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IL DOLORE DELLA PIAZZA: PARLAVA AL CUORE DI TUTTI

Aveva stupito tutti quando il 20 aprile si era affacciato dalla Loggia di piazza San Pietro: “Fratelli e sorelle, buona Pasqua”, aveva detto rivolgendosi a chi si era radunato per la benedizione Urbi et Orbi. Aveva stupito ancora di più quando poi era sceso in piazza per salutare i fedeli dalla papamobile. “L’ultimo atto di amore per la sua gente”, afferma Ausilia, che viene da Napoli ed è in vacanza a Roma: quando la mattina del 21 aprile è arrivato l’annuncio della morte del Pontefice era alla Porta Santa di San Giovanni in Laterano, uno dei luoghi simbolo del Giubileo, e come tanti si è recata in Vaticano per dare l’ultimo saluto a Francesco. Sono migliaia e tutti sembrano conoscersi: il ricordo del Papa avvicina quella “gente” alla quale Francesco è sempre stato accanto e la unisce in un grande abbraccio. C’è chi piange, chi prega, chi sorride ricordando quando il Papa gli ha stretto la mano o gli ha rivolto qualche parola di conforto. Stupore, dolore, incredulità: ci sono molti visi tristi in piazza San Pietro. “Sono qui per onorare uno dei Papi più vicini ai poveri, Francesco ha fatto di tutto per essere sempre presente, fino al giorno di Pasqua quando è sceso in piazza per augurare buona Pasqua ai fedeli”, afferma Antonino da Roma. “Essere qui nel giorno in cui il Papa è salito al cielo, è davvero speciale. È stato sempre una guida, un uomo speciale e un orgoglio argentino: da un Paese in cui la maggior parte della popolazione è povera, il suo è stato un grande messaggio di umanità”, ci dice infine Agostina da Buenos Aires. (sip - 21 apr)

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