Figura preminente del teatro politico che, nella tradizione dei giullari medievali, ha fustigato il potere e restaurato la dignità degli umili. Con queste motivazioni veniva insignito del premio Nobel per la Letteratura nel 1997, l’attore, il drammaturgo, e l’istrione Fo, parola – istrione - che vuol dire tutto e niente, e per questo torna comoda. Per dire, a Luigi Pirandello il premio più ambito nel 1934 andava per il suo schietto e audace tentativo di perpetuare ai massimi livelli drammatici l'arte del teatro. Ad Eugenio Montale, correva il 1975, andava invece per la sua caratteristica forma poetica che, con grande sensibilità, ha interpretato i valori umani nella prospettiva di una vita senza alcuna illusione. Per colui, i cui detrattori danno il lapidario appello di “Dario Fu”, l’onorificenza svedese aveva una connotazione politica: “ha fustigato il potere e restaurato la dignità degli umili”. Insomma, re Carlo Gustavo, il 10 dicembre di sedici anni fa, consegnò la celebre medaglia ad un anarchico (insieme ad un assegno pari a quasi 2 miliardi di lire). Oggi l’anarchico è tra i maggiori sostenitori di un altro dileggiatore del potere di mestiere, che il giorno del Nobel direbbe: “sapete dove dovete ficcarvi quella medaglia…?”, e cioè di Beppe Grillo, che in Svezia conosceranno sicuramente, dato che rilascia interviste solo alla stampa estera. “Dario Fo Presidente della Repubblica”, diceva il comico (o ex comico, non si capisce se c’è una deroga al doppio incarico di leader politico e uomo di spettacolo) di Genova al vecchio attore. Il vecchio attore, che sarà istrione ma non certo ingenuo, declinava, per sopraggiunta troppa età. Ma milita con una certa perseveranza a favore del Movimento 5 Stelle; s’è scoperto anche lui stellato. Il firmamento, nel dopo voto, s’è riempito di 5Stelle eccellenti: da Lapo Elkann (che lo dichiara a “Le Monde”), ad un altro importante attore come Albertazzi, passando per Marisa Laurito (anch’essa collega attrice): “Io non so se Grillo riuscirà a governare, ma me lo auguro, credo molto in questa sua rivoluzione bianca”, dice l’attrice di “Indietro tutta!”. Cantano in “grillese” Eros Ramazzotti e Mina. Per con-cittadinanza con Grillo, Paolo Villaggio, anch’esso comico, anch’esso genovese, gracchia da seguace una definizione di Bersani: “Un mediocre tribuno della plebe. Nessuna pietà”. Chissà se invece Fo (sesto nobel italiano dopo Carducci, Deledda, Pirandello, Quasimodo e Montale), il Fo che ha “restaurato la dignità degli umili”, avrà pietà nel suo eruttivo grillismo. Se la sua intemerata ha lo stesso fine della sua opera: liberare gli oppressi, vendicare gli ultimi. Sarebbe una pena vedere un mito vivente della nostra cultura, fare la fine di un ideologo qualsiasi. Ma la vita è buffa, ed anche un po’ misteriosa.
(© 9Colonne - citare la fonte)