di Paolo Pagliaro
Sabato i potenti della terra o i loro rappresentanti saranno al funerale di Papa Francesco e un autorevole storico della Chiesa, Alberto Melloni, spiega che saranno lì perché più interessati al futuro che all’omaggio postumo a Francesco. Unica attrice globale sul pianeta anche se priva di testate nucleari e disegni imperialistici, la chiesa di Roma è assai temuta da tutti coloro che, in virtù della propria forza militare o dei propri piani di potenza, vogliono agire senza incontrare troppi ostacoli. La legittimazione del loro potere non è più minacciata dalla scomunica del papa, come un tempo, ma dalla sua libertà di giudizio. Dunque non vogliono correre il rischio che in futuro un altro figlio di emigranti italiani tornato dall’Argentina possa affermare . forte dell’autorità apostolica, che anche il solo possedere le armi atomiche è immorale e lo metta in un’enciclica intitolandola con due parole – Fratelli tutti - che sono uno sberleffo alle superpotenze.
Melloni ha scritto un saggio intitolato” Il Conclave e l'elezione del papa” pubblicato da Marietti. E’ un lavoro storico che studia l’evoluzione e il funzionamento dei conclavi. Un libro che si spera non sia profetico, perché racconta come manipolazioni e interferenze di vecchi e nuovi poteri potrebbero condizionare l’esito del conclave. Se ne ebbe un’avvisaglia nel 2013 quando, pochi minuti dopo l’elezione di Bergoglio, corse sulle agenzie l’accusa di una sua negligenza nell’opporsi ai crimini della giunta argentina golpista o della sua cautela nel difendere preti e religiosi torturati. La notizia era falsa e cadde: ma nel 2013 le tecnologie di profilatura dei clienti dei social erano ancora immature e non si riuscì a creare un gruppo disposto a crederci. Oggi la manipolazione avrebbe ben altro successo.
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