Roma, 6 feb – Il 6 febbraio 1935 negli Stati Uniti viene
messo in vendita per la prima volta il “Monopoly” che diventerà uno dei giochi
di società più diffusi, con oltre 125 milioni di copie vendute in tutto il
mondo, pubblicato in più di 40 paesi e in oltre 20 lingue diverse (ne esiste
anche una versione bavarese con le strade di Monaco e una catalana con le
strade di Barcellona). La versione statunitense (e anche giapponese) utilizza i
nomi “ufficiali” delle strade: quelle di Atlantic City, nel New Jersey, scelti
negli anni Venti da una signora, Ruth Hoskins, che aveva ricopiato e migliorato
il gioco, ideato all’inizio del secolo da Elizabeth Magie. Una targa all’incrocio
di Boardwalk (Parco della Vittoria in Italia, Mayfair in Inghilterra, Rue de la Paix in Francia, Schlossallee
in Germania, Paseo del Prado in Spagna, ecc...) e Park Place (appunto le due
proprietà più costose del tabellone americano), rende invece oggi onore a
Charles Darrow, il presunto inventore del gioco. La topografia del Monopoli è
ormai una istituzione nazionale se si pensa che quando, nel 1972, un
funzionario comunale di Atlantic City propose di cambiare il nome di Baltic
Avenue e Mediterranean Avenue - che in italiano corrispondono ai nostri Vicolo
Stretto e Vicolo Corto - gli uffici della Parker, la produttrice del gioco,
vennero inondati di migliaia di lettere di proteste e il presidente della
Parker arrivò a sostenere in una affollata conferenza pubblica che queste
strade andavano accostate a luoghi come Broadway e gli Champs Elyses. Il gioco
è arrivato anche nello spazio: due esemplari speciali da utilizzare in assenza
di gravità sono stati realizzati su commissione per la Nasa. Leggendaria la partita
che nel 1963 dei banditi britannici, dopo una clamorosa rapina ad un treno,
giocarono durante le prime 24 ore di latitanza, chiusi in una baracca, usando
le banconote vere del bottino, due milioni di sterline. Banconote finte ma
originali del gioco - e scortate con tanto di furgone blindato - furono quelle
che la Parker Brothers
inviò nel 1961 ad un torneo-maratona di Monopoli all’Università di Pittsburgh
che era rimasto senza soldi (ma il torneo più celebre dopo il campionato
statunitense è quello “Regionale del Nord-Ovest” del più conosciuto dei fan
club, quello di Detroit). Non mancano i record: il tabellone più grande (286 x 233 metri), il tabellone
più piccolo (25 x 25
millimetri), la partita più lunga in un ascensore (384
ore), su un albero (240 ore), sott’acqua (1080 ore), stando appesi a testa in
giù (36 ore) o semplicemente la più lunga partita di tutte (1416 ore). Tra gli
aneddoti famosi figura anche l’incidente accaduto durante una partita tenutasi
nel 1984 in
una prigione di Ashville, nel North Carolina, dove uno dei prigionieri si
arrabbiò talmente da ingoiare un certo numero di case e di alberghi. Il dottore
dell’infermeria che lo visitò lo rispedì in cella scrivendo sulla ricetta: “Andate
in prigione direttamente e senza passare dal via!”. E la frase “Uscite gratis
di prigione” acquistò anche un senso del tutto particolare per i prigionieri
inglesi che durante la seconda guerra mondiale si videro consegnare dalla Croce
Rossa delle scatole di Monopoli per gentile concessione dei tedeschi (nella
Germania nazista Goebbles aveva bandito il gioco perché “giudaico-capitalista”).
Si trattava in realtà di esemplari più o meno ufficiosamente commissionati dal
War Office, diversi dall’originale: includevano mappe che mostravano le vie di
fuga dai diversi campi di prigionia, lime d’acciaio, bussole, carte d’identità
false e marchi tedeschi intrufolati in mezzo alle banconote di gioco.
(Mgr)
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