Pino Mango “non è stato considerato per quanto valesse. Adesso, dopo la sua morte, avrà sicuramente una valutazione più grande”: parole non di circostanza quelle di Mogol, presente oggi a Lagonegro (Potenza) – città natale dell’artista, dove è stato proclamato il lutto cittadino - per l’ultimo saluto al cantante scomparso tragicamente nella notte tra domenica e lunedì, colpito da un infarto durante un concerto a Policoro (Matera), mentre intonava “Oro”, forse il suo più grande successo. Una morte alla quale si è aggiunta poche ore dopo quella del fratello Giovanni, morto durante la veglia funebre, anche lui probabilmente a causa di un infarto e le cui esequie sono state celebrate sempre oggi. Un tragico destino che si abbattuto su una famiglia: anche Armando e Michele, altri due fratelli dell’artista, sconvolti dal dolore si sono sentiti male, ma ora fortunatamente stanno meglio. Una folla commossa ha atteso il feretro nel piazzale antistante la Chiesa Madre di Lagonegro, dove hanno avuto luogo i funerali, presieduti dal vescovo Francesco Nolé e concelebrati dal parroco don Mario Timpone. “Non lascerò che il tuo volo cancelli la tua presenza nel mio cuore” recitava uno striscione, firmato da una “rondine”, a rievocare uno dei tanti successi di Mango. Alle esequie hanno preso parte anche il presidente della Regione Basilicata Marcello Pittella e il sindaco di Lagonegro Domenico Mitidieri. “Papà non è solo un artista, papà è la persona più brava che io abbia mai conosciuto” è il ricordo intimo della figlia Angelina, mentre la moglie Laura Valente, anche lei cantante, ha sottolineato che “Pino è sempre stato un uomo libero, non sapeva solo cantare ma sapeva anche parlare bene perché aveva bei pensieri”. Tra gli artisti presenti anche il batterista della Pfm, Franz Di Cioccio, mentre Mogol ha rievocato la sua collaborazione con Mango: “La nostra canzone migliore? Sicuramente ‘Mediterraneo’, una canzone epica che è andata al di là delle mie capacità” sottolinea il paroliere, che ricorda il cantante come “un artista generoso. Aveva una gentilezza d’animo e una sensibilità eccezionale, come ha potuto vedere tutta l'Italia quando si è sentito male sul palco. Era un lucano Doc, un artista diverso con una unicità particolare non rintracciabile anche in altri grandi artisti”. (Roc – 10 dic)
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