La cultura della guerra sembra pervadere tutti, come dimostra un recente evento tenutosi nella cittá di Verona.
La fiera annuale della logistica aveva suscitato, in fase di attesa, molto entusiasmo e viva curiositá. Anche perché coinvolge la scuola e le scuole, le cui postazioni sono gestite direttamente dagli studenti. La piú importante fiera europea biennale di questo genere invece, il Transport & Logistik di Monaco di Baviera, si rivolge sí a un pubblico scolastico ma di livello universitario. Oltre naturalmente che ai piú grandi operatori logistici del mondo.
Anche il cittadino comune visita questo tipo di fiere, perché immagina di scoprire come un cinturino d'orologio prodotto in Estremo Oriente gli possa essere consegnato comodamente a casa in 36/48 ore. Oppure perché in una gita a Vienna ha potuto gustarsi al Naschmarkt un branzino pescato 72 ore prima in Canada.
Insomma una fiera per tutti, dove puó capitare di sentire parlare a vanvera prevalentemente quelli che vengono pagati coi soldi dei contribuenti per gestire, purtroppo senza onore né dignitá, ruoli importanti.
Quest'anno peró l'esibizione si é prestata a interpretazioni sociologiche e filosofiche, certamente non per colpa degli organizzatori, noti per la loro professionalitá, impegno sociale e attenzione all'educazione dei giovani.
All'ingresso dell'area espositiva infatti si stagliava per primo un elicottero Mangusta Westland AW 129 dotato di cannone anteriore, come spiegava un gentile militare nella sua illustrazione, razzi aria-aria, aria-terra, mitragliatrice, ecc.. Un elicottero per definizione d'attacco: al servizio quindi di una sola logistica, quella della morte provocata e cercata intenzionalmente. Seguito da un mezzo anfibio, destinato solo alla guerra, come il cingolato accanto, costruito nel 2007 e quindi non piú utilizzabile forse nemmeno in Ucraina.
Un inatteso colpo allo stomaco, un "diretto alla bocca dello stomaco", avrebbe commentato un telecronista di pugilato, in grado di stendere al tappeto anche un Cassius Clay o un Sonny Liston.
La cultura della guerra sembrerebbe pervadere tutti, perché nessuno ha notato ed eliminato lo stridente iato. Un vero e proprio "andazzo".
Una figura come Giorgio La Pira, padre costituente e sindaco di Firenze, sosteneva che "Il presente é plasmato dal passato e non dal futuro", cioé forse dall'unica lezione imparata dalla storia, quella della guerra. Riteneva le cittá protagoniste nel mantenimento e nello sviluppo della pace a pieno titolo, perché eredi e custodi dei patrimoni del passato. Creandosi una credibilitá tale che Ho Chi Min, vincitore della guerra contro un esercito straniero d'occupazione di 500 mila uomini, lo ricevette ad Hanoi nel 1965, dopo aver rifiutato qualsiasi incontro con rappresentanti di governi statali.
Si evidenzia una impermeabilitá anche alle riflessioni del pensatore veronese, ed europeo, Romano Guardini, che nel 1948 dopo la seconda guerra mondiale affermava: "La civiltá moderna é in se stessa in una misura sempre crescente una guerra tra la forza dell'uomo e la sua vita. La guerra moderna ce lo prova. A questa guerra dobbiamo opporre lo sforzo verso la pace assoluta. La pace assoluta é il rapporto fra la potenza dell'uomo e la sua vita".