“LA CANTATA DEI PASTORI” DIRETTA DA PEPPE BARRA A ROMA
Dopo l’Arlecchino goldoniano, un altro grande classico del teatro di tradizione approda dal 18 al 22 dicembre al Teatro Argentina. Come un ideale benvenuto al Natale, la sala romana di Largo di Torre Argentina propone per cinque sere un autentico cult del genere “sacro” come “La Cantata dei Pastori” nella messa in scena e interpretazione di Peppe Barra. Si tratta del maggiore successo degli ultimi decenni della tradizione natalizia partenopea che dalla metà degli anni ‘70 del secolo scorso conquista le platee teatrali di tutto il mondo e di ogni età. Una “macchina” fantastica e fiabesca che attinge al sapere centenario di una cultura della scena tra le più popolari e radicate dell’Occidente quale è quella delle sacre rappresentazioni della tradizione partenopea. Nel libero adattamento di Peppe Barra e Paolo Memoli dall’opera di Andrea Perrucci del 1698, “La Cantata dei Pastori” è il racconto del viaggio di Giuseppe e Maria da Nazareth a Betlemme accompagnati dalla coppia di “residenti presiepali” napoletani, Razzullo e Sarchiapone. Sono loro i protagonisti dell’intera vicenda, testimoni del cammino dei due poveri viandanti ostacolato dalle potenze del male che vogliono impedire la nascita di Gesù, ma che verranno sconfitte dall’Arcangelo Gabriele. In scena un irresistibile Peppe Barra nel ruolo di Razzullo, lo scrivano napoletano dalla fame atavica inviato in Palestina per il censimento della popolazione, accompagnato da Salvatore Esposito nei panni di Sarchiapone, ex barbiere squinternato fuggito da Napoli, omicida per pura distrazione. Le coloratissime scene disegnate da Emanuele Luzzati e i preziosi costumi di Annalisa Giacci accolgono e vestono i due protagonisti e il piccolo esercito di saltimbanchi, acrobati, funamboli, diavoli e santi che popolano il racconto, il cui sipario calerà sulla salvifica scena della Natività. Una storia del passato che l’affamato Razzullo e il distratto omicida Sarchiapone affrontano qui con gli espedienti e l’esperienza dei nostri giorni, forse a volerci ricordare che, ieri come oggi, per gli sventurati e i deboli, la giostra della vita gira uguale e immutata. (Red)
“LA DEA DELL’AMORE” ARRIVA A TEATRO DIRETTA DA AVALLONE
Roma, 14 dic - Per la prima volta in teatro, arriva in esclusiva sulle scene italiane, al Teatro dell’Angelo a Roma dal 26 dicembre al 3 febbraio, “La Dea dell’Amore”, la commedia di Woody Allen, interpretato e diretto da Antonello Avallone. Paradossale, imprevedibile e autoironico, Allen mescola le abituali nevrosi newyorkesi con il piacere per la messa in scena, addirittura sostituendo il tradizionale lettino dello psicoanalista con personaggi da coro greco: un capolavoro di equilibrio visivo e narrativo, di humour, di tempismo comico. La versione teatrale rispetta fedelmente il testo e restituisce un’originalissima comicità, accessibile anche al pubblico italiano, arricchita da gustosi siparietti a sfondo sessuale, che risultano la parte più esilarante dello spettacolo. Il personaggio del corifeo, ruolo interpretato da Sergio Fiorentini (nel film Murray Abraham), accoglie e restituisce tutta l’ironia del capo del coro greco e divide con Avallone-Allen una serie di divertentissimi dialoghi che fondono i più alti concetti filosofici con la spicciola quotidianità della vita. “Il mio intento – spiega Avallone - è stato quello di non tradire le atmosfere del film, di esaltare la comicità tipica di Allen, di spingere, ove possibile, sul lato romantico della commedia e di dare il giusto rilievo al coro greco, qui con spiccate velleità canterine, al quale sono affidati deliziosi siparietti greco – newyorkesi”. (Red)
“WELCOME TO HOPE” AL TEATRO DEI CONCIATORI
Sarà in scena al Teatro dei Conciatori a Roma dal 18 al 23 dicembre, “Welcome to Hope”, scritto e diretto da Alessandro Catalucci; lo spettacolo è tratto dal film di Kenneth Branagh “Nel bel mezzo di un gelido inverno”. Natale. Città di Hope. Per caso o per destino, un gruppo di sconosciuti, con storie e problemi diversi, si incontra per realizzare un comune intento , quello di ritrovare la strada, smarrita nel corso della vita e salvare grazie alla propria passione, il teatro, quel che resta di Hope. In un susseguirsi di litigi e chiarimenti , crisi e riconciliazioni, l'amore e l'amicizia trionfano, riportando in loro la speranza smarrita. Non importa quante siano le difficoltà, i dolori, gli ostacoli che ci troviamo davanti, la felicità a volte si annida nel più recondito dei paesini, nella stagione più buia e fredda dell'anno, nelle persone più insospettabili. Mai perdere la speranza quindi, la vita ci riserva sempre grandi sorprese... That's why the show must go on! Tra combattimenti e duelli con spade vere, ed un perfetto meccanismo ad orologeria, Welcome to Hope è uno spettacolo in cui gli attori trascineranno il pubblico in un perfetto clima natalizio e lo coinvolgeranno in modo inusuale ed inaspettato tra sorprese e colpi di scena… per scoprirlo, l’appuntamento è al Teatro dei Conciatori nel bel mezzo di questo gelido inverno. (Red)
“ARSENICO E VECCHI MERLETTI”: IL BLACK HUMOR IN SCENA A TORINO
Il capolavoro di black humour arriva al Teatro Erba di Torino dal 19 dicembre al 13 gennaio e vede protagonisti Adriana Innocenti e Piero Nuti. La commedia di Joseph Kesselring, prodotta originariamente a Broadway da Howard Lindsay e Russel Crouse, si avvale della regia di Piero Nuti dall’originale allestimento di Giancarlo Zanetti per Torino Spettacoli. Con arguto umorismo, sono rappresentate le manie omicide di due simpatiche vecchiette in un grado di equilibrio in cui l’autore plasma nella sua forma comica il materiale incandescente della sua elaborazione. Rappresentato in tutti i paesi del mondo, la commedia è stata portata sullo schermo da Frank Capra nel 1944. (Red)
I BRANI DI PAVESE IN SCENA CON “ADMURESE”
Debutterà in prima assoluta il 18 dicembre al Teatro Gobetti di Torino “Admurese - Questo è un luogo da ritornarci” di e con Alessandra Patrucco e Lorena Senestro, con la regia di Massimo Betti Merlin. Lo spettacolo è basato su testi e canzoni della tradizione popolare piemontese con brani tratti da Cesare Pavese e andrà in scena fino al 23 dicembre. “Come si riscontra nella scrittura di Cesare Pavese – dicono i componenti della compagnia Teatro della Caduta - il fenomeno della perdita del dialetto, oggi ancora più forte che all’epoca dello scrittore, ci confina in un esilio culturale, una sorta di alienazione dalle nostre radici e dal nostro passato”. All’origine del lavoro l’incontro tra Lorena Senestro e la cantante e compositrice Alessandra Patrucco, che nelle sue incisioni coniuga dialetto piemontese e sonorità internazionali: le due artiste guidano una raffinata sperimentazione vocale, dove l’improvvisazione e l’elettronica si fondono, esplorando i confini delle possibilità espressive vocali e delle potenzialità ritmiche e poetiche del dialetto nostrano. (Red)