Scrivi “Coppola” su un qualsiasi motore di ricerca, anche solo mentale, e ti si para davanti un tris d’assi (non tutti sullo stesso piano, in verità): un regista re (Francis Ford); un re dei costruttori - o ‘palazzinari’ a seconda della fedina penale (Danilo, a cui è caduta la corona appunto per problemini legali); e il re dei parrucchieri (Aldo). Dei tre il destino s’è preso per primo l’ultimo, Aldo, che ci ha lasciato pochi giorni fa, a 73 anni. (Ora, c’è un quarto Coppola che potrebbe entrare nel tris per farlo poker, è quel Massimo che figura tra i giurati di “MasterPiece”, il primo talent show per aspiranti scrittori di Raitre, ma è ancora presto per). Aldo Coppola, milanese, è stato un hair stylist (si dice così, stilista dei capelli) famoso nel mondo, una vera e propria star internazionale, creatore di una rete di franchising con decine di affiliati. Un ragazzo prodigio: a 12 anni è già nel salone del padre - allo studio preferirà l’apprendistato - a 15 è il vincitore del campionato italiano dell’acconciatura femminile. Quando aprirà la sua prima bottega, nel 1965, non immagina che c’avrebbero poi lavorato 60 persone. Non immagina che dopo, il suo gruppo, raggiungerà un fatturato di 22 milioni di euro con oltre mille dipendenti. E’ un uomo raffinato: nel 1991 si fa progettare da Philippe Starck il primo salone che diventerà un riferimento per il design, visitato da giornalisti e architetti di tutto il mondo, negozio prototipo per tutti i nuovi saloni “Aldo Coppola”. Per dire, esistono delle sue “accademie” a Milano, come a Mosca.
Siccome stiamo pur sempre parlando di acconciature - qualcosa di relativamente semplice - che Coppola abbia creato un marchio tanto forte in un mondo pieno di forbici e pettini, è un mezzo miracolo italiano. Le cronache raccontano che fu lui a mettere al bando il casco, a disprezzare le cotonature, ad abolire le tinte sintetiche e a liberare le donne dalla schiavitù del boccolo. Il suo impero è stato anche un impero di bellezza: Sophia Loren, come Monica Bellucci sono state alcune delle sue testimonial, come pure Naomi Campbell, Donna Jordan, Linda Evangelista. I giornali hanno dato conto di come la rete abbia reagito alla sua scomparsa. Su Twitter per esempio, come racconta “Repubblica”: “Elena Santarelli lo omaggia postando una foto di loro due insieme; Ana Laura Ribas promette di non cambiare mai il taglio a caschetto che le aveva fatto. Molti preferiscono ricordarlo più come persona che come professionista. Paola Turci scrive: ‘Ho conosciuto Aldo Coppola, a volte abbiamo lavorato insieme ed era una persona bella e simpatica’. Le fanno eco Paola Saluzzi e Benedicta Boccoli, il conduttore Valerio Staffelli (‘Oggi ci ha lasciati un grande amico, una persona meravigliosa, il maestro dei maestri del taglio’) e Albertina Marzotto, che lo ricorda come ‘un uomo unico e speciale. Insostituibile. Con lui se ne va un gran signore, di quella razza in via d'estinzione’”.
Valerio de Filippis
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