Un ricordo bipartisan, quelle che le Camere riunite hanno tributato a Papa Francesco nell'aula di Montecitorio, ma che comunque ha fatto emergere le diverse sensibilità tra le forze politiche nel relazionarsi con la figura del Pontefice. Deputati e senatori hanno osservato un minuto di silenzio dopo gli interventi dei presidenti della Camere, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, e prima degli interventi dei parlamentari iscritti a parlare.
MELONI. “Il mondo ricorderà Francesco come pontefice degli ultimi, aveva introdotto il concetto di algoretica, dare etica agli algoritmi e quando gli chiesi di portare questo messaggio al G7 non esitò. Ha saputo interpretare in modo nuovo molte cose, diceva che la diplomazia è un esercizio di umiltà, e ha detto che la politica serve e che di fronte a tante forme di politica meschine, la sua grandezza si mostra quando si opera basandosi sui grandi principi, con lungimiranza” le parole del premier Giorgia Meloni, che ha chiuso la commemorazione parlando dai banchi del governo, affiancata dai vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini. Parole che hanno un sapore personale, quelle del premier: "Ho auto il privilegio di un rapporto sincero, personale, con il Pontefice: era un uomo che sapeva essere determinato ma non creava barriere nel dialogo. Lui poteva vedere la tua anima, voleva ascoltarti, ti faceva sentire prezioso in quanto unico e irripetibile come ogni uomo che viene sulla Terra. L’ultima cosa che mi ha detto è stata, ‘non perda il senso dell’umorismo’”.
SCHLEIN. Di tono diverso, più politico, l'intervento della segretaria del Pd Elly Schlein: “Papa Francesco non merita l’ipocrisia di chi non ha mai dato ascolto alle sue parole in vita e oggi affoga il suo messaggio nella retorica, a chi deporta migranti, a chi nega l’emergenza climatica e le cure a chi non se le può permettere”.
CONTE. Secondo il presidente M5S Giuseppe Conte, Papa Francesco “ha spinto la Chiesa a rifuggire le vecchie tentazioni di rifugiarsi in una elite mondana, diceva che ai poveri di oggi non si perdona nemmeno la loro povertà. Ha fortemente denunciato le iniquità della globalizzazione dell’indifferenza. Il suo messaggio dirompente nel periodo della pandemia è stato di forte incoraggiamento in un momento in cui rischiava di prevalere lo sconforto. Ciascuno di noi, ciascuna parte politica può sentirsi sfidata da ognuna delle sue posizioni, ma è stato il più grande riferimento spirituale e morale in questi tempi in cui prevalgono l’odio e le atrocità dei conflitti: su Gaza ha avuto parole coraggiose, non scontate di fronte a tanta ignavia, si è sempre tenacemente schierato contro ogni guerra e contro la lobby del riarmo”.
RENZI. Il leader di Italia Viva Matteo Renzi cita le parole di De André nel ‘Testamento di Tito’: "‘Nel vedere quest’uomo che muore madre io provo dolore, nella pietà che non cede al rancore madre ho imparato l’amore’. Papa Francesco ci ha insegnato a morire fino in fondo”. “C’è stata - aggiunge – una grandissima lezione di laicità da parte di Papa Francesco: nel 2016 mai mi disse alcunché nei nostri incontri sul fatto che il nostro governo stesse per mettere la fiducia sulle unioni civili”. “E’ tipico dei farisei - aggiunge - ergerlo a simbolo del pensiero di
sinistra globale, dimenticando le sue posizioni morali”.
ZANELLA. Commosso l'intervento della capigruppo di Avs alla Camera, Luana Zanella: “Dolore profondo, accompagnato da grande preoccupazione per il futuro che ci appare più, incerto, perfino spaventoso: ora l’intero pianeta è più a rischio, i potenti della Terra che non lo hanno molto amato potrebbero procedere incontrastati nei
loro piani. Palestina, Ucraina, Sudan, Armenia e Azerbaigian, sono i luoghi in cui secondo il Papa ‘il mondo sembra brancolare nel buio della morte, della corsa al riarmo, dello scontro fratricida. Dobbiamo disarmare la Terra’”.
FONTANA. Ad aprire la cerimonia il presidente della Camera Fontana: "Nei 12 anni del suo pontificato, segnati a livello mondiale da un clima di tensione, conflitti e incertezza, il Santo Padre si è speso senza riserve per infondere fiducia e conforto nei cuori di tutti. Di fronte agli orrori e alle devastazioni delle guerre, non ha mai smesso di lanciare vibranti appelli in favore della pace. La sua instancabile vocazione al dialogo lo ha condotto dove nessun altro Pontefice era mai giunto. Francesco è stato, infatti, il primo Papa a partecipare a un vertice del G7, a incontrare un Patriarca di Mosca, a recarsi in Iraq”. "Personalmente, non potrò mai dimenticare la sua voce quando mi telefonò in occasione della mia elezione a Presidente della Camera, né quando mi accolse in Vaticano. Papa Francesco ci mancherà” conclude Fontana.
LA RUSSA. “Ricordo ancora, con profonda emozione, la sua inaspettata visita in Senato – ha ricordato invece La Russa - La prima volta di un Papa a Palazzo Madama dove venne per rendere omaggio al Presidente Emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano. Un commovente momento di grandissima umanità e semplicità, eppure allo stesso tempo un gesto di enorme significato istituzionale. Oggi, dinanzi alle Camere riunite, vorrei rammentare Papa Francesco non con tristezza – per quanto la commozione sia difficile da nascondere - ma con gratitudine e riconoscenza”. (Roc - Sis)
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