Ryad, 28 gen – Chissà se è davvero una buona notizia quella
che arriva dall’Arabia Saudita, nazione tristemente nota per la sua politica di
discriminazione contro le donne. Il Ministero per le Politiche Sociali di Ryad
ha approvato “in via di principio” una proposta per la creazione di una
organizzazione che avrà il compito di tutelare i diritti delle donne nel regno
wahabita. L’organismo si chiamerà “Istituzione per la Difesa della Donna” è sarà
composto da “accademici e ricercatori”
ai quali sarà delegato il compito di aiutare le donne saudite a migliorare il
proprio status sociale, educativo e culturale attraverso l’educazione e lo
studio. “La maggior parte delle donne
qui vivono sottomesse al dominio degli uomini e non possono partecipare
attivamente alla vita della comunità proprio a causa degli ostacoli imposti
dalla legge e dalla consuetudine” ha spiegato Soleiman al Salman - uno dei
fondatori del futuro organismo – al giornale locale Arab News. Rispondendo alle
molte critiche che hanno accompagnato l’approvazione del progetto in Arabia
Saudita, accusato di violare i principi dell’Islam, al Salman ha dichiarato che
questa iniziativa “non contraddice affatto l’Islam, visto che questa religione
non impedisce alla donna di avere i propri soldi, di guidare o di scegliere il
proprio marito”. In Arabia Saudita infatti - secondo una interpretazione del
tutto arbitraria dei principi della religione islamica - le donne non hanno il
permesso di guidare l’auto, di andare da sole al ristorante e sono costrette a
subire molte restrizioni sociali e in ambito lavorativo, una su tutte l’obbligo
del velo integrale. La creazione di un
istituto per la difesa dei diritti delle donne, del quale in Arabia Saudita si
discute animatamente da due anni, mette in evidenza un cambiamento in atto
nelle società islamiche. Si tratta di un piccolo passo certo – visto che
l’organismo sarà composto da 21 uomini e una sola donna – ma dimostra che,
seppur lentamente, saranno le donne stesse e le società a cui appartengono a lottare
per i propri diritti e per un futuro più libero. Senza alcun bisogno di
importare la democrazia occidentale e le sue bombe.
(© 9Colonne - citare la fonte)