Roma, 18 gen – Prendete quattro giovani musicisti brasiliani, “trasportateli” per un periodo in Spagna e poi a Milano. Quindi metteteli in contatto con Enzo Jannacci e con Cochi e Renato e mescolate quel vastissimo bagagliaio che è la cultura musicale brasiliana con l’esperienza musical-cabarettistica dei tre artisti e con influenze varie raccolte in giro per il mondo. Racchiudete tutto in un disco e avrete “Banana à Milanesa”, lavoro d’esordio dei Selton che arriverà nei negozi di dischi lunedì. Un debutto da tenere d’occhio quello di questi quattro ragazzi di Porto Alegre, il cui esordio discografico non coincide con il successo del passaparola. “Siamo arrivati in Italia e ci siamo messi a pensare cosa fare. Eravamo sempre quattro brasiliani a Milano – scherza Ricardo, voce e chitarra della band – così abbiamo deciso di fare come fanno molti gruppi ad inizio carriera, anche i Beatles, con le cover. Quindi ci siamo messi ad ascoltare molta musica. Cercavamo qualcosa che fosse divertente e intelligente al tempo stesso, qualcosa che alle gente sarebbe piaciuto ascoltare”. In questa fase arriva la partecipazione a “Stiamo lavorando per noi”, lo show di RaiDue di Cochi e Renato, e l’incontro con Jannacci, che della trasmissione era parte integrante. E scocca la scintilla artistica. “E’ stata una scelta naturale – spiega Ricardo –. Le sue canzoni sono molto carismatiche. E poi ci ha permesso di sperimentare molto, ci ha dato libertà di fare”. Quindi è partita la scelta delle canzoni, con il disco che andava via via prendendo forma. Nella sua composizione ultima, il cd contiene “classici” di Cochi e Renato e di Jannacci – da “E la vita l’è bela” che diventa “E’ a vida” a “Canzone intelligente” trasformata in “Cançao inteligente”, fino a “Ho visto un re” (“Eu vi um rei”), “Vengo anch’io no tu no” e alla bellissima “Joao telegrafista” – , re-interpretati in portoghese spesso con la partecipazione degli autori stessi, e arrangiate secondo le influenze di Ricardo, Ramiro, Eduardo e Daniel. E poi ci sono “La cosa rosa”, scritta dai produttori del gruppo Cappa e Drago, e “Banana à Milanesa”, unico brano del cd scritto dai Selton “sull’immaginario stereotipato che molta gente ha del Brasile, di Milano e anche di come si dovrebbe scrivere una canzone di successo”. “Gli stereotipi sono un’etichetta, un segno di identificazione. Sono le idee su cui la gente spesso basa la propria conoscenza di un popolo. Esistono ovunque”, dice Ricardo, raccontando la canzone, che potrebbe fare da apripista per un disco di originali. “Non c’è ancora un progetto di questo tipo, ma potrebbe succedere. Stiamo sperimentando molte cose in questo periodo”, spiega ancora. Ora, in effetti, è tempo di pensare al presente, e presto potrebbero partire i concerti in giro per l’Italia. E se gli si ricorda che, durante la registrazione del disco, Jannacci disse che aveva come scopo “trasformare quattro brasiliani in quattro della Bovisa”, Ricardo ride e commenta: “Ah, Jannacci! Sì, ha vinto la scommessa. Adesso siamo un po’ più milanesi. Ma solo un po’, però. Noi siamo anche brasiliani, spagnoli. Abbiamo preso un po’ da tutti i posti in cui siamo stati. La musica non deve avere frontiere”.
(Cog)
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