E' articolato in 1.500 pagine, con oltre 700 lemmi-articoli, 160 box di approfondimento, 17 appendici monotematiche, 500 illustrazioni a colori e in bianco e nero: è il "Dizionario enciclopedico delle migrazioni italiane nel mondo", edito da Ser Itali Ateneo con la collaborazione della fondazione Migrantes e curato da Tiziana Grassi, Enzo Caffarelli, Mina Cappussi, Delfina Licata e Gian Carlo Perego. "E' un evento editoriale e scientifico destinato a lasciare il segno, una fusione tra scientificità e forza divulgativa" commenta Norberto Lombardi, del Consiglio generale degli italiani all' estero, durante la presentazione del volume, questa mattina al The Church Palace di Roma. Tiziana Grassi, curatrice del volume, pone l' attenzione sull' "ottica multidisciplinare" di questo dizionario, nato da un "lavoro di osservazione quotidiana" e che regala "un omaggio a una pagina fondativa della nostra storia, spesso dimenticata". Il Dizionario, frutto del lavoro di 169 autori, nella maggior parte dei casi docenti universitari e rappresentanti di istituzioni e associazioni impegnate nell' ambito delle migrazioni italiane all' estero, racconta la storia italiana della migrazione, tra Ottocento e Novecento, che giunge fino ai nostri giorni con decine di migliaia di italiani che continuano a muoversi verso altre terre.
MONS. MONTENEGRO La migrazione, infatti, non è relegata solamente in un passato lontano, ma - come sottolinea monsignor Francesco Montenegro, presidente della fondazione Migrantes - "fa parte della nostra realtà: riflettere su di essa vuol dire parlare della nostra identità". Un' occasione per riflettere anche sul valore della migrazione italiana, per capire che "la rete di italianità all' estero - sottolinea Lombardi - è un sostegno fondamentale per la nostra storia e uno spessore culturale adeguato permette di capire il suo valore". Proprio dell' importanza di riconoscere il ruolo fondamentale della migrazione, parla anche Goffredo Palmerini dell' Associazione nazionale famiglie emigrate. Secondo Palmerini è necessario "un salto culturale" che permetta alla società civile e alla classe politica di capire che "gli emigrati italiani nel mondo danno un sostegno importante al nostro Paese". Le prime due copie del volume sono state regalate a Papa Francesco e al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, nell' introduzione dell' opera, rende omaggio all' impegno degli italiani all' estero: "Grazie al loro impegno e alla loro tenacia hanno saputo, lavorando duramente, integrarsi con successo nel tessuto politico, sociale ed economico dei Paesi che li hanno accolti".
RAVAGLIA Una terza copia sarà regalata al presidente del Consiglio Matteo Renzi, "accompagnata da una nota - specifica Enzo Caffarelli, esperto di onomastica e curatore del Dizionario - nella quale lo invitiamo a interessarsi maggiormente agli italiani all' estero e a sfruttare questa grande risorsa". Un richiamo anche alle persone in difficoltà che stanno arrivando in Italia. "I drammi come quelli che accadono a Lampedusa ci devono far riflettere" dice Montenegro, mentre Lombardi afferma che "le tragedie che si consumano ogni giorno sulle nostre coste sono sfide difficili per l' Italia che possono essere superate solo se aumenta l' etica della solidarietà". Questo lavoro rappresenta, quindi, la storia dell' Italia, una pagina fatta di coraggio, di sacrifici, di sogni e conquiste e che ha visto partire oltre 27 milioni di connazionali. "Uno strumento nuovo - lo definisce Cristina Ravaglia, direttore generale per gli italiani all' estero e le politiche migratorie del ministero degli Affari esteri - per chiunque voglia accostarsi ai temi migratori, un' analisi importante e un' opera aperta". (11 giu)
IL TAGLIO DEL DIZIONARIO
Presentato a Roma, il Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni Italiane nel Modo (Demim), edito Ser Itali Ateneo con la collaborazione della Fondazione Migrantes e curato da Tiziana Grassi, Enzo Caffarelli, Mina Cappussi, Delfina Licata e Gian Carlo Perego. Il volume si articola in 1.500 pagine con oltre 700 lemmi-articoli, 160 box di approfondimento, 17 appendici monotematiche, 500 illustrazioni a colori e in bianco e nero ed è il frutto del lavoro di 169 autori, nella maggior parte dei casi docenti universitari e rappresentanti di istituzioni e associazioni impegnate nell' ambito delle migrazioni italiane all' estero, supervisionati da un consiglio scientifico di 50 esperti che rappresentano l' Italia e numerose altre nazioni. Il Demim racconta una pagina fondativa della storia italiana quale è stata la grande emigrazione tra Ottocento e Novecento e che giunge fino ai nostri giorni con decine di migliaia di italiani che continuano a muoversi verso altre terre. Una pagina fatta di coraggio, di sacrifici, di sogni e conquiste e che ha visto partire oltre 27 milioni di connazionali, che oggi esprimono un portato di circa 80 milioni di oriundi (gli "italiani col trattino" sparsi nel mondo). Il taglio del Dizionario è scientifico, i testi sono opera di studiosi esperti che hanno approfondito quasi ogni aspetto possibile del grande tema dell' emigrazione italiana con gli strumenti analitici, le fonti accreditate, i richiami bibliografici in una prospettiva transdisciplinare. Tuttavia il taglio è anche divulgativo, perché questi ricercatori e questi docenti universitari e gli altri studiosi che hanno raccolto anche solo per passione o per ricordi personali una messe di testimonianze, di illustrazioni, di documenti, hanno evitato un linguaggio troppo tecnico cercando una dimensione di servizio. Molti sono i rimandi, per facilitare il lettore nella ricerca di articoli che potrebbero presentarsi con l' uno o l' altro nome. Inoltre, ogni voce è accompagnata da una serie di rinvii finali, la traccia di un percorso guidato. Ogni lemma si conclude con una serie di riferimenti bibliografici grazie ai quali gli studiosi e gli appassionati potranno approfondire nelle biblioteche e nelle emeroteche o in rete. Sono circa 3 mila i testi segnalati in sigla alla fine dei lemmi e per esteso nelle 90 pagine finali che riassumono la bibliografia (e la sitografia in Internet con 350 indirizzi) della cui consultazione gli autori si sono avvalsi per redigere gli articoli-voce. Le appendici tematiche riguardano, tra l' altro, l' emigrazione interna; il viaggio, le statistiche, la corrispondenza, l' alimentazione, la genealogia, la lingua, l' onomastica, la letteratura, la musica, il cinema, la fotografia, la devozione, l' associazionismo. Il Dizionario è rivolto a un pubblico vasto ed eterogeneo, in quanto "manuale" della storia e dell' attualità dell' Italia: alle scuole, ai giovani, agli amministratori pubblici, agli operatori culturali e commerciali, a chi ha lasciato l' Italia per seguire un proprio progetto migratorio ma vuole mantenere vivi e saldi i legami affettivi, identitari e socio-culturali con il nostro Paese. Alla presentazione del Dizionario sono intervenuti mons. Francesco Montenegro, Presidente Fondazione Migrantes; Norberto Lombardi, CGIE, Consiglio Generale Italiani all' Estero; i curatori del Dizionario Enzo Caffarelli e Tiziana Grassi; Mario Morcellini, Università "La Sapienza" di Roma; Catia Monacelli, Museo Regionale dell' Emigrazione "Pietro Conti" di Gualdo Tadino; Matteo Sanfilippo, Università della Tuscia di Viterbo; Francesca Alderisi, già conduttrice "Sportello Italia" - Rai International; Goffredo Palmerini, Anfe, Associazione Nazionale Famiglie Emigrate e le conclusioni sono state affidate a Cristina Ravaglia, Direzione Generale per Italiani all' Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli Affari Esteri.
EMIGRAZIONE, NAPOLITANO: DECISIVO CONTRIBUTO A SVILUPPO ITALIA
Una "vera e propria summa di un fenomeno che ha segnato indelebilmente la storia del nostro Paese". Così presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nell' introduzione del Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni Italiane nel Modo (Demim), edito da Ser Itali Ateneo con la collaborazione della Fondazione Migrantes e presentato oggi a Roma. "Non è possibile ignorare - sottolinea il capo dello Stato - il decisivo contributo che milioni di emigranti hanno assicurato allo sviluppo dell' Italia e al suo prestigio nel mondo (à). Grazie al loro impegno e alla loro tenacia, gli italiani hanno saputo - lavorando duramente - integrarsi con successo nel tessuto politico, sociale ed economico dei Paesi che li hanno accolti. Oggi, le nostre collettività all' estero concorrono ancora in maniera essenziale al consolidamento delle relazioni politiche ed economiche tra i Paesi di residenza e la madrepatria, alla diffusione della lingua e della cultura italiana e al rafforzamento dell' immagine del nostro Paese. I lettori, siano essi studiosi dell' emigrazione italiana o desiderosi di approfondire un aspetto fondamentale della nostra storia, troveranno nel Dizionario conferma che gli italiani all' estero hanno rappresentato e rappresentano una risorsa preziosa per l' Italia".
MONS.MONTENEGRO: UN DIZIONARIO PER CELEBRARE LA STORIA D’ITALIANA
"Questo dizionario è un lavoro condiviso con energia e un modo per celebrare la storia italiana dell' emigrazione". Così il monsignor Francesco Montenegro, presidente della Fondazione Migrantes, commenta il "Dizionario enciclopedico delle migrazioni italiane nel mondo", presentato questa mattina presso il Church Palace di Roma. "Il filo rosso di questo lavoro - continua Montenegro - è l' amore per la migrazione e la sensibilità per i migranti; la migrazione fa parte della nostra realtà e riflettere sulla migrazione vuol dire parlare della nostra identità". Il presidente della Fondazione Migrantes ha poi sottolineato il fatto che "la storia della migrazione coinvolge l' Italia" e ha ricordato che "i drammi come quelli che accadono a Lampedusa ci devono far riflettere". "Dobbiamo essere orgogliosi - chiosa Montenegro - di quanto sia stata ed è tutt' oggi la presenza degli italiani all' estero".
LOMBARDI (CGIE) : RETE ITALIANI ALL’ESTERO FONDAMENTALE PER NOSTRA STORIA
"E' un evento editoriale e scientifico destinato a lasciare il segno, una fusione tra scientificità e forza divulgativa". A dirlo è Norberto Lombardi del Consiglio Generale degli Italiani all' Estero, durante la presentazione presso The Church Palace di Roma del "Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni Italiane nel Mondo". "La rete di italianità all' estero - continua Lombardi - è un sostegno fondamentale per la nostra storia e uno spessore culturale adeguato permette di capire il valore della migrazione italiana". Lombardi pone inoltre l' attenzione sui "drammi che si consumano sulle nostre coste, una sfida difficile per l' Italia che può essere superata solo se cresce l' etica della solidarietà".
RAVAGLIA: DIZIONARIO ANALISI IMPORTANTE E OPERA APERTA
"Questo dizionario è un nuovo strumento per chiunque voglia accostarsi ai temi migratori, è un' analisi importante e un' opera aperta". Così Cristina Ravaglia, direttore generale per gli italiani all' estero e le politiche migratorie del ministero degli Affari esteri, in un messaggio in occasione della presentazione a Roma, del "Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni Italiane nel Mondo". "La conservazione della memoria storica - continua Ravaglia nel messaggio letto dal giornalista Rai Sandro Petrone, che ha moderato l' appuntamento - è l' impegno che dobbiamo portare avanti e, in questo senso, il museo nazionale dell' Emigrazione italiana è un vero e proprio punto di riferimento".
LA GIORNATA E L’INTERVENTO DI MONS. MONTENEGRO
Grande successo per la presentazione del primo Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni Italiane nel Mondo di Tiziana Grassi, Mina Cappussi, Enzo Caffarelli, Delfina Licata e Giancarlo Perego, che si è tenuta lo scorso 11 giugno presso The Church Palace (Domus Mariae), in via Aurelia 481 a Roma. Dietro il corposo tomo, 1.500 pagine con 700 lemmi-articoli e 160 box di approfondimento, 17 appendici monotematiche, 500 illustrazioni a colori e in bianco e nero, l’idea geniale di due studiose d’eccezione, il direttore Umdi, Mina Cappussi, e la collega giornalista Tiziana Grassi, che hanno ideato e portato avanti il progetto originario che si è andato via via arricchendo e integrando, fino all’opera attuale, grazie al contributo essenziale della Fondazione Migrantes, di Monsignor Giancarlo Perego, della studiosa Delfina Licata, del prof. Enzo Caffarelli. Il Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni Italiane nel Mondo è infatti il frutto del lavoro di 168 autori, per lo più docenti universitari e rappresentanti di istituzioni e associazioni impegnate nell’ambito delle migrazioni italiane all’estero, supervisionati da un consiglio scientifico di 50 esperti che rappresentano l’Italia e numerose altre nazioni. Ed è stato proprio S.E. Mons. Francesco Montenegro, presidente della Migrantes, ad aprire il dibattito su invito del moderatore, il giornalista Rai, Sandro Petrone. “Benvenuti in questa giornata dedicata all’Emigrazione Italiana - ha detto Mons. Montenegro - agli Emigrati italiani di ieri e di oggi, a decine di migliaia di uomini e donne di coraggio che hanno cercato, oltre i confini nazionali, la possibilità di realizzare il sogno di una vita migliore”. “In molti sono riusciti in questa impresa: chi immediatamente, chi dopo del tempo. Oggi ci ritroviamo a raccontare queste storie e lo facciamo insieme, ciascuno rispetto alla propria prospettiva di lavoro e di analisi, ma con uno scopo comune che è quello di celebrare la Storia dell’Italia della migrazione, che è stata prima storia di emigrazione poi storia di immigrazione e che oggi è, allo stesso tempo, ancora storia di emigrazione e immigrazione”. “Il primo aspetto è il valore del lavorare insieme e in sinergia. Non è scontato che il lavoro con l’altro sia semplice, perché ciascuno mette del suo, le proprie conoscenze, le proprie esperienze culturali. Scendere a compromessi sia con se stessi e sia con l’altro per trovare i punti in comune è quanto di più difficile e scomodo da fare. Ma passato questo ostacolo, - ha detto Mons. Montenegro - quando il lavoro è veramente condiviso la soddisfazione è tanta. Il DEMIM, Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni italiane nel Mondo è un’opera condivisa da circa 170 autori, con una regia – e non poteva essere altrimenti. Mi hanno raccontato della gestazione faticosa negli anni e di quanto sia stato difficile trovare legami e punti in comune quando gli stili, le professionalità, i punti di vista sono diversi.Ma se c’è una cosa che accomuna tutti questi autori, e che poi è una sorta di filo rosso da rintracciare per tutta l’opera, è proprio l’amore per la migrazione e la sensibilità per i migranti. Non voglio dimenticare nessuno, ma ringraziare tutti sì - ha continuato Mons. Montenegro - Ciascun autore, ciascun ente, struttura, organizzazione per la quale ogni autore lavora. Ognuno di noi è parte di questa storia che oggi raccontiamo: ne siamo testimoni, ma ne siamo anche protagonisti ciascuno con la propria esperienza personale e familiare”. “La multiculturalità fa parte della nostra realtà - ha detto Mons. Montenegro - ma noi italiani siamo stati tra i primi a produrla e ad esserne portatori. Oggi, riflettere sull’emigrazione significa parlare della nostra identità, in virtù dei percorsi che si sono tracciati nelle nostre storie familiari. In queste pagine ritroviamo, in qualche modo, la storia personale familiare e nazionale di ciascun italiano: di ognuno di noi, quindi, al di là degli studi intrapresi, della professione esercitata e del cammino di fede”. “La società cambia, ma il destino migrante dell’uomo resta e lo tocchiamo con mano nei volti di tanti giovani che oggi decidono di prendere un aereo o un treno per cercare all’estero quel faticoso lavoro che in Italia non trovano. Ma lo vediamo anche nei volti sfiancati di fatica dei tanti migranti che approdano a Lampedusa e sulle coste della Sicilia, occhi che hanno visto la guerra, la fame, la violenza che aspirano alla giustizia e alla dignità. Come essere sordi al fratello che bussa alla nostra porta oggi? Proprio noi che abbiamo bussato per tanto tempo e che oggi ricominciamo a cercare la felicità da un’altra parte che non è la Bella Italia? La storia della migrazione coinvolge l’Italia e gli italiani oggi in modi diversi. I tempi sono cambiati: l’Europa chiama a nuovi diritti e a diversi doveri, a una nuova cittadinanza. Il lavoro della Chiesa in Italia per le migrazioni si muove su due direttive: evangelizzazione e promozione umana. L’evangelizzazione porta necessariamente a valorizzare nella immigrazione, la presenza di circa un milione di cattolici di altre nazionalità, seguiti da 750 comunità e da 1.500 sacerdoti non italiani; e, in emigrazione, ad accompagnare gli italiani nei diversi paesi del mondo. L’evangelizzazione si apre al dialogo ecumenico – non dimentichiamo il milione e 500 mila ortodossi presenti in Italia e i 300mila riformati – come anche al dialogo interreligioso con un milione e 600 mila musulmani e il milione di altre persone che credono in almeno 189 altre religioni o sette”. “La promozione umana porta a lavorare per i diritti delle persone migranti con un’attenzione particolare al tema dei diritti dei lavoratori, la protezione sociale e umanitaria, il diritto all’asilo, al ricongiungimento familiare, evitando che le migrazioni siano un motivo di lotta o conflitto sociale e combattendo ogni forma di discriminazione sociale e culturale. Fondazione Migrantes, in particolare, è chiamata per statuto a studiare le migrazioni e da molti anni è attiva promotrice della conoscenza dell’emigrazione italiana di ieri e di oggi attraverso l’annuale Rapporto Italiani nel Mondo, – la cui nona edizione è in fase di preparazione come molti di voi presenti, autori, collaboratori, redattori, promotori sapete – un prezioso sussidio socio-culturale-pastorale che si avvale, anch’esso, della collaborazione di molti autori provenienti dal mondo accademico, dalle istituzioni e dall’ associazionismo. Ma è indubbio che oggi parlare di promozione umana e di diritti significa anche parlare delle nuove forme di mobilità, dei tanti giovani che oggi in Europa lavorano senza aver contatti con l’Italia istituzionale, senza sapere come comportarsi con i contratti e la previdenza. Significa far fronte a nuove formule di welfare per i lavoratori, per le famiglie che si trovano a vivere e operare tra due o più contesti geografici lontani. Significa anche ripensare l’associazionismo, caratterizzandolo contemporaneamente per l’attenzione sociale e culturale. Richiamo, a tal proposito, l’importanza di alcuni operatori che in Italia e all’estero sono chiamati a dare supporto ai migranti: nei Consolati, nelle Ambasciate, ma anche nelle associazioni, nei patronati. Senza dimenticare i nostri sacerdoti impegnati nelle migrazioni e per la mobilità, i religiosi e le religiose, i tanti laici impegnati nel volontariato. A tal proposito sottolineo il ruolo svolto dalle Missioni Cattoliche Italiane, che fin dall’inizio della vicenda migratoria sono state un presidio indispensabile per i connazionali. A tutti loro va il ringraziamento della Chiesa e la fiducia in un futuro caratterizzato da ancora più entusiasmo. Chiudo con il ringraziamento ai curatori dell’opera – Mina Cappussi, Enzo Caffarelli, Tiziana Grassi, Delfina Licata, Gian Carlo Perego – per l’impegno profuso; al Comitato Scientifico che ha sostenuto il cammino; ancora a ciascun autore. A tutti un doveroso ringraziamento per il servizio reso all’Italia tutta che da oggi può ripensare a se stessa e migliorarsi per il futuro attraverso la riflessione a cui la lettura di queste centinaia e centinaia di pagine spinge. Riprendendo il pensiero del nostro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano – che ha voluto aprire il Dizionario con un suo personale saluto e qui siamo tutti a ringraziarlo – possiamo sentirci orgogliosi di quanto preziosa sia stata e sia tutt’oggi, la presenza degli italiani all’estero”. Tra gli altri interventi, quelli di Norberto Lombardi, CGIE, Consiglio Generale Italiani all’Estero, Tiziana Grassi, tra i curatori e ideatori con Mina Cappussi del progetto Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni Italiane nel Mondo, Mario Morcellini, “Sapienza” Università di Roma, Matteo Sanfilippo, Università della Tuscia di Viterbo; Francesca Alderisi, già conduttrice “Sportello Italia” – Rai International; Biagini, Università Sapienza di Roma, Corsini, Direttore Rai World, Goffredo Palmerini, ANFE, Associazione Nazionale Famiglie Emigrate; Enzo Caffarelli, direttore editoriale del Dizionario Enciclopedico– SER Itali Ateneo. Non ha presenziato, per un impegno sorto all’improvviso, Cristina Ravaglia, Direzione Generale per Italiani all’Estero e le Politiche Migratorie del Ministero degli Affari Esteri. Un pensiero di saluto è stato rivolto dalla Alderisi al compianto Mirko Tremaglia, il “padre” del voto per gli Italiani all’estero. (13 giu)
PALMERINI (ANFE): DIZIONARIO DELLE MIGRAZIONI ARRIVI NELLE SCUOLE E NON SOLO
“Sono davvero lieto e onorato d’essere partecipe della presentazione di quest’opera di capitale importanza per la diffusione della conoscenza e della storia del fenomeno migratorio italiano. Non solo come persona che per piccola parte vi ha contribuito, ma anche in veste di rappresentanza dell’Associazione Nazionale Famiglie Emigrati (ANFE), una delle più longeve e prestigiose associazioni che da 67 anni si occupa di emigrazione, in Italia e all’estero”. Così Goffredo Palmerini, rappresentante dell’Anfe - Associazione Nazionale Famiglie Emigrati - in occasione della presentazione, lo scorso 11 giugno a Roma, del Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni Italiane nel Mondo, edito da SER ItaliAteneo e Fondazione Migrantes e curato da Tiziana Grassi, Enzo Caffarelli, Mina Cappussi, Delfina Licata e Gian Carlo Perego. “Porto quindi il saluto dell’ANFE e del suo presidente Paolo Genco, anche con un pizzico d’orgoglio, da aquilano quale sono, per essere concittadino della fondatrice dell’associazione, Maria Agamben Federici, una delle donne più tenaci e straordinarie dell’Italia repubblicana che molto contribuì, nella Commissione dei 75 e nell’Assemblea Costituente, a scrivere la nostra Carta costituzionale. Un grande merito spetta a chi ha ideato, promosso, organizzato e realizzato il primo Dizionario Enciclopedico delle Migrazioni Italiane nel Mondo (cito Tiziana Grassi per tutti), a chi vi ha in qualche misura contribuito. E non solo per il valore scientifico e culturale dell’opera in sé, certamente indubbio, quanto piuttosto per sottolineare la rilevanza di un’opera sistemica e pluridisciplinare che va a coprire un vuoto d’interesse editoriale durato decenni, sebbene pubblicazioni siano state comunque prodotte su specifici campi di ricerca e d’attenzione verso il complesso fenomeno dell’emigrazione italiana. Si deve alla Fondazione Migrantes, con il suo ponderoso Rapporto sugli Italiani nel mondo, quest’anno alla sua nona edizione, l’avvio d’una ricognizione annuale organica sulla nostra emigrazione e sopra tutto d’aver aperto la traccia per un approccio e un metodo non episodico nello studio del fenomeno migratorio. Di certo numerose sono le pubblicazioni sui vari aspetti dell’emigrazione prodotte da associazioni di settore - anche l’ANFE ha un corposo elenco di volumi editi -, da studiosi e ricercatori che hanno contribuito e contribuiscono alla migliore conoscenza della storia e dell’attualità della presenza italiana nei cinque continenti. E tuttavia un’opera così composita e strutturale come il Dizionario sicuramente mancava. Ora la lacuna è colmata. Il Dizionario vede oggi la luce avendo potuto contare su una qualificata schiera di autori e sulla supervisione d’un Consiglio scientifico internazionale di grande prestigio, un cespite rilevante sul quale poter fare affidamento anche in futuro, per ulteriori auspicabili iniziative. Giova evidenziare come assuma rilievo il taglio dell’opera che, senza far torto al rigore scientifico, si apre alla divulgazione verso una più lata comunità di lettori. Aspetto questo non di poco conto, nella mirata esigenza di raggiungere il più vasto pubblico. Se infatti la nostra emigrazione di qualcosa ha bisogno, in primis necessita d’essere conosciuta seriamente, di entrare nella Storia d’Italia come le compete, di avere un posto di riguardo nei programmi d’insegnamento delle nostre scuole e università, per l’eccezionale dimensione sociale e culturale che l’ha accompagnata in ogni angolo del mondo e per quanto gli emigrati italiani hanno dato e stanno dando al proprio Paese, in termini economici, politici e culturali, grazie al prestigio e al ruolo sociale che si sono conquistati all’estero, nei tanti Paesi della nostra emigrazione”. “Diciamolo senza velature ed ipocrisie. L’emigrazione italiana, i nostri emigrati, tra le innumerevoli difficoltà cui sono andati incontro, diffidenze e pregiudizi, se non anche ogni forma d’angherie e soprusi prima di poter realizzare il proprio riscatto, certamente non pensavano che in Patria si sarebbe realizzata una singolare specie di rimozione del fenomeno migratorio e della sua storia dolorosa. Un atteggiamento di sufficienza che pervade ancora una buona parte della classe dirigente del Paese, della politica e delle Istituzioni, che da un lato aveva ed ha tuttora scarso interesse verso gli Italiani all’estero e ciò che rappresentano, dall’altro gli riserva un paternalismo di maniera che si nutre d’una conoscenza assai epidermica e lacunosa, per usare un eufemismo, sul complesso mondo della nostra emigrazione. Un fatto per certi versi inconcepibile per un Paese come l’Italia che ha conosciuto una vera e propria diaspora, a cavallo dei due secoli scorsi, con 30 milioni di connazionali emigrati, ora diventati un’altra Italia persino molto più numerosa di quella dentro i confini”. “C’è dunque bisogno che le due Italie si conoscano e si riconoscano, come avverte chiunque abbia occasione d’incontrare - e a me capita spesso - le comunità italiane all’estero, la cui più acuta amarezza verso il Paese delle loro origini è appunto la constatazione d’una insufficiente conoscenza delle loro realtà, d’uno scarso interesse, se non d’indifferenza, verso quanto esse rappresentano. Non hanno bisogno pressoché di nulla, gli Italiani nel mondo, solo di essere conosciuti, riconosciuti, considerati. E pensare che gran parte di loro, in ogni angolo del pianeta, si è conquistato stima ed apprezzamento in società a forte competizione, eccelle nell’imprenditoria, nelle professioni, nelle università, nei centri di ricerca, nella cultura, è presente corposamente nei Parlamenti e nei Governi. E’ un’altra Italia dignitosa, corretta, competitiva che con testimonianze di vita esemplari dà lustro alla Patria, come ci ricorda il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nella sua bella lettera di saluto che apre il Dizionario. Quanto sarebbe auspicabile, e persino utile oggi al Paese ancora nelle secche d’una brutta congiuntura economica, che queste due Italie si riconoscessero, che operassero in sinergia mettendo insieme i migliori talenti”. “E’ possibile tuttavia che a tanto si arrivi. Ma occorre un grande salto culturale che cancelli usurati archetipi e vecchi cliché sull’emigrazione e ci si apra alla conoscenza vera della nostra emigrazione, dello straordinario mondo delle comunità italiane all’estero, eccezionale risorsa sulla quale investire per fare più grande l’Italia, per unire le due Italie. Per questo edificante obiettivo è necessaria una buona informazione e la conoscenza. Dunque prezioso è il Dizionario che oggi si presenta, un sussidio agevole e organico che favorisce efficacemente la divulgazione per la conoscenza della nostra emigrazione e della sua Storia”. “Dovrebbe pertanto entrare, il Dizionario, come un essenziale strumento didattico in tutte le scuole, nelle associazioni culturali, nelle rappresentanze sociali ed economiche, nelle case. Dovrebbe diventare sopra tutto un vademecum per ogni eletto nelle Istituzioni. Quando questo dovesse accadere, con la conoscenza appropriata della nostra emigrazione, a nuovi ed ambiziosi traguardi potrebbe aspirare l’Italia, facendo affidamento sul giacimento di valori, d’esperienze, d’orgoglio nazionale e d’amor patrio che trova radici nella cultura millenaria, nella creatività e nel talento della nostra gente, come pure nel sedimento di sofferenze e privazioni che hanno alimentato il riscatto materiale e morale degli Italiani nel mondo. Un immenso patrimonio per la nostra Italia, da valorizzare e di cui andare davvero fieri”.
(© 9Colonne - citare la fonte)