Capita di sentire un ronzio e alzare gli occhi al cielo dove volteggia un elicottero oppure capita, specialmente d’estate, di sentire un simile ronzio e veder passare una bella vespa rossa che trasporta giovinezza e libertà. In entrambi i casi, non tutti sanno che in quel ronzio c’è il genio di Corradino D’Ascanio, ingegnere abruzzese ideatore del primo prototipo di elicottero moderno e progettista della Vespa Piaggio. Nato il primo febbraio 1891 a Popoli, comune in provincia dell’Aquila, da Giacomo e Anna De Michele, Corradino ha operato in diversi campi e i suoi brevetti testimoniano quanto fosse in grado di precorrere i tempi. Fin da ragazzo è appassionato di aeronautica, una scienza quasi sconosciuta. Costruisce aerei in legno e stoffa e li fa volare sulle colline del paese.
A 15 anni, dopo tre anni dal primo volo dei fratelli Wright, D'Ascanio trova il “suo” volo e costruisce una sorta di deltaplano, che usa per lanci sperimentali sempre dalle colline di Popoli.
Per diventare ingegnere D'Ascanio però deve trasferirsi a Torino dove si laurea al Regio Istituto Superiore d’Ingegneria. Come molti giovani della sua generazione, nel dicembre 1914 si arruola volontario ed entra nell’Arma del Genio, nella divisione “Battaglione Aviatori” di Torino, dove viene assegnato al collaudo dei motori e collabora all’avvio, in Italia, della produzione dei motori “La Rhone”. Sarà grazie al suo genio e alla sua intraprendenza nello sperimentare se sui velivoli militari italiani verrà installata la prima radiotrasmittente e applicato un meccanismo di riscaldamento dei motori degli aeroplani contro il congelamento dell’olio. Così si conquista la fama di “problem solver”. Nel 1917 è l’amore a guidarlo in una nuova invenzione: a Popoli volendo parlare con la fidanza Paola Paolini, non esistendo ancora il telefono, D'Ascanio installa un sistema di telecomunicazione, sistemando nelle due abitazioni apparecchi a batteria locale e inserendoli nella rete elettrica dell’illuminazione che eroga corrente solo nelle ore notturne.
Non manca per l’italiano D'Ascanio l’esperienza americana: nel 1918 si trasferisce negli Stati Uniti dove costituisce una società aeronautica con il figlio di Gabriele D'Annunzio, l’ingegnere Ugo Veniero, per la realizzazione di un aeroplano equipaggiato con un motore di motocicletta Harley Davidson mai entrato in produzione, motivo per cui D’Ascanio riprende la via dell’Italia. Tante le invenzioni che ci ha lasciato: dal distributore di sapone al torchio per la pressatura delle olive, dal forno elettrico per la cottura del pane e per la pasticceria alla macchina per la catalogazione e ricerca rapida di documenti e, anche, il segnalatore di eccesso di velocità per veicoli. Ma il primo amore non si scorda mai. Così l'inventore abruzzese, dopo aver sposato la sua fidanzata Paola, brevetta nel 1925, l’elicottero a due eliche. Nel 1945 terminato il conflitto mondiale, mentre i migliori ricostruiscono l’Italia, D’Ascanio viene chiamato da Enrico Piaggio per la costruzione di un motociclo a basso costo, accessibile a tutti. L’ingegnere non ama le motociclette ma questo non lo fermò e ideò quella che sarebbe diventata la motocicletta più famosa al mondo: la Vespa.
Il primo modello, la 98, nel 1946 viene esposto al salone del ciclo e motociclo di Milano. L’ingegnere non si ferma e avvia una collaborazione con l’Agusta, la prima azienda italiana produttrice di elicotteri e nel ‘73 deposita due brevetti: uno per il “Sollevatore e trasportatore per persona allettata”, l’altro per un “Attrezzo per ginnastica e massaggio dorsale” da autentico antesignano del fitness. Morto a Pisa il 6 agosto 1981, D’Ascanio è sepolto a Popoli nella tomba di famiglia da lui disegnata come una grande colonna spezzata.