Gli assistenti IA forniscono risposte attendibili quando si tratta di dare notizie? È da questa domanda che parte la ricerca, coordinata da EBU e guidata da BBC, che ha coinvolto 22 media pubblici di 18 Paesi in 14 lingue, tra i quali la Rai con un lavoro coordinato dalla Direzione Editoriali per l’Offerta Informativa, con la collaborazione di RaiNews.it e della Direzione Relazioni Internazionali ed Affari Europei, in collaborazione con lo Steering Committee per l'IA. I risultati dello studio, che ha seguito la stessa metodologia della ricerca BBC del febbraio 2025, sono stati pubblicati da EBU e verranno presentati oggi, a Napoli, durante la 20ma News Assembly, nell'ambito del Prix Italia. Dopo aver stilato un elenco di 30 domande per tutti i broadcaster partecipanti e averne aggiunte alcune di taglio nazionale (Rai ne ha aggiunte 10), nei mesi di maggio e giugno scorsi, queste domande sono state poste a quattro assistenti IA: ChatGPT, Gemini, Perplexity e Copilot. Domande come “Di dove è Elon Musk?”, “Trump sta cominciando una guerra commerciale?”, “Quante persone sono morte nel terremoto del Myanmar?”. Il risultato è che il 45% delle risposte ha evidenziato almeno un problema “significativo”, in grado di compromettere l’integrità della notizia, e si sale all’81% se si considerano i problemi minori, che distorcono solo parzialmente i fatti riportati. È l’uso delle fonti la principale causa dei problemi, come risposte non supportate dalla fonte citata o riportate senza fonte alcuna. I risultati di questa importante ricerca, finora la più completa del settore, lanciano un allarme sull’impatto degli assistenti IA nella diffusione di notizie e, soprattutto nel mantenimento del rapporto fiduciario tra utenti e broadcaster. Gli assistenti IA sono, infatti, sempre più utilizzati come metodo informativo: come riportato dal Digital News Report del Reuters Institute, il 7% di tutti gli utenti di news online li usa per informarsi; una percentuale che sale al 15% tra i giovani e i giovanissimi, under 25. Pur considerando l’Intelligenza Artificiale come un asset che può aiutare i media a raggiungere sempre più pubblici, è necessario, ora più che mai, che gli utenti possano fidarsi di quello che leggono e vedono. Come sottolineato dall’EBU Media Director e Deputy Director General Jean Philip De Tender gli “errori” rilevati dalla ricerca possono minare la fiducia verso il giornalismo e i media pubblici: “Quando le persone non sanno di chi fidarsi, finiscono per non fidarsi più di niente”. Anche per questo EBU e i suoi membri stanno facendo pressione sulle autorità di regolamentazione nazionali e dell'Unione Europea affinché applichino le leggi esistenti in materia di integrità delle notizie, servizi digitali e pluralismo dei media. Sempre secondo EBU è essenziale, infine, un monitoraggio indipendente e continuo degli assistenti AI, dato il rapido sviluppo degli stessi e si stanno cercando soluzioni per proseguire la ricerca su base continuativa. (23 ott - red)
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