Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

Lidia Ravera racconta
"Gli scaduti"

Libri
Ogni settimana uno scaffale diverso, ogni settimana sarà come entrare in una libreria virtuale per sfogliare un volume di cui si è sentito parlare o che incuriosisce. Lo "Speciale libri" illustra le novità delle principali case editrici nazionali e degli autori più amati, senza perdere di vista scrittori emergenti e realtà indipendenti. I generi spaziano dai saggi ai romanzi, dalle inchieste giornalistiche, alla storia e alle biografie.

“GLI SCADUTI” DI LIDIA RAVERA
“Gli scaduti” di Lidia Ravera (Bompiani, nelle librerie dal 12 febbraio) racconta un futuro prossimo e possibile. Dopo gli anni del “grande disordine” (questi), prende il potere, in nome dei trenta e quarantenni, il Partito Unico. La nuova regola impone un ritorno coatto alla natura: a venticinque anni ogni donna deve fare un figlio, i matrimoni fra un uomo di cinquanta anni e una donna di trenta sono vietati, è vietata la chirurgia plastica e così via. L'obbligo più pesante di tutti è la “scadenza”: compiuti i sessanta anni si viene ritirati dalla circolazione. Si lascia non soltanto il lavoro ma la casa, la libertà, tutto. Se si è abbastanza ricchi si va a stare in un hotel termale in una località sconosciuta, se si è più poveri si finisce nelle caserme. Il partito dice che si va a stare bene. Rilassati, sereni, a riposo. Lontani dalla concorrenza di chi ha un corpo ancora giovane. Ma è vero? Umberto, amministratore delegato di una azienda importante, è il primo a partire. Sua moglie, Elisabetta, ha quattro anni meno di lui. Anche lei è un pezzo grosso. Sono due adulti giovanili e professionalmente realizzati. Ma, soprattutto si amano. Hanno un figlio di trentacinque anni, Matteo, che, come da regolamento, si insedierà nella loro casa con la sua compagna venticinquenne, incinta. Elisabetta cerca di abituarsi a questa strana vedovanza di stato. Il partito unico ha promesso che le coppie si ricongiungeranno, quando la moglie avrà raggiunto anche lei l’età fatidica. Ma dice la verità, il partito unico? E Matteo è con loro o contro di loro? Elisabetta incomincia a sospettare. È pronta ad accettare tutto, ma non di essere separata per sempre da Umberto. Prima tenta la via della mediazione, poi, coraggiosamente, la fuga. Nel suo esilio dorato, anche Umberto reagisce, dopo una prima fase di stupore. Sono due non-riconciliati, Umberto ed Elisabetta. Alla fine riusciranno a ricongiungersi. Ma quanto durerà? Alla fine Matteo fomenterà la rivolta. Per amore di sua madre oppure perché, prima o poi, ci arriviamo tutti, alla “scadenza”? Lidia Ravera ha raggiunto la notorietà con il romanzo di esordio “Porci con le ali” (1976), manifesto della generazione degli anni settanta e vero e proprio libro-culto, oltre due milioni e mezzo di copie vendute, ristampato nei Tascabili Bompiani. La sua attività di scrittrice conta 28 opere di narrativa. Le più recenti: “Maledetta gioventù”, “Né giovani né vecchi”, “In quale nascondiglio del cuore”, “La festa è finita”, “Sorelle”, “Il freddo dentro”, “Eterna ragazza”, “Le seduzioni dell’inverno” (finalista al Premio Strega 2008), “Il dio zitto”, “La guerra dei figli”, “A Stromboli”, “Piangi pure”. (PO / Red)

“IL GRANDE CALIFFATO” DI NERI POZZA
Il giorno in cui, per la prima volta, parlarono a Quirico del califfato fu un pomeriggio, un pomeriggio di battaglia ad Al Quesser, in Siria. Quirico era prigioniero degli uomini diJabet al Nosra, Al Qaida in terra siriana. Nell'Est vicino all'Eufrate, già si mormorava della crescita di una sigla ancor più radicale, Isis, il cui mistero aumentava la paura. Sequestratori e sgozzatori di occidentali, raccontavano testimoni tremanti arrivati da Raqqa, la loro capitale. Domenico Quirico, giornalista della stampa, racconta “Il Grande Califfato” nel libro edito da Neri Pozza. Abu Omar, il capo del drappello di Jabet al Nosra fu categorico con Quirico: “Costruiremo sia grazia a Dio Grande Misericordioso - disse - il califfato di Siria. Ma il nostro compito è solo all'inizio... Alla fine il Grande Califfato rinascerà, da EI Andalus fino all’Asia”. Tornato in Italia, Quirico cominciò a segnalare questo progetto del califfato, che anche altri comandanti delle formazioni islamiste gli avevano ribadito, non come un sogno ma come il loro piano strategico a cui si attenevano e collegavano i piani di battaglia. Non ci fu alcuna eco a questa rivelazione. Molti polemizzarono sgarbatamente: erano sciocchezze di qualche emiro di paese, suvvia il califfato roba di secoli fa, così si praticava la pericolosa islamofobia. Nel giro di qualche mese, tutto è cambiato e il Grande Califfato è una realtà presa in seria considerazione dalle cancellerie e dai governi di tutto il mondo. Questo libro è un viaggio, un viaggio vero, con luoghi, strade, città villaggi e deserti, sulla concreta esistenza, appunto, del Grande Califfato. (Red)

“LA VERA STORIA DEL NASO DI PINOCCHIO” DI LEIF GW PERSSON
In una sola settimana, il commissario Evert Backstrom si ritrova tra capo e collo tre casi quanto meno inusuali: un coniglio vittima di maltrattamenti preso in carico dalla protezione animali, un gentiluomo amico del re picchiato nei pressi del castello di corte con un catalogo d’arte di Sotheby’s, e per concludere l’omicidio di un equivoco avvocato che gli regalerà il più bel giorno della sua vita. Anche se la regola d’oro di qualsiasi indagine dice di diffidare delle coincidenze, nulla fa pensare che gli episodi siano legati tra loro. Questa la trama di “La vera storia del naso di Pinocchio” di Leif GW Persson, edito da Marsilio (Katia De Marco). In splendida forma, ormai una leggenda, il commissario più sgradevole, maschilista e corrotto di tutta la polizia di Stoccolma si ritrova a indagare su un traffico di icone russe e preziosi oggetti d’arte, tra cui spicca uno splendido carillon con le sembianze di Pinocchio realizzato da Fabergé per il piccolo zar Aleksej. Un oggetto prezioso che, dopo molti anni e varie peripezie, finisce in Svezia, prima a casa dell’avvocato assassinato e poi nelle tasche di Evert Backstrom, rendendolo custode di una storia che avrebbe tranquillamente potuto cambiare il corso dell’umanità, se solo fosse finita in modo diverso. Con la nuova indagine guidata dall’investigatore più marcio del corpo di polizia svedese, Leif GW Persson, criminologo d’eccellenza, si conferma uno dei pochi autori di genere capaci di far sbellicare il lettore dalle risate e di fornirgli nello stesso tempo un ritratto critico e tagliente della società contemporanea. (Red)

“UN’ANIMA PER L’EUROPA” DI GUIDO VACIAGO
Proseguire sulla strada dell’unione? Come? Quella che abbiamo oggi è una unione economica solo in minima parte: troppo ancora contano le decisioni dei governi, nazionali e locali, e le tante corporazioni di ogni paese. Né si può parlare di unione monetaria finché non si realizza l’unione bancaria. Allora che cosa fa difetto alla nostra ‘unione molto incompleta’? È mancata soprattutto – come sottolinea questo lucido saggio – la volontà di realizzare un destino comune. Ogni unione presuppone infatti il desiderio di realizzare un bene che ci accomuna, cioè quanto si fa “per” gli altri e non solo “con” gli altri. Di qui l’importanza della solidarietà e della cooperazione, valori senza i quali il sogno europeo di venticinque anni fa rischia di svanire. Questa la trama di “Un’anima per l’Europa” di Guido Vaciago, pubblicato dalla casa editrice “Il Mulino”. Vaciago, docente di Economia monetaria nell’Università Cattolica di Milano, è presidente di REF.ricerche, è autore di numerosi saggi di politica economica e monetaria nonché editorialista del “Sole 24 Ore”. (Red)

“LA GUERRA FREDDA ECONOMICA” DI ADRIANA CASTAGNOLI
Negli anni della guerra fredda Washington mise in campo un ampio spettro di strumenti per contrastare l’espansione del blocco sovietico. La “guerra fredda economica” condotta dagli Stati Uniti, fatta di misure come sanzioni economiche e controlli sugli scambi commerciali est-ovest, nonché di aiuti ad alleati e a paesi terzi, coinvolse direttamente anche l’Italia orientandone in maniera decisiva i flussi degli scambi. Adriana Castagnoli nel libro “La guerra fredda economica. Italia e Stati Uniti 1947-1989” (pubblicato dalla casa editrice “Il Mulino) mette in luce le complesse relazioni politiche ed economiche tra Stati Uniti e Italia che contraddistinsero la nostra collocazione nel blocco occidentale e determinarono, anche per questa via, un modello di sviluppo anomalo e segnato da una forte dipendenza dalle multinazionaliamericane nei settori tecnologicamente più avanzati. Un effetto a lungo termine che continua ancora oggi a manifestare le sue conseguenze. (Red)

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