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ISRAELE “ALLA SBARRA”
PER STOP AIUTI A GAZA

ISRAELE “ALLA SBARRA” <BR> PER STOP AIUTI A GAZA

Nella giornata di ieri la Corte internazionale di giustizia (CIG) ha aperto una settimana di udienze sugli obblighi umanitari di Israele nei confronti dei palestinesi, più di 50 giorni dopo l'istituzione di un blocco totale degli aiuti in arrivo nella Striscia di Gaza. Si tratta di uno stop agli aiuti umanitari che secondo le organizzazioni internazionali per l’assistenza ai palestinesi starebbe provocando ricadute devastanti su una popolazione già ai limiti della sopravvivenza. Da parte sua, il governo israeliano accusa Hamas di impossessarsi degli aiuti umanitari per proseguire la guerra.  Fatto sta che in tutta la Striscia, a causa del deterioramento di una situazione peraltro già insostenibile anche in precedenza, i saccheggi sono ripresi e si stanno intensificando. A sottolinearlo è stato ieri lo stesso Stéphane Dujarric, portavoce del Segretario generale delle Nazioni Unite, riferendosi in particolare al saccheggio, avvenuto questo fine settimana, di un camion a Deir Al-Balah e di un magazzino a Gaza City.

“Quando ci troviamo di fronte a dei saccheggiatori, non facciamo domande”, ha osservato Dujarric. Ma “ciò che posso dire è che durante il periodo di transizione del cessate il fuoco, quando arrivavano gli aiuti, non abbiamo ricevuto alcuna informazione sui saccheggi”, ha insistito. “Non so se si tratti di persone che rubano per disperazione o di bande criminali che rubano per vendere, ma sappiamo che a Gaza ci sono sempre meno beni”. Pertanto, dall'inizio dell'anno, sono stati identificati circa 10mila casi di grave malnutrizione tra i bambini, ha osservato. Israele controlla tutti i flussi di aiuti internazionali, vitali per i 2,4 milioni di palestinesi nella Striscia di Gaza, che stanno affrontando una crisi umanitaria senza precedenti. Tutte queste persone sono state ridotte alla fame (o comunque a una prospettiva di fame) dal 2 marzo, pochi giorni prima che un fragile cessate il fuoco crollasse dopo quindici mesi di incessanti combattimenti.

Tornando alle udienze della CIG, la prima a rilasciare una dichiarazione è stata ieri l'Autorità Nazionale Palestinese, secondo la quale Israele starebbe utilizzando il blocco degli aiuti umanitari come un’“arma di guerra” a Gaza. Lo Stato ebraico, che non partecipa alle udienze, ha risposto immediatamente, denunciando una “sistematica persecuzione e delegittimazione di Israele”. Il ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar ha accusato l'ONU, di cui la Corte internazionale di giustizia è il principale organo giudiziario, di essere diventata “un organismo marcio, anti-israeliano e antisemita”. (28 APR – DEG)

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