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SINGLE, OK AD ADOZIONI
INTERNAZIONALI

SINGLE, OK AD ADOZIONI <BR> INTERNAZIONALI

Anche i single possono adottare minori stranieri in situazione di abbandono. È quanto stabilisce la Corte Costituzionale, nella sentenza numero 33 depositata oggi, con cui dichiara costituzionalmente illegittima la parte della legge 184 del 1983 che non include le persone singole fra coloro che possono adottare un minore straniero residente all’estero. Secondo i giudici costituzionali "la disciplina dichiarata illegittima comprimeva, infatti, in modo sproporzionato l’interesse dell’aspirante genitore a rendersi disponibile rispetto a un istituto, qual è l’adozione, ispirato a un principio di solidarietà sociale a tutela del minore. L’interesse a divenire genitori, pur non attribuendo una pretesa a adottare, rientra nella libertà di autodeterminazione della persona e va tenuto in considerazione, insieme ai molteplici e primari interessi del minore, nel giudizio sulla non irragionevolezza e non sproporzione delle scelte operate dal legislatore". La Corte, dunque, rileva che i single sono in astratto idonei "ad assicurare al minore in stato di abbandono un ambiente stabile e armonioso, fermo restando che spetta poi al giudice accertare in concreto l’idoneità affettiva dell’aspirante genitore e la sua capacità di educare, istruire e mantenere il minore. Tale accertamento può tenere conto anche della rete familiare di riferimento dell’aspirante genitore". Evidenziate le garanzie poste a tutela del minore, la Corte osserva anche che, nell’attuale contesto giuridico-sociale caratterizzato da una significativa riduzione delle domande di adozione, il divieto assoluto imposto alle persone singole rischia di "riflettersi negativamente sulla stessa effettività del diritto del minore a essere accolto in un ambiente familiare stabile e armonioso".

REAZIONI. Immediate le reazioni: di "svolta storica" parla Alessandro Zan, responsabile Diritti nella segreteria nazionale del Pd, perché la sentenza "mette al primo posto i diritti dei minori e la libertà di autodeterminazione di ogni individuo. Ora il Parlamento intervenga, adegui la normativa e cancelli ogni ostacolo ideologico. Meloni e il suo Governo riconoscano una volta per tutte che ciò che conta è l'amore, non lo stato civile. E adesso si vada oltre: questo diritto deve essere esteso anche alle coppie omogenitoriali. Basta discriminazioni, basta pregiudizi: ogni bambino ha diritto a una famiglia, e ogni famiglia ha diritto ad essere riconosciuta". In una nota, la Lega invece sottolinea che “la sentenza della Consulta dev’essere l’occasione per rivedere la normativa delle adozioni e aggiornarla alle necessità odierne. L’obiettivo è renderle più veloci e meno costose, coinvolgendo nelle adozioni internazionali anche coppie eterosessuali stabilmente conviventi. L’intervento è quanto mai urgente alla luce del preoccupante calo delle adozioni internazionali generato anche dai conflitti che confidiamo si chiudano rapidamente”. Jacopo Coghe di Pro Vita e Famiglia, infine, sottolinea che "la sentenza della Corte Costituzionale che consente a una persona single di proporsi per l’adozione di un minore in stato di abbandono all’estero - ricordato che un single, in casi straordinari, può già adottare un minore anche in Italia - rischia seriamente di alimentare l’idea di un 'diritto al figlio' per tutti, una aberrazione giuridica da scongiurare in ogni modo. Al netto dei controlli di idoneità in capo ai Tribunali, la famiglia formata da un padre e una madre resta, sempre e comunque, il miglior contesto possibile per l’accoglienza di un bimbo che si trova in stato adottivo per aver perso il papà e la mamma e che, dunque, ha il diritto di ritrovare un papà e una mamma. La legge italiana sulle adozioni sia nazionali che internazionali - sostiene - deve quindi continuare a privilegiare, nel superiore interesse del minore, le domande di adozione da parte di coppie sposate". (Roc)

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