Da giovedì 21 novembre la galleria “Il Mondo dell’Arte” di Roma ospita, in occasione dei venti anni dalla sua scomparsa, una retrospettiva dal titolo “Novella Parigini. Un mito preannunciato”. Non solo una mostra, ma anche una serie di iniziative dedicate all’artista, simbolo della “Dolce Vita”, che ha segnato con la sua pittura la storia dell’arte contemporanea, rappresentando il secolo passato. L’esposizione - a ingresso libero e in programma a Palazzo Margutta fino al 30 novembre – racconta, attraverso un’ampia raccolta di opere realizzate durante una lunga esperienza artistica, la figura della pittrice e permette di conoscere il costume e la cultura degli anni ‘50 e ‘60 attraverso un intreccio quasi surreale tra i maggiori protagonisti di quei tempi. Un video-testimonianza racconta l’artista, la sua vita e il suo pensiero, mentre una serie di gigantografie riproducono alcune testate dell’epoca e le lettere nelle quali Gabriele D’Annunzio suggerisce il nome di Novella a Emilia, la madre dell’artista. Per l’intera durata dell’esposizione, ogni sera alle 19, attrici professioniste, coordinate da Virginia Barrett, promotrice del progetto “Donne d’amore”, reciteranno, a titolo di denuncia contro il femminicidio e i tanti gravi episodi di violenze rivolti contro le donne, poesie tratte dal libro “Lorma”. La retrospettiva e tutte le altre iniziative a essa collegate vogliono essere il tributo con il quale Elvino Echeoni e Remo Panacchia, rispettivamente direttore artistico e gallerista de “Il Mondo dell’Arte”, unitamente a Benedetta Parigini, figlia dell’artista, rendono omaggio alla donna e alla pittrice, oltre al legame che con lei si è creato e che è stato celebrato anche nel libro “Novella Parigini. Un mito preannunciato” firmato da “Il Mondo dell’Arte”. Le figure femminili dai grandi occhi felini e gli zigomi pronunciati, che se riportate agli anni ‘50 dimostrano l’incredibile modernità di questa pittrice, e i gatti, diventati nel tempo un suo alter ego, sono protagonisti di una contrapposizione tra edonismo ed etica formale, ma rimangono capaci di privilegiare l’espressione libera da qualsiasi legame politico o sentimentale per far emergere una nuova figura d’esempio all’impegno femminile. (PO/red – 13 nov)
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