(4 gennaio 2017) C’è tempo fino al 19 gennaio per ammirare, a New York, l’opera di Guido Cagnacci della Pinacoteca di Brera “Cleopatra Morente”. Pittore del periodo barocco (1601-1663), le cui opere sono caratterizzate dall'uso del chiaroscuro e dalla sensualità che traspare della maggior parte dei suoi soggetti, Cagnacci ha calcato la scena artistica del Seicento, interpretando un ruolo di primaria importanza: fu insuperabile nel porre in scena grandi storie religiose. Ma la genialità di Cagnacci non è fatta solo di questo. Il pittore raggiunse l’apice del suo percorso in quelle opere, come i cosiddetti “quadroni” forlivesi con la Gloria di san Mercuriale e di san Valeriano, in cui seppe creare scenografie di cieli tersi, impossibili eppure reali, dove lo spazio è dilatato in una dimensione mentale capace di contenere la strabordante fisicità delle figure. Cagnacci non è così noto al di fuori della ristretta cerchia di curatori, collezionisti e intenditori. Tuttavia è un grande artista e il fatto che tre diverse e importanti istituzioni culturali di New York City ospitino tre dei suoi capolavori è motivo di celebrazione. La “Cleopatra morente” è il dipinto esposto all'Istituto Italiano di Cultura mentre il Norton Simon Museum ha eccezionalmente prestato alla Frick Collection la Maddalena Penitente e presso il Metropolitan Museum i visitatori possono ammirare un'altra versione de la Morte di Cleopatra. La mostra presso l’Istituto Italiano di Cultura di New York integra, infatti, il progetto di riscoperta per il pubblico americano e di valorizzazione della produzione artistica di Guido Cagnacci, iniziato sin dal mese di ottobre, con l’esposizione curata dalla Frick Collection, dedicata al capolavoro della Maddalena penitente, della Norton Simon Art Foundation di Pasadena. In collaborazione con la Pinacoteca di Brera e in seguito al recente intervento di restauro diretto da Letizia Lodi, l’esposizione all’Iic di New York è accompagnata da una pubblicazione curata da Lisa Hilton e Letizia Lodi, edita da Skira editore. (red)
SCHEDA / LA BIOGRFAIA
Prima di stabilirsi a Forlì ha vissuto a Roma dove ha avuto modo di incontrare il Guercino, Guido Reni e Simon Vouet. Si presume sia stato un apprendista presso l’oramai anziano Ludovico Carracci a Bologna. Si trasferisce quindi a Venezia sotto il nome di Guico Baldo Canlassi da Bologna, dove intraprese l’intensa produzione di quei quadri “da stanza” in cui è prevalente il tema del nudo femminile che ne hanno consacrato la fama. In effetti, lo strenuo confronto con tali soggetti lo condusse a soluzioni di straordinaria naturalezza ed eleganza, che, se allora gli procurarono i favori di un’ampia committenza, ricca e disinibita, oggi continuano ad affascinare per la conturbante e sottile malizia che li percorre. Dalla personalità complessa alcuni contemporanei lo hanno definito un eccentrico, "inaffidabile e di dubbia moralità", muore a Vienna nel 1663.
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