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TAJANI: CI BATTEREMO
CONTRO PENA DI MORTE

TAJANI: CI BATTEREMO <br> CONTRO PENA DI MORTE

“La pena di morte non è un deterrente né una soluzione. La vita è un diritto che abbiamo dal momento in cui nasciamo, ed è antecedente al diritto dello Stato a dare delle regole. È un diritto inalienabile”. Lo ha detto il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani intervenendo alla Camera al convegno della Comunità di Sant’Egidio dedicato all’abolizione della pena capitale. Tajani ha richiamato anche l’attualità nazionale: “In Italia è stata approvata una riforma della giustizia, e in questi giorni appaiono tanti casi di errori giudiziari: persone accusate di omicidi terrificanti e dopo 30 anni si scopre fossero innocenti. Chi avrebbe potuto restituire la vita se ci fosse stata la pena di morte? Già è difficile restituire trent’anni perduti. I casi di errori giudiziari sono tanti: neanche un innocente deve andare in galera, e a maggior ragione deve essere ucciso”. Per il ministro, la chiave passa da “pene comminate con processi veloci e giusti”. “Serve la certezza della pena — ha aggiunto — perché spesso c’è troppo lassismo, processi troppo lunghi, e il cittadino si fa delle domande. Una giustizia rapida e con certezza della pena è essenziale anche per rafforzare la fiducia”.

Guardando al contesto internazionale, Tajani ha evidenziato una tendenza positiva: “Si può fare un percorso per arrivare nel giro di pochi anni a una soluzione positiva. Ogni anno, quando c’è il voto sulla moratoria, aumenta il numero dei Paesi favorevoli. Cresce la comprensione dell’inutilità di questa pena, perché non è che dove c’è la pena di morte diminuiscono i reati: non è un deterrente”. Il ministro ha richiamato anche il ruolo dell’opinione pubblica: “Bisogna convincerla, disinnescare la paura del crimine e impedire che nasca la voglia di arrivare alla pena capitale. È un lavoro complesso, che richiede anche di garantire la sicurezza”. Fondamentale, per Tajani, è inoltre il rispetto dei diritti fondamentali: “Il trattamento del detenuto deve rispettarne sempre la dignità”. Tajani ha poi ricordato che “nel triennio 2026-2028 l’Italia sarà membro del Consiglio dei diritti umani dell’Onu e faremo il massimo per far valere la nostra posizione”. Il ministro ha citato infine i suoi viaggi recenti in Africa occidentale: “In Senegal, Niger e Mali abbiamo affrontato questi temi. L’Italia è pronta a fornire le proprie conoscenze ai Paesi amici per un percorso che metta al centro sempre la dignità della persona”.

(Sis) 

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