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Russia, Onori (AZ): Export dual use aggira le sanzioni Ue, non possiamo permetterlo

Roma, 31 ott – “È fondamentale iniziare a parlarne e sensibilizzare l’opinione pubblica su un tema che, purtroppo, viene sollevato molto raramente: il rischio concreto che le sanzioni europee contro la Russia vengano aggirate tramite triangolazioni commerciali con Paesi terzi”. Lo afferma Federica Onori, deputata di Azione, commentando l’interpellanza urgente presentata oggi alla Camera sulle esportazioni italiane di beni dual use – materiali a uso sia civile che militare – verso la Federazione russa. “Abbiamo portato all’attenzione del governo – spiega Onori – i dati forniti dall’Economic Security Council of Ukraine, secondo cui tra il 2024 e il 2025 aziende italiane avrebbero esportato in Russia, anche tramite triangolazioni con Turchia e Kazakistan, macchinari per un valore di 2,3 milioni di dollari. Parliamo di strumenti che possono essere impiegati anche per produrre missili o componenti di detonatori. La risposta non ci ha rassicurato, è evidente che non possiamo permettere che le restrizioni imposte dall’Unione europea vengano aggirate, perché ciò mina la credibilità delle sanzioni stesse e, in ultima analisi, la coerenza della nostra politica estera”.
Onori sottolinea come la risposta del governo, rappresentato in Aula dalla sottosegretaria, “si sia limitata a richiamare le misure già in atto, che però non sono sufficienti. Serve un controllo più rigoroso, coordinato anche con le autorità europee e con l’Agenzia delle dogane, per evitare che attraverso società fittizie o partner commerciali nei Paesi confinanti con la Russia le merci vengano dirottate oltre confine”. La deputata di Azione richiama l’esempio della Spagna, “dove è stata avviata un’efficace sinergia tra OLAF, polizia nazionale e agenzia delle dogane che ha portato ad approfondimenti giudiziari verso aziende sospettate di triangolazioni. È questa la direzione che dobbiamo seguire anche in Italia”. “Non possiamo pensare di prendere in giro i cittadini europei – conclude Onori –: le sanzioni sono giuste e necessarie, ma devono essere applicate fino in fondo. Altrimenti finiamo per favorire chi aggira le regole a scapito delle imprese che, con senso di responsabilità, hanno rispettato i vincoli imposti dall’Unione europea. In gioco non c’è solo la trasparenza del sistema economico, ma la credibilità stessa dell’Italia e dell’Europa di fronte al conflitto in Ucraina”.
(PO / Reds)

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