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direttore Paolo Pagliaro

GIORNALISMO ITALIANO
QUALI PROSPETTIVE?

GIORNALISMO ITALIANO <BR> QUALI PROSPETTIVE?

Il Rapporto ‘Lo stato del giornalismo italiano’, realizzato dalla Fondazione Murialdi in collaborazione con il Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale della Sapienza, Inps, Inpgi, Ordine e Casagit, è stato presentato ieri a Palazzo Wedekind, offrendo un quadro aggiornato sulle condizioni della professione, le sfide economiche e previdenziali, e le prospettive per il futuro.

In apertura dell’evento, il presidente dell’Inps, Gabriele Fava (nella foto), ha sottolineato la necessità di rafforzare l’accesso dei giovani alla professione per garantire la tenuta del sistema previdenziale. “L’età media dei giornalisti sta avanzando e i giovani che entrano sono pochi, spesso con compensi non adeguati”, ha dichiarato Fava. “Dobbiamo ingaggiarli e sostenerli, affinché possano contribuire al sistema e garantire un futuro sostenibile per tutti”.

Per migliorare il dialogo con il settore, Fava ha annunciato l’apertura di un ufficio dedicato ai giornalisti presso l’Inps. “Se condividiamo questa progettualità e lavoriamo insieme, possiamo ottenere risultati concreti”, ha affermato. Ha inoltre evidenziato il ruolo cruciale dei giornalisti nell’educazione previdenziale: “Siete voi i primi a doverne parlare e ad essere coinvolti direttamente. La cultura previdenziale è la chiave per un sistema sostenibile”.

Il Rapporto ha messo in luce importanti disuguaglianze di genere nel settore. La pensione media annua dei giornalisti è pari a 61mila euro, ma il divario tra uomini e donne è netto: gli uomini percepiscono in media 71mila euro, mentre le donne 48mila euro. Il 57% delle pensioni è erogato a uomini e solo il 43% a donne, segno di una disparità accumulata nel corso della carriera lavorativa. Nelle pensioni di vecchiaia, l’importo medio annuo è di 68.665 euro per gli uomini e 51.895 euro per le donne.

Dal punto di vista occupazionale, il numero di giornalisti professionisti è leggermente diminuito nel 2023 (-1%), mentre è cresciuto del 5% il numero di pubblicisti e del 10% quello dei praticanti. L’età media della professione continua ad aumentare, con il 69% dei giornalisti over 60 che è di genere maschile.

Il presidente dell’Inpgi, Roberto Ginex, ha evidenziato la fragilità economica dei freelance e dei lavoratori con contratti precari: “Noi sappiamo che i freelance e i co.co.co. sono poco pagati e quindi versano pochi contributi, il che significa che in futuro avranno pensioni molto basse”. Per Ginex, l’unica soluzione è l’intervento della politica per garantire compensi equi, dato che la precarietà incide direttamente sulla sostenibilità previdenziale. “Attendiamo che il governo convochi il tavolo sull’equo compenso”, ha dichiarato.

L’evento ha segnato un primo passo per un confronto più ampio sulle condizioni della professione giornalistica e sulle misure necessarie per garantire un futuro più equo e sostenibile. “Dobbiamo andare avanti insieme, nel rispetto dei rispettivi ruoli, ma nell’interesse unico del Paese e dei cittadini”, ha concluso Fava. (19 MAR - alp)

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