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PADRE PAOLO DALL’OGLIO DESAPARECIDO E DIMENTICATO

PADRE PAOLO DALL’OGLIO  DESAPARECIDO E DIMENTICATO

di Corona Perer

Desaparecido e dimenticato. Il silenzio da mesi ha avvolto il destino di un uomo che per la pace, il dialogo e la convivenza aveva speso tutta una vita. Dove è padre Paolo Dall’Oglio? È ancora nelle mani di un gruppo jihadista filo-Al Qaida nella città di Raqqa? Sulla sua sorte del gesuita romano scomparso alla fine di luglio nel Nord della Siria  non ci sono notizie precise da mesi. Nel messaggio che il presidente siriano Assad ha inviato al Papa, consegnato il 28 dicembre al segretario di Stato Pietro Parolin da una delegazione del governo siriano, ci saranno notizie al riguardo? Sono in molti a chiederselo. Nell’Urbi et Orbi natalizio il Papa aveva lanciato un nuovo forte appello contro il conflitto siriano, senza però nominare padre Dall’Oglio.
“Brancoliamo nel buio” aveva detto il Mmnistro Emma Bonino a settembre. Il silenzio non permette di capire cosa stia succedendo dopo le voci e le smentite di una possibile uccisione del gesuita apparse su un blog arabo. Dall’Oglio sapeva di essere nel mirino. Dopo la sua espulsione, nel giugno del 2012,  era tornato almeno una volta nei territori controllati dai ribelli nel nord del Paese. Non sarebbe la prima volta che religiosi cristiani finiscono ostaggi dei miliziani ribelli nel nord della Siria. Il 22 aprile scorso vicino ad Aleppo erano stati rapiti due vescovi ortodossi al rientro da una missione. Di loro non si è saputo più nulla. Le chiese ortodosse sono accusate di sostenere il regime di Assad, temendo che si insedi a Damasco un regime fondamentalista islamico sunnita.

Ma Padre Paolo è impegnato da decenni nel dialogo tra cristiani e musulmani,   quando era in Siria apertamente schierato su posizioni anti-regime. Sulle soluzioni del conflitto Abuna Paolo era stato chiaro a Rovereto dove abbiamo avuto modo di ascoltarlo un anno fa. “Servono i caschi Blu, servono almeno 50.000 operatori di pace e serve dialogo: organizzate un evento di confronto tra sciiti e sunniti e dimostrate al mondo che si può vivere insieme questo si può fare” aveva detto aggiungendo la sua personale visione di uomo religioso. “La mistica che non diventa politica mi fa schifo” aveva detto Paolo Dall’Oglio  “Bisogna fermare il massacro ma non si può usare la Siria o strumentalizzarla per blocchi contrapposti Est-Ovest”.
La storia di Paolo Dall’Oglio (nato a Roma nel 1954) è fortemente desertica. Nel 1975 entra nella Compagnia di Gesù e tre lustri dopo (era il 1991) fonda a Deir Mar Musa (Siria) un monastero dentro una rocca che verrà restaurato grazie alla sua tenacia. Il priore del monastero di Mar Mousa, ama i ruderi. “Per me un rudere è un progetto”. Fu guardando il rudere di Mar Musa a sentire l’urgenza di fare. “Ci voleva un trattore che macinasse spirito” racconta. Lui pensava a una comunità monastica autonoma, maschile e femminile, dedita all’accoglienza e al dialogo interreligioso. Così è stato. L’esperienza della comunità, imperniata su vita spirituale, lavoro manuale e ospitalità, ha trovato il suo punto di forza nel dialogo con la religione maggioritaria, l’Islam. Il monastero, inserito in un ambiente fondamentalmente arabo, è stato ristrutturato grazie alla cooperazione tra lo Stato italiano e quello siriano, avviata negli anni Ottanta, e al più recente aiuto dell’Unione europea, con il contributo essenziale dei tanti volontari che si sono avvicendati nei campi di lavoro organizzati presso il monastero.
Paolo Dell’Oglio è rimasto - in quanto uomo di fede - animato da una speranza incrollabile. “Credo che accanto ad una storia di fallimento c’è sempre una crescita di fondo, e ci sono catene di anime che tirano la storia al suo fine spirituale” ha detto il monaco “I siriani sono stati incredibilmente pazienti e hanno sperato che alle timide aperture di Assad padre, il figlio avrebbe risposto con riforme e non con una dittatura feroce. Che va fermata con l’invio dei Caschi Blu, subito!” Era l’agosto 2012. E da allora nulla è successo su questo fronte, ma è arrivato un Papa gesuita. Riuscirà a rompere il silenzio e a far sapere qualcosa?

(31 dic)

(da giornalesentire.it)

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