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direttore Paolo Pagliaro

AIDS, ALLARME OMS
PREVENZIONE RISTAGNA

AIDS, ALLARME OMS <br> PREVENZIONE RISTAGNA

In occasione della Giornata mondiale contro l'Aids, l'Organizzazione mondiale della sanità denuncia come, dopo decenni di progressi, “la risposta all'Hiv si trova a un bivio”. Nel 2024 gli sforzi di prevenzione sono “rimasti stagnanti”, con 1,3 milioni di nuove infezioni, con un impatto sproporzionato sulle ‘popolazioni chiave’ (ovvero gruppi di persone che, a causa di comportamenti ad alto rischio, sono a maggiore rischio di contrarre il virus rispetto alla popolazione generale) e vulnerabili. I dati dell'Unaids (Programma delle Nazioni Unite per l'Hiv/Aids) rivelano che quasi la metà (49%) delle nuove infezioni da Hiv si è verificata tra le ‘popolazioni chiave’ tra cui prostitute, uomini che hanno rapporti sessuali con uomini, donne transgender e tossicodipendenti – e i loro partner sessuali. Mentre prostitute e donne transgender corrono un rischio 17 volte maggiore di contrarre l'Hiv, gli uomini che hanno rapporti sessuali con uomini corrono un rischio 18 volte maggiore e i tossicodipendenti 34 volte maggiore. Tra i fattori scatenanti vi sono lo stigma, la discriminazione e le barriere legali, sociali e strutturali che questi gruppi incontrano per accedere alle cure per l'Hiv. A livello globale, si stima che 40,8 milioni di persone convivano con l'Hiv e 630.000 persone siano morte per cause correlate all'Hiv. Sebbene l'intera portata dell'impatto dei tagli agli aiuti esteri sia ancora in fase di valutazione, si ritiene che l'accesso alla Prep (profilassi pre-esposizione) sia diminuito drasticamente. L'Aids Vaccine Advocacy Coalition stima che, a ottobre 2025, 2,5 milioni di persone che hanno utilizzato la Prep nel 2024 abbiano perso l'accesso ai loro farmaci nel 2025 a causa esclusivamente dei tagli ai finanziamenti dei donatori. Tali interruzioni potrebbero avere conseguenze di vasta portata sulla risposta globale all'Hiv, compromettendo gli sforzi per porre fine all'Aida entro il 2030. L’Oms invita i governi e i partner ad ampliare rapidamente l'accesso ai nuovi strumenti approvati dall'organizzazione, tra cui il lenacapavir (Len), per ridurre le infezioni e contrastare l'interruzione dei servizi sanitari essenziali causata dai tagli agli aiuti esteri. Nonostante le drammatiche battute d'arresto nei finanziamenti, la risposta globale all'Hiv ha acquisito un notevole slancio nel 2025 con l'introduzione e l'approvazione da parte dell'Oms del lenacapavir iniettabile semestrale per la prevenzione dell'Hiv. Il Len, un'alternativa altamente efficace e a lunga durata d'azione alle pillole orali e ad altre opzioni, rappresenta un intervento trasformativo per le persone che incontrano difficoltà nell'aderenza alla terapia e nello stigma nell'accesso all'assistenza sanitaria. A luglio di quest'anno l'Oms ha pubblicato nuove linee guida che raccomandano l'uso del lenacapavir come ulteriore opzione di profilassi pre-esposizione (Prep) per la prevenzione dell'Hiv. Le brusche e improvvise riduzioni dei finanziamenti internazionali di quest'anno hanno portato a interruzioni nei servizi di prevenzione, trattamento e test dell'HIV, con programmi essenziali guidati dalla comunità, tra cui la profilassi pre-esposizione (PrEP) e le iniziative di riduzione del danno per le persone che fanno uso di droghe iniettive, ridimensionate o completamente sospese in alcuni paesi. "Ci troviamo di fronte a sfide significative, con tagli ai finanziamenti internazionali e una prevenzione in stallo", ha affermato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Oms. "Allo stesso tempo, abbiamo grandi opportunità, con nuovi strumenti entusiasmanti che hanno il potenziale di cambiare la traiettoria dell'epidemia di Hiv. Ampliare l'accesso a questi strumenti per le persone a rischio di Hiv ovunque deve essere la priorità numero uno per tutti i governi e i partner". In occasione della Giornata Mondiale contro l'Aids, il cui tema è "Superare le difficoltà, trasformare la risposta all'Aids", l'Oms sollecita un approccio a doppio binario: solidarietà e investimenti in innovazioni per proteggere e rafforzare le comunità più a rischio.  Secondo i dati dell’Istituto superiore di sanità, in Italia nel 2024 sono state effettuate 2.379 nuove diagnosi di infezione da HIV pari a 4 nuovi casi per 100.000 residenti. L’incidenza osservata in Italia è inferiore rispetto all’incidenza media osservata tra i paesi dell’Europa occidentale (5,9 nuove diagnosi per 100.000 residenti). Dal 2012 il numero più elevato di diagnosi è attribuibile alla trasmissione sessuale (in ordine decrescente MSM, maschi eterosessuali e femmine eterosessuali).  Nel 2024, la proporzione di nuovi casi attribuibile a trasmissione eterosessuale è stata del 46% (27,9% maschi e 18,1% femmine), quella attribuibile a maschi che fanno sesso con maschi del 41,6% e quella attribuibile a persone che usano sostanze stupefacenti del 3,8%.     Dal 2012 al 2020 si è osservata una diminuzione delle nuove diagnosi HIV, mentre si rileva un aumento progressivo dal 2020 fino al 2023, con stabilizzazione nel 2024 rispetto all’anno precedente. Nel 2024 sono state notificate 450 nuove diagnosi di Aids, pari a un’incidenza di 0,8 casi per 100.000 residenti. Tra le nuove diagnosi di Aids, l’83,6% riguarda persone che hanno scoperto di essere Hiv positive nei sei mesi precedenti alla diagnosi di Aids.     Dall’inizio dell’epidemia (1982) a oggi sono state segnalate 73.717 nuove diagnosi di AIDS, di cui 48.356 deceduti entro il 2022. (Roc)

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