Si chiama “patrimoniale” una qualsiasi tassa calcolata sul patrimonio del contribuente, invece che sul reddito. Comunemente vengono annoverate come patrimoniali le tasse sugli immobili o le imposte di successione. Questo tipo di tasse non rappresenta certo una novità nelle strategie fiscali di molti Paesi. In Francia esiste una patrimoniale sul complesso dei beni, introdotta nel 1982 da François Mitterrand, abolita da Jacques Chirac nel 1986 e poi reintrodotta due anni dopo. In Francia, cosi come altri Paesi europei, esistono la taxe foncière, una tassa che grava sui proprietari di immobili simile alla nostra Imu, e taxe d’habitation che viene invece pagata dagli inquilini. Anche nel Regno Unito esiste una tassa sugli immobili, la Council tax. La tassa patrimoniale sulla casa manca in Germania, dove vige invece un’imposta fondiaria stabilita dal governo centrale, variabile nei Land e da città a città. Le proprietà immobiliari, possedute a titolo privato o appartenenti al patrimonio aziendale, sono soggette pertanto a un tributo locale paragonabile all’Imu. Negli Stati Uniti esiste la Property tax. Riscossa da ciascuno dei 50 Stati e oscillante fra lo 0,2 e lo 0,4 per cento del valore catastale dell’abitazione, l’imposta incide su una cifra compresa tra il 3 e il 4 per cento del Pil. Oltre il triplo rispetto allo 0,9 medio calcolato per l’Imu. La differenza abissale con la patria del capitalismo e del mercato è nel peso delle tasse sul lavoro e sui profitti di impresa.
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