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direttore Paolo Pagliaro

DALL’UE VIA LIBERA
AL PIANO DI RIARMO

DALL’UE VIA LIBERA <BR> AL PIANO DI RIARMO

Eccezion fatta per l’Ungheria, i paesi dell'Unione Europea hanno firmato ieri, al termine del primo giorno del summit di Bruxelles, una dichiarazione congiunta di sostegno all'Ucraina. Nel documento, il Consiglio europeo “riafferma il continuo e incrollabile sostegno dell'UE all'indipendenza, alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina”. “L'Unione Europea mantiene il suo approccio 'pace attraverso la forza', che richiede all'Ucraina di essere nella posizione più forte possibile, con le proprie capacità militari e di difesa come elemento chiave”. Inoltre, “L'UE rimane impegnata, in coordinamento con i suoi partner e alleati che la pensano allo stesso modo, a fornire ulteriore supporto completo all'Ucraina e al suo popolo, che sta esercitando il suo intrinseco diritto all'autodifesa contro la guerra di aggressione della Russia”. Dal vertice è scaturito anche il via libera all’”operazione riarmo” da 800 miliardi firmata Von der Leyen. Il piano, ribattezzato «Readiness 2030» dopo le critiche di Meloni e Sanchez, è stato stigmatizzato da Mosca come la prova che l’Ue si sia in sostanza trasformata in un “partito guerrafondaio”, secondo le parole del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, il quale ieri ha annunciato che lunedì prossimo si terranno a Riad i colloqui tra le delegazioni russa e americana facenti seguito alla telefonata di martedì tra Vladimir Putin e Donald Trump.

Proprio in vista di tale appuntamento, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, intervenendo in videocollegamento con il vertice di Bruxelles, ha rimarcato che Putin deve porre fine alle sue richieste “inutili” che stanno prolungando la guerra in Ucraina. Secondo il leader ucraino, infatti, nonostante l'accordo per un cessate il fuoco limitato, “nulla è cambiato” sul terreno, come dimostrano i nuovi attacchi di droni avvenuti contro le infrastrutture energetiche. Zelensky ha anche chiesto che le sanzioni internazionali contro Mosca rimangano in vigore finché la Russia non inizierà a ritirarsi dal territorio ucraino “e finché la Russia non avrà completamente compensato i danni causati dalla sua aggressione”. Inoltre, Zelensky ha invitato i leader dei Ventisette a stanziare quanto prima possibile i cinque miliardi di euro previsti per i proiettili di artiglieria all’esercito di Kiev. “Abbiamo bisogno di fondi per i proiettili di artiglieria e saremmo molto grati se l'Europa ci fornisse il prima possibile un sostegno di almeno cinque miliardi di euro”, ha sottolineato Zelensky, richiamando inoltre l'attenzione sulla necessità di aumentare gli investimenti europei nella produzione di armi.

“Sia in Ucraina che nei vostri Paesi sono necessari investimenti nella produzione di armi. L'Europa ha bisogno di indipendenza tecnologica, anche nella produzione di armi. Tutto ciò che serve per proteggere il continente deve essere prodotto qui, in Europa. Dobbiamo lavorare insieme su questo”, ha affermato il leader ucraino, auspicando che il programma ReArm Europe possa divenire operativo il prima possibile. “Si tratta di un'iniziativa molto utile e lungimirante”, ha sottolineato il capo dello Stato. Nel suo discorso Zelensky ha ricordato inoltre che l'Ucraina dispone di tecnologie efficaci e moderne, soprattutto nel campo dei droni e della guerra elettronica, “che possono apportare benefici a tutta l'Europa”. “Ma il suo ulteriore sviluppo, la sua costante modernizzazione e la sua maggiore efficienza, insieme ai vostri investimenti nella nostra industria e nella produzione congiunta, sono la chiave per una nuova base per la sicurezza europea”, ha assicurato Zelensky.

Il presidente ucraino, ha annunciato in serata da Bruxelles l’omologo francese Emmanuel Macron, parteciperà il 27 marzo a Parigi a un nuovo vertice dei cosiddetti “volenterosi”, ovvero una coalizione di paesi che intendono assicurare anche con la presenza delle loro forze armate il mantenimento della pace in Ucraina nel caso si giungesse a una tregua. “Terremo un vertice della coalizione dei volenterosi giovedì prossimo”, ha dichiarato l’inquilino dell’Eliseo. “Il mio obiettivo – ha aggiunto Macron - è innanzitutto che ci sia un impegno reiterato ed esplicito e forse un po' più di specificità sul sostegno a breve termine all'Ucraina”. In mattinata, da Londra – dove sempre ieri si è svolto proprio un summit dei Capi di Stato Maggiore dei “volenterosi” - il primo ministro britannico Keir Starmer aveva affermato che i piani per difendere un possibile cessate il fuoco tra Ucraina e Russia stanno “prendendo forma” e che le nazioni coinvolte nel progetto di peacekeeping – osteggiato da Mosca – son già  “oltre 25”.

L’inquilino di Downing Street ha inoltre affermato che i colloqui di Londra sono stati mirati a focalizzare “l'intenzione politica” di fornire garanzie di sicurezza all'Ucraina. “Sia che si tratti di ciò che potrebbe accadere in mare, in aria o nella difesa dei confini, questi piani stanno prendendo forma”, ha aggiunto. “Speriamo che si raggiunga un accordo”, su un cessate il fuoco, “ma quello che so è che se c'è un accordo, ora è il momento di pianificare. Non ad accordo fatto”, ha detto Starmer rivolgendosi agli addetti militari ospiti. In precedenza, il premier aveva affermato che qualsiasi accordo di cessate il fuoco dovrà “essere difeso” contro la Russia. “In passato ci sono stati accordi che non prevedevano garanzie di sicurezza e Vladimir Putin non ne ha tenuto conto”, ha sottolineato. (21 MAR - deg)

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