È stata inaugurata a Berlino la mostra fotografica “Brutalist Italy”, dedicata alla documentazione fotografica realizzata da Roberto Conte e Stefano Perego, che hanno percorso più di 20.000 chilometri attraverso la penisola italiana per fotografare gli edifici del Brutalismo, dalla Casa del portuale di Napoli al cimitero di Jesi, dal Santuario di Monte Grisa a Trieste alle “Lavatrici” di Genova. L’idea della mostra nasce dalla pubblicazione omonima di Conte e Perego (Brutalist Italy. Concrete architecture from the Alps to the Mediterranean Sea, Fuel London 2023), che presenta una selezione di oltre cento edifici brutalisti italiani raccontati attraverso 146 immagini, e che ha riscosso un notevole successo di pubblico e critica a livello internazionale. Dall’introduzione di Adrian Forty: “È soprattutto nella volontà di riconoscere che il cemento possa riferirsi a più di un’epoca, rappresentando contemporaneamente presente (o futuro) e passato, che gli architetti italiani si sono distinti dai loro colleghi all’estero. Nel corso del XX secolo è stato prevalentemente considerato un materiale orientato al futuro: indicava un’epoca non ancora arrivata e si negava strenuamente che avesse anche un passato. Ma le specifiche circostanze italiane hanno reso gli architetti impazienti di rappresentare il suo passato oltre al suo futuro”. Un’iniziativa della Dgdp – Unità per il coordinamento degli Istituti italiani di cultura del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in collaborazione con l’Istituto italiano di cultura di Berlino.
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