di Paolo Pagliaro
Sono bastati 21 secondi perché 115 comuni italiani con meno di 5 mila abitanti si spartissero i 100 milioni di euro messi in palio dal ministero delle infrastrutture per consentire l’avvio di piccole opere pubbliche. Per formare la graduatoria del concorso intitolato “6 mila campanili” (perché tanti sono i comuni italiani con meno di 5 mila abitanti) era decisivo l’orario di arrivo della richiesta inviata attraverso posta elettronica. Il sistema del "click day" ha premiato i più i veloci, i più fortunati e quelli con un provider più efficiente. Ha ottenuto 1 milione anche il comune umbro di Pietralunga, nonostante la sua mail sia giunta 1 secondo prima delle nove. Ha giocato d’anticipo e gli è andata bene perché la falsa partenza è stata giudicata compatibile con le regole tecniche sulla validazione della posta elettronica certificata, come da decreto ministeriale del 2 novembre 2005.
Ogni comune ha ricevuto in media 860 mila euro che serviranno per costruire strade, fognature e reti telematiche, per mettere a norma gli edifici pubblici risparmiando energia ed eliminando barriere architettoniche, per prevenire frane e incendi o per misure antisismiche. Altri 100 milioni verranno distribuiti nei prossimi mesi, sempre per opere di piccolo taglio e interventi di manutenzione immediatamente cantierabili. Ma sono gocce nel mare. In Italia gli investimenti in opere pubbliche sono crollati in dieci anni del 37% e per il 2014 il Cresme prevede un’ulteriore riduzione del 2,5%. Enti locali e Regioni, che investirono 19 miliardi nel 2006, l’anno scorso ne hanno messi a disposizione solo 10.
Un prezzo pagato in parte alle ristrettezze della finanza pubblica, in parte al patto di stabilità interno, uno strumento che, a detta di tutti gli amministratori locali di qualunque colore politico, impedisce gli investimenti anche a chi potrebbe permetterseli perché ha tenuto i conti in ordine.
amministrazione