E’ il 5 dicembre 1762 quando James Christie si presenta nella sede del Great Rooms in Pall Mall, a Londra, con due vasi da notte, un paio di lenzuola e quattro ferri da stiro per dare inizio alla sua prima asta. Non sa che il mondo lo ricorderà come il fondatore di una delle più famose case d’asta al mondo. Partita infatti come un’attività quasi amatoriale, in brave tempo l’azienda diventa protagonista di una vivace espansione. Nelle sue sale si battono pezzi del calibro dei gioielli di Augusta di Sassonia, vedova del principe di Galles, Federico Luigi e dell’invidiabile collezione di diamanti e perle di Madame du Barry, la favorita di Luigi XV. Nel 1803, alla morte del fondatore, prende le redini dell’azienda il figlio James Christie II e in seguito si aggiungeranno, in qualità di soci, William Manson e Thomas Wood. La casa d’aste riesce a sopravvivere al tempo e perfino ai due conflitti mondiali, nonostante i bombardamenti che nel 1941 ne danneggiano gravemente i locali imponendo uno spostamento della sede. Dal 1958 l’avventura estera, con l’apertura del primo ufficio a Roma. Di lì è un’escalation. Dopo Ginevra e Parigi la Christie’s mette piede per la prima volta in terra asiatica nel 1969 con la sede di Tokio. Nel 1973 si aprono per la celebre casa d’aste le porte del mercato di borsa con la quotazione al London Stock Exchange. Sono successive a quest’epoca le vendite che più hanno contraddistinto la casa: dalle opere di Raffaello a quelle di Manet fino alle opere di Tiziano e Michelangelo. Sbalorditivo il record raggiunto nel 1990 con la vendita del “Ritratto del Dottor Gachet”, realizzato da Van Gogh, che diventa l’opera d’arte più costosa mai venduta al mondo. Dal 1998, la Christie’s è nelle mani dell’industriale francese François Pinault che apre all’azienda le porte di Internet con l’applicazione “Christie LIVE” che consente agli utenti di partecipare virtualmente alle aste presentando le loro offerte in tempo reale.
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