Oggi ricorre la 75ma edizione della Giornata Meteorologica Mondiale, nell’anniversario della costituzione dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale avvenuta il 23 marzo 1950 come agenzia delle Nazioni Unite. Il tema individuato dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) per questa giornata “Colmare insieme in divario dell’allerta precoce” (Closing the early warning gap together) è incentrato sulla necessità di realizzare una capacità di allertamento adeguata a livello globale. Sin dal 2017, l’Associazione Italiana di Scienze dell’Atmosfera e Meteorologia (AISAM) e “Sapienza” Università di Roma celebrano la giornata con un convegno. L’edizione 2025 torna a svolgersi, domani, dalle 9 alle 13,
nella sua sede storica: l’Aula Magna del Rettorato. Un momento d’incontro per l’intera comunità di scienze dell’atmosfera, della meteorologia e della climatologia con interventi di numerosi esperti proposto anche on-line e dicato al ricordo del compianto prof. Frank Silvio Marzano, promotore delle precedenti edizioni e prematuramente scomparso.
Nell’occasione AISAM presenta nel suo sito web il libro di Giulio Betti “Ha sempre fatto caldo!” (Aboca Edizioni) di Giulio Betti, meteorologo e climatologo con oltre vent’anni di esperienza, nel quale esplora con chiarezza (e una vena di ironia) le radici delle credenze e della disinformazione sul cambiamento climatico. L’obiettivo è fare luce su un argomento sempre più al centro del dibattito pubblico, spesso frainteso o distorto da narrazioni fuorvianti e teorie bizzarre amplificate dai social media e dai mezzi di informazione.
Betti sottolinea che la climatologia, nonostante la sua complessità multidisciplinare, è diventata un campo di discussione alla portata di tutti, dove le opinioni spesso si sovrappongono ai fatti scientifici. Questa sovraesposizione nasce dal fatto che le oscillazioni climatiche influenzano profondamente la nostra vita quotidiana: il riscaldamento globale non è solo un fenomeno naturale, ma minaccia direttamente il nostro benessere e le nostre abitudini. Betti nel suo libro smaschera i miti sul clima: dalle leggende su Annibale e gli elefanti che valicarono le Alpi, a Erik il Rosso che sbarcò in Groenlandia, fino alle controversie sull’attività solare e il ruolo della CO2 nell’aumento delle temperature, l’autore svela i classici cliché della disinformazione. Non solo analisi e critica, ma anche esempi di iniziative di successo nella lotta al cambiamento climatico, che dimostrano come sia possibile invertire la rotta e ottenere benefici tangibili, sia sociali che economici.
Ed in occasione della Giornata l'Aeronautica Militare ricorda il suo impegno nel campo. A livello internazionale svolge infatti un ruolo fondamentale in quanto rappresenta l’Italia in seno all’Organizzazione Meteorologica Mondiale. Attraverso l’OMM, l’Italia garantisce alla comunità internazionale un contributo di primissimo ordine nello studio del cambiamento climatico. Difatti, l’Aeronautica Militare con il CNR partecipa al monitoraggio dell’atmosfera basato su una rete osservativa di 32 stazioni, cosiddette “di rilevanza globale”, con l’osservatorio di Monte Cimone in provincia di Modena. Da sempre il Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare opera a beneficio della collettività nazionale attraverso la divulgazione dei bollettini meteorologici e la collaborazione con la Protezione Civile dove sono permanentemente distaccati i meteorologi dell’Aeronautica Militare per fornire quotidianamente le informazioni sui fenomeni intensi allo scopo di attivare il processo di allertamento precoce. Inoltre si ricorda la partecipazione ad Eumetsat, organizzazione europea per l’utilizzo dei satelliti meteorologici, che permette l’accesso diretto ai dati rilevati dalle stazioni orbitanti. L’ultimo satellite lanciato, il primo della costellazione Meteosat Third Generation – Imager (MTG-I 1), grazie ad un sensore realizzato da un’azienda italiana, che consente – per la prima volta a livello mondiale – la rilevazione dei fulmini che si generano all’interno delle nubi e tra le nubi (intra e inter clouds), oltre ad una più accurata e particolareggiata conoscenza della composizione dell’atmosfera. L’enorme quantità di dati satellitari e la loro affidabilità in termini di definizione e aggiornamento consentono, anche grazie alle sperimentazioni in atto nel campo dell’intelligenza artificiale, di fornire prodotti di nowcasting, ossia le previsioni a breve e brevissimo termine. (23 mar – red)
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