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direttore Paolo Pagliaro

GAZA, HERZOG
CRITICA NETANYAHU

GAZA, HERZOG <BR> CRITICA NETANYAHU

In una rara critica al primo ministro Benjamin Netanyahu, di cui peraltro non ha pronunciato il nome, il presidente israeliano Isaac Herzog ha dichiarato di essere “profondamente turbato” dalla ripresa degli attacchi sulla Striscia di Gaza, che hanno già provocato oltre mezzo migliaio di morti, in stragrande maggioranza civili innocenti. “È impossibile non essere profondamente turbati dalla dura realtà che si sta dispiegando davanti ai nostri occhi”, ha affermato Herzog in una dichiarazione televisiva. “È impensabile riprendere a combattere mentre si continua la sacra missione di rimpatriare i nostri ostaggi”, ha aggiunto. Herzog ha invitato i leader politici a “valutare attentamente ogni misura e a valutare se rafforza la resilienza nazionale, in particolare se contribuisce allo sforzo bellico e al ritorno degli ostaggi”. Il presidente, la cui carica è onoraria ma rispettata, ha anche lamentato il fatto che “migliaia di riservisti siano stati chiamati alle armi di recente”. “È inconcepibile mandare i nostri figli al fronte mentre si promuovono iniziative controverse che creano profonde divisioni all'interno della nostra nazione”, ha aggiunto.

Intanto Hamas ha invitato la Lega araba e l'Organizzazione per la cooperazione islamica a fare pressione affinché “al genocidio nella Striscia di Gaza venga posto fine attraverso un'azione urgente all'interno degli organismi internazionali”. La ripresa degli intensi attacchi aerei da parte di Israele sul territorio palestinese, che hanno ucciso almeno 504 persone da martedì, “attribuisce alla Lega araba e all'Organizzazione per la cooperazione islamica la diretta responsabilità politica e morale di porre fine al genocidio”, ha affermato il movimento islamista in una dichiarazione in inglese. Hamas ha invitato i paesi arabi e islamici a “prendere misure urgenti nei forum internazionali, in particolare nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, per attuare immediatamente misure volte a fermare l'aggressione e il genocidio” dei palestinesi. Va detto che dal canto loro gli Usa hanno confermato l’appoggio alla ripresa delle ostilità. Donald Trump “sostiene pienamente” l'offensiva di Israele, ha affermato la Casa Bianca. Il presidente degli Stati Uniti “aveva chiarito ad Hamas che se non avesse rilasciato tutti gli ostaggi, avrebbe vissuto all'inferno”, ha affermato la sua portavoce.

Sul terreno, l'esercito israeliano ha annunciato in serata di aver iniziato a estendere le operazioni terrestri alla zona di Rafah, nell'estremo sud della Striscia di Gaza. “Nelle ultime ore, le truppe hanno condotto operazioni di terra nella zona di Shabura a Rafah”, viene spiegato in una nota. “Allo stesso tempo, le truppe dell'IDF continuano le loro operazioni di terra nella parte settentrionale e centrale di Gaza”, viene specificato, così come gli attacchi aerei contro “obiettivi” in territorio palestinese. Dopo aver annunciato mercoledì l'avvio di operazioni militari terrestri “mirate” nell'enclave, ieri mattina l'esercito israeliano aveva annunciato di aver avviato un'operazione terrestre “lungo l'asse costiero” del settore di Beit Lahya, nel nord della Striscia. Ieri mattina, quindi, l’esercito israeliano ha chiuso il traffico anche sulla Salah Al-Din Road, la principale autostrada tra il nord e il sud del territorio palestinese. Ai civili è stato ordinato di non avvicinarsi alle zone di operazione, ma ovviamente si tratta di un’intimazione che in molti casi si rivela impossibile da eseguire. (21 MAR - deg)

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