Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

A Ferrara i capolavori di Alphonse Mucha e Giovanni Boldini

Mostre
Le grandi mostre in programma in Italia e quelle che hanno l'Italia, attraverso i suoi grandi artisti, come protagonista nel mondo. Lo "Speciale mostre" è un viaggio tra capolavori, opere d'avanguardia e sperimentali, pittura e scultura, memoria e identità, storia e filosofia, un tributo all'arte e ai suoi protagonisti e un modo per scoprire quanto di buono fanno le istituzioni nazionali e locali per il nostro patrimonio culturale e di creatività.

A Ferrara i capolavori di Alphonse Mucha e Giovanni Boldini

Nella primavera 2025 a Palazzo dei Diamanti a Ferrara saranno esposti i capolavori di due protagonisti dell’arte europea tra Otto e Novecento: Alphonse Mucha e Giovanni Boldini, straordinari cantori della bellezza e del fascino femminile. Artista di origini ceche, Alphonse Mucha (Ivancice, 1860 – Praga, 1939) raggiunse fama internazionale nella Parigi fin de siècle. Sebbene sia noto in tutto il mondo per i manifesti degli spettacoli della celebre attrice Sarah Bernhardt, Mucha fu poliedrico e versatile: oltre che pittore, disegnatore e illustratore, fu anche fotografo, scenografo, progettista d’interni creatore di gioielli e packaging designer. Le sue opere divennero presto emblematiche della nascente Art Nouveau, alla cui affermazione contribuì elaborando uno stile inconfondibile e seducente (detto appunto “Le style Mucha”), come dimostrano Gismonda (1894), la serie de Le stagioni (1896), Job (1896), Fantasticheria (1897), Médée (1898). Quando nel 1904 visitò per la prima volta gli Stati Uniti la stampa lo celebrò come “il più grande artista decorativo del mondo”. La grande mostra monografica, organizzata da Arthemisia e Fondazione Ferrara Arte in collaborazione con la Mucha Foundation, racconta la biografia, il percorso artistico e i molteplici aspetti della produzione di Mucha, il quale era fermamente convinto che la bellezza e la forza ispiratrice dell’arte potessero favorire il progresso dell’umanità e garantire la pace e l’unione dei popoli. Donne aggraziate ed eleganti furono indiscusse protagoniste non solo delle opere di Alphonse Mucha, ma anche di quelle di Giovanni Boldini (Ferrara, 1842 – Parigi, 1931) che, come l’artista ceco, risiedette stabilmente a Parigi, dove si affermò come ritrattista mondano, ricercatissimo da una facoltosa clientela internazionale. Le sale dell’ala Tisi di Palazzo dei Diamanti ospiteranno una significativa selezione di dipinti, disegni e incisioni dedicati al tema del ritratto e della figura femminile provenienti dal Museo Giovanni Boldini, la più importante raccolta pubblica di opere del grande maestro ferrarese, che riaprirà nel rinnovato complesso ferrarese di Palazzo Massari nel 2026. Accanto a capolavori come La signora in rosa (1916) e Fuoco d’artificio (c. 1890) saranno presentati studi di donne a figura intera e di singoli volti femminili che documentano il rapporto iperattivo dell’artista con la realtà circostante, nonché la sua abilità e prontezza nel registrare pose e attitudini che gli sarebbero poi serviti per conferire vitalità e dinamismo alle protagoniste dei suoi dipinti, contraddistinti da quella peculiare scrittura rapidissima e insieme controllata che rende inconfondibile, e unico, il suo stile. (gci)

“RITORNO AI ’90”: TRA ARTE E NOSTALGIA VINTAGE A SERAVEZZA (LU)

Il 2025 vedrà il Palazzo Mediceo e le Scuderie Granducali di Seravezza (LU) trasformarsi nuovamente in una macchina del tempo. Dopo il clamoroso successo della mostra dedicata agli Anni ’80, la Fondazione Terre Medicee alla direzione dei programmi culturali del complesso mediceo versiliese, è pronta a catapultare i visitatori nel vibrante e tumultuoso decennio degli Anni '90 con la mostra e una serie di eventi collaterali. Sarà un viaggio multisensoriale attraverso gli eventi politici, sociali, culturali e sportivi che hanno segnato la storia contemporanea. La mostra “Ritorno ai ’90. La prima mostra sul decennio che ha cambiato il mondo” esplorerà e proporrà tutti i fenomeni e gli accadimenti che hanno definito quel periodo, sia in Italia che nel mondo, dal 12 aprile al 27 luglio. La mostra di Seravezza attraverso una serie molto ampia di oggetti, film, spot, documenti e materiali d’archivio dell’epoca, offrirà un’ampia ed esaustiva immersione nell’ultimo decennio del secolo e del millennio passati. Il 1999, a tutti gli effetti, apre lo spazio non solo a un nuovo secolo ma anche a un nuovo millennio, e per questa ragione, le vibrazioni sociali e culturali di quest’ultimo emblematico decennio non potevano che rappresentare qualcosa che sarebbe stato ben lungi dall’accadere nuovamente. Gli Anni ’90 si aprono sulle ceneri dei mattoni abbattuti del muro di Berlino, passaggio storico che segna gli anni della disgregazione dell'URSS e la fine della Guerra Fredda. In Italia il decennio è stato segnato da eventi come Tangentopoli e le stragi mafiose, che hanno scosso e ribaltato il sistema politico di quegli anni e mostrato il volto più oscuro della criminalità organizzata, mentre il “berlusconismo” impattava grandemente in ambito politico, economico e culturale. Sul fronte culturale e sociale gli Anni ’90 sono stati un’epoca ricca di innovazione e cambiamenti, dove la moda propone il grunge e il minimalismo, la musica si cala nel rock alternativo, nell'hip hop e nella dance, il cinema e la TV producono grandi successi e serie cult, mentre la tecnologia esplode con i telefoni cellulari di nuova generazione e internet che si impone come insostituibile spazio mondiale virtuale. Questa rassegna sarà un racconto per temi e proporrà in numerose sezioni le visioni e le storie che hanno caratterizzato la vita quotidiana di quegli anni o gli eventi nazionali e mondiali che ne hanno segnato la storia. Il racconto si dipana lungo le nove sale del Palazzo Mediceo, che accoglie le sezioni dedicate all’attualità, alla politica, allo sport, alla musica, alla tecnologia, alla moda, alla pubblicità, alla tv commerciale, al design e ai giocattoli, mentre le Scuderie Granducali saranno dedicate al Cinema degli Anni ’90. La rassegna è dedicata a tutti coloro che di queste storie sono stati diretti testimoni e in particolare anche ai giovani nati nel nuovo millennio che potranno conoscere gli avvenimenti più significativi che hanno chiuso secolo e millennio passati. Lo sport sarà uno dei protagonisti indiscussi della mostra. Gli Anni '90 hanno visto alcuni degli eventi sportivi più iconici della storia moderna, come le Olimpiadi di Barcellona '92 e Atlanta '96, i Mondiali di calcio di Italia '90, USA '94 e Francia '98. Saranno esposti cimeli e video che racconteranno le emozioni di quei momenti indimenticabili, come le lacrime di Roberto Baggio dopo il rigore sbagliato a Pasadena, o le “notti magiche” ‘90. Un tributo speciale sarà dedicato a grandi leggende sportive del decennio, come Ayrton Senna, il geniale pilota brasiliano di Formula 1, la cui tragica scomparsa ha lasciato un vuoto incolmabile nel mondo delle corse, e Michael Jordan, il re del basket che ha trasformato lo sport in spettacolo globale. Anche il calcio europeo e italiano troverà spazio, con un focus sulle epiche sfide di Champions League e sui campioni che hanno scritto la storia, come Zinedine Zidane, Ronaldo e Alessandro Del Piero. In campo sociale, gli Anni '90 hanno visto anche un crescente impegno per i diritti civili e l'uguaglianza, con movimenti che hanno promosso la consapevolezza su temi come la diversità e l'inclusione. Il decennio è stato testimone di un'evoluzione nei valori e nelle norme sociali, riflettendo un cambiamento verso una maggiore apertura e tolleranza. Il design degli Anni '90, caratterizzato da un mix di funzionalità e sperimentazione, sarà rappresentato attraverso oggetti iconici che hanno definito l'estetica dell'epoca. Dai mobili alle automobili, sarà esplorato come il decennio abbia influenzato il modo di vivere e di concepire lo spazio domestico e urbano. Gli Anni '90 sono stati anche il decennio dell'infanzia per molti visitatori della mostra, e non mancherà un'area dedicata ai giocattoli e ai giochi che hanno accompagnato la crescita di un'intera generazione: dai primi videogiochi su console, come il Nintendo 64 e la PlayStation, ai giochi da tavolo e ai cartoni animati che hanno animato le mattine e i pomeriggi di tanti ragazzi. La mostra si concluderà con una riflessione sull'eredità degli Anni '90 nel mondo contemporaneo. Attraverso installazioni multimediali e spazi interattivi, i visitatori saranno invitati a riflettere su come gli eventi, le tendenze e i fenomeni di quel decennio continuino a influenzare la nostra società. Quale evento musicale rappresentativo di quegli anni, il 25 luglio 2025 sul palco del grande teatro all’aperto allestito di fronte al Palazzo Mediceo saliranno alcuni tra i grandi protagonisti italiani della musica degli Anni ’90, per proporre i grandi successi che tutta l’Italia, per dirla un po’ come la sigla dell’ultimo Sanremo, ha cantato. Il concertone Anni ’90 è sotto la Direzione Artistica di Franca Dini. (gci)

ALLA SCOPERTA DI DANIEL BUREN A PISTOIA

Pistoia accoglie l’arte di Daniel Buren: dallo scorso 8 marzo al 27 luglio, Palazzo Buontalenti ospita l’attesissima mostra dell’artista, una delle voci più autorevoli nella scena artistica internazionale, con interventi che coinvolgono anche gli spazi esterni delle sedi museali di Palazzo de’ Rossi e Antico Palazzo dei Vescovi. La rassegna “Daniel Buren. Fare, Disfare, Rifare. Lavori in situ e situati 1968-2025” è realizzata da Fondazione Pistoia Musei e Fondazione Caript, in collaborazione con Galleria Continua, con il patrocinio dell’Ambasciata di Francia in Italia, della Regione Toscana, del Comune di Pistoia; con la main partnership di Intesa Sanpaolo e la partnership di Conad Nord Ovest. In occasione dell’apertura al pubblico della mostra, curata dallo stesso Buren e dalla direttrice di Fondazione Pistoia Musei Monica Preti, il Comune di Pistoia ha conferito a Daniel Buren la cittadinanza onoraria l’8 marzo nella Sala Maggiore del Palazzo comunale. L’esposizione indaga come l’artista francese, nato a Boulogne-Billancourt (Parigi) nel 1938, trasformi gli spazi architettonici attraverso l’uso delle forme, dei colori e dei materiali, creando un dialogo tra arte e ambiente. Il percorso, articolato in dodici sale e nella corte interna di Palazzo Buontalenti, propone una selezione di dieci opere pittoriche eseguite tra il 1965 e il 1966, due Cabane del 1985 e del 2000/2019, tre alto-rilievi recenti, oltre a una sala dedicata ai disegni progettuali di interventi realizzati in Toscana e lavori appositamente creati/ricreati per Pistoia. La mostra si concentra, in particolare, sul legame di Daniel Buren con l’Italia e la Toscana, presentando lavori che l’artista ha rivisitato e ricreato in un processo continuo di fare, disfare, rifare. Con questa idea, Buren mette in discussione e rielabora il proprio lavoro, investendo di nuovi significati progetti elaborati in Italia dal 1968 a oggi e invitando lo spettatore a riflettere sulla trasformazione dell’arte nel tempo e nei diversi contesti. La cifra distintiva dell’arte di Daniel Buren è il motivo a strisce verticali alternate, bianche e colorate, sempre larghe 8,7 centimetri, provenienti dal tessuto industriale utilizzato dal 1965 per i suoi dipinti e ripreso dall’artista dopo il 1967 in opere poste in contesti urbani, in luoghi istituzionali, e non, dell’arte e della cultura. Questo dispositivo visivo di rigorosa semplicità, è divenuto il suo outil visuel (strumento visivo). A partire dagli anni Settanta, i suoi lavori assumono una dimensione tridimensionale, usando anche tessuti stampati, carta, vetro, specchio, legno e plexiglas, e sono realizzati in funzione del contesto che li ospita. Buren definisce questa pratica in situ, a differenza dei lavori situati, ovvero idealmente trasferibili in altri luoghi. Per tutta la durata della mostra, nell’Auditorium dell’Antico Palazzo dei Vescovi verrà proiettato il film À contre-temps, à perte de vue (2018) realizzato da Daniel Buren, che documenta il suo lavoro dalla fine degli anni Sessanta a oggi attraverso 52 capitoli tematici. L’esposizione è accompagnata da un ampio programma di iniziative culturali come visite guidate per adulti, gruppi e scuole, laboratori per famiglie, attività per persone con Alzheimer e caregiver, visite guidate in LIS. La rassegna, inoltre, è in collegamento ideale con gli interventi di Buren realizzati nel territorio pistoiese dagli anni Duemila, come Muri Fontane a tre colori per un esagono (2005-2011) nel parco di Villa La Magia a Quarrata, gli interventi cittadini all’interno del Padiglione di Emodialisi dell’Ospedale di Pistoia ex Ceppo (2005) e La Cabane Éclatée aux Quatre Salles (2005) nella Collezione Gori - Fattoria di Celle a Santomato. In collaborazione con il Comune di Pistoia, viene proposto anche il percorso Passeggiata nel contemporaneo, che invita a scoprire non solo le opere di Buren, ma anche altri capolavori di arte contemporanea a Pistoia. L’elenco delle tappe del percorso è consultabile sul sito di Pistoia Musei. Il catalogo della mostra sarà pubblicato da Gli Ori editori contemporanei e includerà un’intervista inedita di Monica Preti a Daniel Buren, i contributi critici di Alessandra Acocella, Michele Giuliano Cipolla, Annamaria Iacuzzi, Francesco Tedeschi e Riccardo Venturi, e un ampio apparato fotografico delle opere in mostra e delle presenze dell’artista in Italia. La mostra è promossa da Fondazione Pistoia Musei e Fondazione Caript in collaborazione con Galleria Continua, con la main partnership di Intesa Sanpaolo, la partnership di Conad Nord Ovest, con il supporto di Fondazione Nuovi Mecenati e delle aziende della Corporate Membership di Pistoia Musei (CMSA Società Cooperativa Muratori Sterratori e Affini, Confcommercio Pistoia e Prato, Conad Nord Ovest, Consorzio Leonardo Servizi e Lavori, Del Pinto Studio Legale e Associati, Diddi Dino & figli, Fabo Tape Solutions, Florence One, Formitalia, Publiacqua, Tosco Data, Vannucci Piante). La mostra è realizzata, inoltre, con la partecipazione di Institut Francais, Comune di Quarrata, Visit Pistoia e Consorzio Turistico Città di Pistoia, e con il patrocinio di Ambasciata di Francia, Regione Toscana e Comune di Pistoia. (gci)

EBRAISMO, AL MEIS DI FERRARA ESPOSTO UN RARO ROTOLO DEL LIBRO DI ESTER

Una nuova mostra al Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah (MEIS) di Ferrara incentrata sulla festa ebraica del Purim e sulla sua eroina, la regina Ester: “Beatiful Ester. Purim, una storia senza tempo”, fino al 15 giugno, esplora la figura biblica della regina Ester attraverso l'arte rinascimentale, preziose pergamene, manufatti storici e installazioni interattive. La mostra è composta da quattro temi che si intrecciano tra loro e che si sviluppano attraverso opere d'arte rinascimentali, preziose pergamene e manufatti storici che raccontano la storia di Ester: una giovane donna che cambia il destino del suo popolo sventando il piano del consigliere del re, il malvagio Haman. L'eccezionale selezione di megillot miniate - rotoli del Libro di Ester - comprende un rarissimo rotolo di pergamena del XVII secolo realizzato a Ferrara da Moshe Ben Avraham Pescarol, prestato dalla Biblioteca Nazionale di Israele - il che significa che il rotolo tornerà temporaneamente nel luogo in cui è stato creato. Il Libro di Ester è unico nella Bibbia ebraica in quanto non menziona Dio e quindi permette di illustrare i rotoli senza violare la legge ebraica. Il dottor Chaim Neria, curatore della Haim and Hanna Solomon Judaica Collection presso la Biblioteca Nazionale di Israele, spiega: “La megillah fu scritta e miniata nel 1616 da Pescarol per un uomo di nome Mordechai Ben Eliyahu Halevi, che viveva nella città di Brescello, vicino a Ferrara. Questa informazione è scritta sulla megillah stessa”. “Questa megillah miniata è una delle più speciali della collezione della Biblioteca e una delle prime. Per quanto se ne sa, è la prima nel mondo ebraico in cui le illustrazioni sono anche parte della narrazione, il che significa che le illustrazioni - che sono contemporanee all'arte italiana dell'epoca - non sono solo una decorazione ma cercano anche di raccontare la storia”. Oren Weinberg, direttore generale della Biblioteca Nazionale d'Israele, ha dichiarato: “La Biblioteca Nazionale d'Israele (NLI) è lieta di collaborare con il MEIS per la mostra Beautiful Esther, Purim, A Timeless Story, che consentirà al pubblico italiano di vedere questa importante megillah esposta nel suo luogo d'origine, testimoniando la ricchezza del patrimonio librario ebraico italiano e fornendo un bellissimo racconto della storia di Ester. Consideriamo le partnership istituzionali, come quella tra il MEIS e la NLI, parte integrante della missione della Biblioteca di raggiungere un pubblico internazionale e di condividere le nostre collezioni e la nostra esperienza con il mondo ebraico e non solo”. La mostra esplora la figura biblica della regina Ester attraverso l'arte rinascimentale, preziose pergamene, manufatti storici e installazioni interattive. La mostra è composta da quattro temi che si intrecciano tra loro e che si sviluppano attraverso opere d'arte rinascimentali, preziose pergamene e manufatti storici che raccontano la storia di Ester: una giovane donna che cambia il destino del suo popolo sventando il piano del consigliere del re, il malvagio Haman. La mostra è stata curata da Amedeo Spagnoletto, Olga Melasecchi e Marina Caffiero, con la collaborazione di Sharon Reichel, e progettata dall'architetto Giulia Gallerani. Si tratta di una versione ampliata della mostra del 2024, tenutasi al Museo Ebraico di Roma, con l'aggiunta di nuove opere e concetti. Il direttore del MEIS Amedeo Spagnoletto ha illustrato le quattro sezioni tematiche della mostra: “Innanzitutto una descrizione più approfondita dell'enigmatica e affascinante figura di Ester e del successo che ha avuto nella tradizione pittorica rinascimentale. Segue una sezione dedicata ai precetti e ai costumi. I visitatori potranno poi godere di un focus sugli sheni di Purim, le celebrazioni in ricordo degli eventi in cui gli ebrei si salvarono miracolosamente. Infine, una lettura contemporanea e interattiva della festa trasmessa con illustrazioni moderne. La bella Ester sarà l'occasione per riunire una serie di visitatori: adulti e bambini potranno giocare e reinterpretare la storia, oltre a imparare qualcosa di più sull'arte, la storia e la storia sociale”. La mostra è stata organizzata in collaborazione con il Museo Ebraico di Roma. I partner del MEIS sono: il Ministero dei Beni Culturali, la Regione Emilia-Romagna, il Comune di Ferrara e l'UCEI, l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Socio sostenitore: Banca Intesa Sanpaolo. La mostra ha il patrocinio del Comune di Ferrara, della Comunità Ebraica di Ferrara e dell'Ambasciata d'Israele in Italia, con il contributo della Fondazione Guglielmo De Lévy, del Gruppo Hera, di Tper, Dimedia, Avis e Fondazione Palio Città di Ferrara ETS. Il Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah - MEIS nasce con la missione di raccontare oltre duemila anni di storia ebraica in Italia. Da Sud a Nord, per secoli gli ebrei italiani hanno contribuito e partecipato all'evoluzione del Paese, attraversando fasi di integrazione e scambio e altri momenti difficili segnati da persecuzioni e isolamento. Ne emerge un'esperienza comune che riguarda tutti. (red)

A ROMA UN’OCCASIONE PER SCOPRIRE 55 ARTISTI CINESI

Un’occasione per approfondire l’arte cinese: dallo scorso 15 marzo fino al 21 aprile il MACRO Museo d’Arte Contemporanea di Roma ospita la mostra “Accademia Nazionale di Pittura Cinese. 55 artisti a Roma”. Promossa dall’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e dall’Azienda Speciale Palaexpo, l’esposizione segna un momento significativo nel dialogo culturale tra Italia e Cina e porta a Roma per la prima volta un gruppo di artisti di una delle più prestigiose istituzioni cinesi. (gci)

NELLA FOTO. Giovanni Boldini: La signora in rosa (Ritratto Olivia Concha de Fontecilla), 1916, Olio su tela, cm 163 x 113, Ferrara, Museo Giovanni Boldini Ferrara, © Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, foto Tiziano Menabò (DETTAGLIO)

(© 9Colonne - citare la fonte)