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Netanyahu
adesso fermati

Netanyahu <br> adesso fermati

di Paolo Pagliaro

Dopo l’intervento americano al fianco di Israele ed il bombardamento dei siti nucleari in Iran, crescono le preoccupazioni dell’opinione pubblica italiana sugli scenari di guerra. Il 68% teme il rischio di una escalation del conflitto e di un eventuale coinvolgimento del nostro Paese; per 6 cittadini su 10 potrebbero risultare pesanti gli effetti sull’economia europea, con il probabile aumento del costo del petrolio, nel caso di chiusura dello stretto di Hormuz da parte dell’Iran. La maggioranza assoluta teme anche una ripresa del terrorismo internazionale.   È in sintesi quanto emerge dall’indagine realizzata per Otto e Mezzo, nelle ultime 24 ore, dall’Istituto Demopolis.
Nell’ipotesi di un allargamento del conflitto, l’Italia dovrebbe intervenire militarmente al fianco di Usa e Israele nella guerra contro l’Iran? L’opinione degli italiani è in merito nettissima: appena il 19% pensa di sì; il 75%, 3 intervistati su 4, si dichiarano contrari ad un coinvolgimento diretto del nostro Paese.  Nel contempo, sull’altro fronte medio orientale, il giudizio dei cittadini appare molto critico sul Governo Netanyahu: quanto sta accadendo da mesi a Gaza è, per il 76%, una ritorsione smisurata e inaccettabile, che sta sacrificando la popolazione civile palestinese. Per appena il 14% si tratta invece di una giustificabile risposta dopo i fatti del 7 ottobre 2023 ad opera di Hamas.
La convinzione che a Gaza l’esercito israeliano debba fermarsi si è consolidata in modo nettissimo negli ultimi mesi. Lo conferma il trend: nel giugno scorso lo pensava il 58% degli italiani; oggi il dato, ormai politicamente trasversale, è dell’80%.

 

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