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Missione archeologica in Sudan, “rinasce” la città di Napata

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Missione archeologica in Sudan, “rinasce”  la città di Napata

(12 feb) Chi dice Napata dice un’antica città dell’alta Nubia, a sud dell’Egitto. Un tempo Napata era sinonimo di splendore e potenza. La città - fondata intorno al 1450 a.C. e capitale dell’Egitto durante la XXV dinastia egizia - fu, infatti, uno dei più importanti centri fioriti lungo le rive del Nilo. Aveva il proprio fulcro in una serie di templi edificati ai piedi del rilievo chiamato  “Montagna Pura”. Napata, inoltre, era una delle città sante dove avveniva l’incoronazione del sovrano. Perse importanza e venne distrutta dai romani intorno al 350 d.C. Oggi però il quadro di questa straordinaria città - che ospita ancora le rovine di numerosi templi e palazzi - si sta lentamente delineando grazie ai lavori di una missione archeologica dell’Università  Ca’ Foscari di Venezia, diretta dal professore Emanuele Marcello Ciampini. Attraverso i frammenti di un maestoso palazzo, ormai ridotto a scarsi resti di mura sepolti dalla sabbia, è riemersa, infatti, la vita dell’affascinate città. La missione archeologica italiana in Sudan ha esplorato un’area palatina fiorita nel corso del I sec. a.C. circa nell’antico centro di Napata, la cui fama affonda le radici all’epoca dei faraoni, come testimonia una stele datata a Thutmosi III (XVIII din., XV sec. a.C.) che riconosce la sacralità del luogo.  Col tempo, Napata divenne uno dei più importanti centri religiosi e cerimoniali dell’intera Nubia, legato al culto del dio Amon e alle cerimonie di incoronazione e di legittimazione della regalità nubiana. La stagione del 2013, appena conclusasi, è l’ultima di una serie di indagini che hanno avuto l’avvio nel 1973, e che da tre anni è affidata alla responsabilità dell’Ateneo cafoscarino. (Gil)


SCHEDA / LA STAGIONE DI SCAVO 2013

La complessità dello scavo e l’importanza dei materiali emersi nel corso della missione sono da tempo oggetto di studio da parte del team di ricercatori. Alcuni dei risultati emersi nel corso del lavoro saranno presentati in occasione del prossimo Congresso Internazionale di Studi Nubiani, in programma nel mese di settembre 2014 a Neuchâtel, in Svizzera. Il lavoro della stagione 2013  si è svolto dal 20 novembre al 13 dicembre. Un importante intervento, organicamente legato all’attività di scavo, è stato quello della documentazione dei materiali archeologici, che ha impiegato gli standard già definiti nel corso delle precedenti campagne. Questo intervento è funzionale sia alla ricerca, che all’immagazzinamento e alla conservazione dei reperti. A tale scopo la missione sta procedendo a un lento e accurato lavoro di catalogazione e riordino dei materiali.

(© 9Colonne - citare la fonte)