”.

La parole di Macron tradiscono la paura che serpeggia a Kiev, ovvero quello di un accordo “già fatto” tra Usa e Russia da far accettare in un modo o nell’altro all’Ucraina. Ieri si era diffusa anche la notizia secondo la quale l'amministrazione Trump starebbe valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di qualsiasi accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev. Sarebbe stata anche discussa la possibilità che gli Stati Uniti sollecitino le Nazioni Unite a fare lo stesso. Insomma, non è escluso che il dialogo Trump-Putin si trasformi in una vera e propria doccia ghiacciata per Zelensky. (18 MAR - deg)

(© 9Colonne - citare la fonte)