Barcellona - “Il rebetiko ha sempre avuto un contenuto eversivo, ha portato in sé il cromosoma della ribellione, della rivolta individuale. Rebeta viene dal turco rebet, ribelle, colui che meno si tira indietro quando le città vanno a fuoco. Il rebeta è uno che non si sottomette al meccanismo del consumo e che semmai cerca la sua bellezza altrove”: così Vinicio Capossela parla del rebetiko, la musica popolare greca al centro del suo ultimo album “Rebetiko Gymnastas”, lavoro che focalizza l’attenzione sul paese ellenico in questo momento così difficile della sua storia. Il cantautore – la cui fama ormai da tempo sta travalicando i confini nazionali – farà tappa con il suo tour in Spagna e Turchia: l’11 dicembre, infatti, Capossela sarà in concerto a Barcellona, alla Sala Apolo, nell’ambito del Festival Millenni, mentre il 17 si esibirà a Istanbul. “Il rebetiko – spiega ancora Capossela - è una musica che lamenta quello che tutti noi abbiamo perduto, una musica che non dimentica le sue origini. Si officia in luoghi chiusi, dove si beve e si privilegia lo struggimento individuale. E’ musica che viene dal basso, che si condivide a tavola, come un’eucarestia”. (9colonne)
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