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TRA ARTE E LETTERATURA, L’ELEGANZA DANDY IN MOSTRA AL MUSEE DIOR

TRA ARTE E LETTERATURA, L’ELEGANZA DANDY IN MOSTRA AL MUSEE DIOR

Parigi, 20 giu – E’ un suggestivo tuffo nel passato la mostra in corso al Musée Dior di Granville, in Normandia. La casa natale del celebre sarto francese, trasformata ormai da vent’anni in un museo, ospiterà fino al prossimo 21 settembre “Dandysmes, 1808-2008″, un’originale esposizione dedicata alla leggendaria eleganza di Oscar Wilde e dei suoi emuli, che dello stile e dell’originalità nel vestire fecero una vera e propria dottrina. Due i piani dell’abitazione interamente dedicati all’esposizione: abiti, quadri (splendidi i ritratti di Jean Cocteau e Robert di Montesquieu, dipinti rispettivamente da Emile Blanche e Giovanni Boldini), lettere, manoscritti, accessori che hanno segnato lo stile di un’epoca. Tutti rigorosamente originali. Tra i pezzi clou una camicia bianca dello stesso Wilde, appartenuta allo scrittore nei bui anni del suo esilio volontario a Parigi (periodo in cui visse sotto lo pseudonimo di Sebastian Melmoth) al termine del processo e degli anni di carcere che gli furono inflitti a causa della sua omosessualità. L’anno scelto per la mostra, che ripercorre due secoli di storia, vuole celebrare il bicentenario della nascita dello scrittore Jules Barbey d’Aurevilly, autore di un importante trattato sul tema: “Du Dandysme et de Gorge Brummel”, pubblicato nel 1845. Lo stesso Christian Dior fu un appassionato ammiratore di d’Aurevilly: il suo stile eclettico influenzò profondamente molte delle creazioni del grande sarto che, inserendo nell’abbigliamento femminile elementi dell’eleganza maschile, fu un antesignano dell’androginia nella moda, del cosiddetto “dandismo al femminile”. In una foto d’epoca lo stilista è ritratto nei panni d’Aurevilly per il famoso “Bal des Artistes” del 1956. Per il suo costume si ispirò proprio al ritratto dello scrittore francese realizzato da Emile Levy nel 1881 (prestato per l’esposizione dal Museo della Reggia di Versailles), che lo raffigura in tutta la sua imponenza, con i suoi vistosi baffi e una cravatta di merletto. Anche l’erede di Dior, l’inglese John Galliano, ha scelto lo stile dandy per la collezione di alta moda che ha celebrato il sessantesimo anniversario della maison. Tra i dandy passati alla storia non poteva mancare il nome del Conte Robert de Montesquieu, che ispirò a Proust il personaggio di Saint Loup per il celebre classico “Alla ricerca del tempo perduto”. A contraddistinguere il suo stile, racconta una lady del tempo, erano i completi verde pistacchio o azzurro cielo con i gilè di velluto, le giacche dalle fodere iridescenti e gli immancabili guanti. Anche il meno affascinante Honoré de Balzac aveva aspirazioni dandy: il museo è riuscito a ottenere in prestito il famoso bastone da passeggio tempestato di turchesi dal quale non si separava mai.
(A. Sc.)

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