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Il blackout e la riscoperta della fragilità del mondo iperconnesso: le reazioni degli italiani in Spagna

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Il blackout e la riscoperta della fragilità del mondo iperconnesso: le reazioni degli italiani in Spagna

All’improvviso la Spagna, tutta, si è spenta. Il blackout, seguito da un tam tam di informazioni sempre più allarmiste e l’impossibilità di verificarle con i mezzi che ormai consideriamo scontati, hanno gettato la nostra comunità in uno sconcerto profondo che, con il passare delle ore, si è trasformato in grave preoccupazione. “Il blackout e la riscoperta della fragilità del nostro mondo iperconnesso”: così ha sintetizzato il Consigliere CGIE Pietro Mariani ciò che ognuno di noi ha sentito quando ci siamo ritrovati sbalzati ad un’epoca in cui non esistevano né l’elettricità né tanto meno il mondo virtuale che ci permette di viaggiare e di comunicare senza muoverci dalla nostra scrivania.

“Il blackout di ieri -ha proseguito Pietro Mariani - è stato un brusco promemoria della nostra dipendenza dall'elettricità. In un istante, tutto ciò che diamo per scontato -la connessione internet, i telefoni cellulari, la comodità della domotica-, è svanito nel nulla. Per ore, siamo tornati a un passato che molti di noi non avevano mai davvero vissuto. Come italiano che vive in Spagna, ho sperimentato questa condizione in modo intenso: il silenzio improvviso delle notifiche, l'impossibilità di comunicare con amici e familiari se non di persona. In questo isolamento digitale, ho riscoperto la radio a transistor con le pile, una tecnologia che sembrava appartenere a un altro tempo ma che ieri è stata una finestra sul mondo. Era lì, funzionante, affidabile, pronta a raccontarmi gli aggiornamenti senza dipendere da server remoti o reti mobili. Questo evento ha rivelato le debolezze di un sistema che si vanta di essere sofisticato ma che, senza elettricità, semplicemente si ferma. Senza corrente, il mondo si paralizza, mostrando la sua vulnerabilità. È stata una lezione importante, un promemoria di quanto la resilienza sia spesso legata a strumenti semplici, analogici, capaci di funzionare anche quando tutto il resto fallisce. Forse dovremmo imparare da questa esperienza e integrare più soluzioni indipendenti nella nostra vita quotidiana. Perché nel momento in cui l'elettricità scompare, ciò che resta sono le risorse più essenziali: la comunità, l'adattabilità e, magari, una vecchia radio con le pile”.

Ed in effetti in strada capannelli di persone si sono formati attorno alle radio delle macchine o a quelle vecchie radioline a pile ritrovate tra i cimeli familiari.
“Ieri la Spagna ha superato una grande prova - ci dice Andrea Lazzari presidente del Comites di Madrid e coordinatore dell’Intercomites Spagna – Alle 12,30 tutto si è fermato, sono cadute le linee elettriche e di conseguenza, siamo rimasti senza luce in casa, senza internet, bloccati nei treni, nelle metropolitane, con i semafori spenti. La popolazione, superato lo stupore iniziale, e dopo aver cercato di capire cosa stesse succedendo anche ascoltando le notizie dalla radio della macchina o da quelle portatili, ha preso coscienza del fatto che si trovava ad affrontare una situazione totalmente anomala. Grande difficoltà hanno dovuto superare tutti coloro che sono rimasti bloccati nei trasporti ferroviari e che sono stati aiutati dall’unità speciale dell’esercito, dalla polizia e da tutte le forze dell’ordine che hanno organizzato anche posti di emergenza nei quali trascorrere la notte. Anche per coloro che erano in metropolitana i disagi sono stati gravi. Le forze dell’ordine hanno organizzato l’evacuazione dei vagoni e hanno messo a disposizione un servizio di autobus. Comunque, per molti il ritorno a casa è stato davvero complicato. Per quanto riguarda coloro che invece si trovavano in casa, e soprattutto per chi vive in piccoli centri, la giornata di ieri si è trasformata quasi in una festa perché le persone si sono ritrovate in strada, per conversare e capire cosa stesse succedendo. Stare 10 ore senza telefono è stata un’esperienza, oserei dire, interessante. A Madrid abbiamo notato come si riunivano gruppi di persone anche sconosciute che tornavano a parlare tra di loro. Verso sera, a partire dal nord e dal sud della Spagna si è iniziato a ristabilire il servizio elettrico che ha ripreso a funzionare nella notte in tutto il paese. Attualmente siamo al 99 per cento e i servizi stanno riprendendo quasi completamente. Da sottolineare che, ancora una volta, è emerso il senso civico della grandissima maggioranza della popolazione. Il paese intero ha mostrato di essere all’altezza della situazione anche in momenti di grande incertezza e difficoltà”.
Maurizio Mior, Presidente del Comites delle Canarie ha commentato: “Nelle Isole Canarie non abbiamo avuto un’interruzione dell’elettricità per cui non ci sono stati problemi di sicurezza come nella zona peninsulare del paese in cui le persone sono rimaste bloccate nei treni, nelle metropolitane o negli ascensori. Si è invece evidenziato un fenomeno di carattere sociologico che obbliga a una riflessione. Nel pomeriggio quando è iniziato il blackout le linee telefoniche hanno cominciato a diventare più lente e la connessione ad essere molto molto debole. Verso le 19 è caduta completamente e siamo rimasti isolati fino a oltre la mezzanotte avanzata. In questa situazione così anomala abbiamo potuto rilevare che un buon numero di persone, avendo perso la possibilità di connettersi con il telefonino, non è uscito da casa. Le strade erano semideserte, i locali pubblici, sempre molto affollati, erano praticamente vuoti. Ciò ci fa capire che, se negli anni passati, quando potevamo disporre solo dei telefoni fissi, prima di uscire di casa ci si sentiva e si davano appuntamenti precisi, tipo “ci vediamo alle 18 davanti alla statua di Garibaldi, non fare tardi”, oggi, sapendo che ci possiamo comunicare in qualsiasi momento, ci diamo appuntamenti di massima e poi sul luogo cerchiamo di capire dove si trova ciascuno e ci si incontra. Non abbiamo più la capacità di interagire uno con l’altro e ciò ci porta a preferire di restare in casa piuttosto che affrontare la strada senza telefonino. Siamo diventati tanto dipendenti dalla connessione immediata che ci troviamo in difficoltà quando dobbiamo agire lontani dal nostro cellulare. Ieri sera questa reazione è stata evidenziata in maniera forte. Pur non essendoci nessun problema, pur senza correre nessun pericolo, con l’illuminazione di sempre e i semafori funzionanti, molte persone non sono uscite di casa. Considero che dovremmo riflettere molto su questo aspetto perché ci fa capire quanto le nostre vite siano influenzate dalla tecnologia. Chissà se, con l’Intelligenza Artificiale, la situazione non peggiori ulteriormente e che si finisca per abituarsi non solo a non comunicare ma anche a non ragionare”.

Vari i punti di vista espressi dai rappresentanti dell’associazionismo italiano a Madrid che qui di seguito riportiamo.
Giulio Tinessa tesoriere di Arci Madrid: “Noi di Arci Madrid abbiamo seguito con grande apprensione la situazione del blackout soprattutto perché questa sera abbiamo in programma uno dei nostri eventi più importanti, il secondo tributo a Fabrizio De André e molti musicisti erano in viaggio da altre parti della Spagna. Per fortuna siamo riusciti a superare tutte le difficoltà e a confermare il nostro evento. All’inizio ci siamo sentiti tutti smarriti e preoccupati ma una volta ancora è emerso il senso di solidarietà all’interno dei nostri affiliati che hanno cercato in tutti i modi di aiutare i vicini e di raggiungere fisicamente amici che vivono nella stessa zona per avere loro notizie”.

Andrea Perobelli vicepresidente dell’associazione veneta Il Ceppo: “Ieri ho parlato con varie persone e per tutti all’inizio è stato un po’ uno scossone perché non si sapeva cosa pensare e giravano informazioni diverse. Chi aveva internet, come me per esempio che mi trovavo nella zona di Torrejón dove si riusciva ad avere un po’ di connessione, poteva leggere di tutto. Qualcuno parlava anche di cyber attacco. Comunque, superato il primo momento di confusione e nonostante l’enorme traffico di persone che cercavano di tornare a casa come potevano, io credo sia importante sottolineare gli aspetti positivi. Tutti hanno risposto con grande senso di responsabilità. Nelle strade ho visto un’organizzazione direi sorprendente grazie anche ai volontari che hanno aiutato a dirigere il traffico. È stato bello vedere anche che i madrileños non hanno perso l’abitudine della chiacchierata e della birretta, affrontando tutto con uno spirito molto positivo. Non ho percepito paura, anzi ho visto come la gente ha cercato di riunirsi e di mantenere un atteggiamento sereno. Poteva andare peggio, per cui sono molto contento di aver visto come la città si organizzava. Tanto di cappello alle autorità e alle persone, a Madrid tutta che è riuscita a vivere con grande spirito civico una situazione difficile”.

Elisabetta Bagli presidenta dell’associazione Latium: “Quella di ieri è stata una giornata che non dimenticheremo facilmente. Il blackout che ha colpito gran parte della Spagna ha reso impossibile lo svolgimento della conferenza Dal Foro Romano al Consolato. Storie di Cittadinanza, un evento a cui tenevamo moltissimo, e che voleva offrire un momento di riflessione e orientamento alla comunità italiana e ai tanti discendenti italiani che vivono nel Paese. Abbiamo ricevuto numerose manifestazioni di interesse e partecipazione, segno tangibile che questo tema tocca il cuore e l’identità di molti. È stato doloroso dover rinviare, ma lo rifaremo a breve, con la stessa energia, presso la Camera di Commercio, e i relatori, l'Avv. Riccardo D'Angelo e il Prof. Michele Testoni. Quello che è accaduto ci pone però davanti ad una riflessione più ampia: in un Paese moderno e interconnesso, episodi come questo ci ricordano quanto siano fragili le nostre infrastrutture e quanto sia urgente garantire livelli di sicurezza adeguati alla vita civile e culturale delle nostre comunità. Continueremo a lavorare con ancora più determinazione per creare spazi di dialogo, e conoscenza”.

Erika Bezzo, presidenta dell’Associazione Italia Altrove: “La giornata di ieri è stata emozionalmente impegnativa, una giornata in cui ci siamo resi conto di come l’assenza di comunicazione possa provocare angoscia. Credo di poterlo dire a nome di molte persone che sono rimaste senza contatti perché non funzionavano né internet né la rete telefonica. L’impossibilità di sapere cosa stesse succedendo credo sia stato il fattore più critico. Qualcuno forse ne ha approfittato per rilassarsi, godersi il sole o un buon libro ma in gran maggioranza la cosa più preoccupante è stata la mancanza di accesso alle informazioni. Quando poi ha iniziato a funzionare la radio, le persone che hanno avuto la possibilità di ascoltarla si sono un po’ tranquillizzate. Angoscia ha causato anche l’impossibilità di comunicare con i propri cari. Noi italiani, che spesso abbiamo anche una seconda linea telefonica, per qualche secondo all’inizio del blackout siamo ancora riusciti a comunicare con l’Italia. È il mio caso. Ho potuto parlare con mia sorella e ho saputo da lei, che era in Italia, che tutta la Spagna era isolata. Che cosa possiamo trarre come insegnamento da tutto questo? Al di là di tutte le ipotesi possibili perché ancora non conosciamo bene le cause del blackout è importante che ci si renda conto di come, sia a livello individuale sia a livello sistemico, siamo piuttosto impreparati ad affrontare situazioni di emergenza. Lo dico a livello individuale, familiare, perché molti di noi non avevano scorte pronte. A Madrid abbiamo avuto sempre l’acqua ma in alcune zone della Spagna è mancata anche quella e quasi nessuno aveva scorte o sistemi tipo kit di emergenza con scatolame, fiammiferi, torce, candele, acqua. Sono cose alle quali non siamo abituati a pensare. A livello paese abbiamo dovuto renderci conto che siamo molto più fragili di quanto credessimo e che dobbiamo imparare da questa esperienza per capire che è necessario fare investimenti in direzioni che ci consentano di reagire più rapidamente e di essere meno vulnerabili rispetto ad eventi straordinari come questo, che speriamo non si verifichino troppo frequentemente. Comunque, non conoscendone ancora le cause, non possiamo neanche escluderlo”.
Attilio Mingolla, Presidente dell’Associazione Pugliese: “Come presidente dell’Associazione Pugliesi in Spagna, non posso non condividere una riflessione dopo il blackout di ieri. Un episodio che ci ricorda quanto siamo dipendenti dall’energia elettrica, non solo per la nostra comodità, ma anche per tutto ciò che riguarda la vita quotidiana, i servizi essenziali e le attività economiche. Sarà importante capire cosa è successo, perché episodi del genere non possono più coglierci impreparati”.

Michele Alberighi, Presidente dell’associazione Emiliano Romagnoli: “Il blackout elettrico che ha colpito ieri la Spagna è stato, credo per tutti, un qualcosa di assolutamente incredibile ed imprevisibile. All’improvviso ci si è ritrovati senza comunicazione, senza possibilità di poter continuare a lavorare e con una sensazione definirei di spaesamento. Chi era a casa si è ritrovato isolato, chi era al lavoro ha impiegato ore per ritornare a casa, chi ha figli è stato costretto ad andare di corsa alle scuole che hanno chiuso in anticipo per garantire la sicurezza degli studenti. I negozi e gli esercizi commerciali sono rimasti chiusi e in generale tutto appariva caotico, ma direi anche “normale” dal momento che non si è preparati per avvenimenti come questo. Per fortuna, la luce è stata ripristinata gradualmente, raggiungendo il 99,95% della fornitura elettrica già questa mattina. Per quanto riguarda gli altri soci/componenti dell’Associazione, con la maggior parte di essi, non appena sono stati ripristinati i canali di comunicazione che siamo soliti utilizzare (vedasi whatsapp su tutti), ci siamo scambiati alcuni messaggi giusto per sapere come stessero e se tutto fosse sotto controllo. Fortunatamente è stato così per tutti. C’è già chi vaticina che in futuro episodi del genere possano ripetersi, speriamo di aver “imparato” la lezione e, nel caso, di essere tutti un po’ più preparati”.

Maurizio Speranza Presidente dell’Associazione Italia Aquí: “Il black out in Spagna, Portogallo e parte della Francia ha avuto risonanza almeno in gran parte d’Europa, con i principali media del continente che ne hanno dato ampiamente notizia. Questo dimostra l’eccezionalità dell’evento che ha coinvolto la quasi totalità della popolazione, confermando la connessione di tutto il Paese, sia al suo interno che nei dintorni. A questo si aggiunge la sensazione sempre più evidente della nostra dipendenza dalla gran parte della tecnologia che ci circonda: computer, telefoni cellulari, trasporti e molto altro, inutilizzabili senza elettricità. Da apprezzare l’atteggiamento della popolazione che, dopo un iniziale smarrimento, ha reagito con compostezza agli eventi, a volte non rinunciando alle sue abitudini quotidiane, soprattutto quelle che riguardano i bar”.

Antonio Romani Vicepresidente dell’Associazione Marchigiani in Spagna: “Come Associazione Marchigiani in Spagna, abbiamo seguito con attenzione e preoccupazione le ore del blackout che ieri ha interessato diverse aree del Paese. Appena abbiamo avuto notizia dell’interruzione elettrica, approfittando dei minuti di comunicazione di cui è stato possibile disporre all’inizio, abbiamo lanciato un messaggio sulla chat interna dell’Associazione per raccogliere segnalazioni e assicurarci che tutti i nostri soci stessero bene. Fortunatamente, non ci sono stati incidenti tra i nostri iscritti. Tuttavia, i primi momenti sono stati vissuti con angoscia e disorientamento in assenza di informazioni chiare e univoche e per la preoccupazione che generavano notizie – in parte contraddittorie – che parlavano di persone rimaste bloccate negli ascensori o di treni fermi nel nulla. Questo episodio ci ricorda quanto sia importante, in situazioni simili, la tempestività delle comunicazioni ufficiali e il valore della solidarietà all’interno delle comunità. Ringraziamo tutti i soci che, appena possibile, hanno condiviso aggiornamenti in tempo reale, contribuendo a rassicurare gli altri membri. Dopo questa esperienza consideriamo importante rafforzare le reti di supporto e informazione in caso di emergenza all’interno della nostra collettività e rinnoviamo la nostra disponibilità ad offrire la nostra piena collaborazione”.

Per concludere riproduciamo un post che Alberto Caltabiano, Presidente dell’Associazioni dei siciliani, ha pubblicato non appena è stata ripristinato il servizio elettrico:
“Luce appena tornata in Spagna
Giornata da blackout totale.
Niente lavoro, solo bambini da rincorrere, giochi al parco e cucina creativa a base di cibo in scatola.
Doccia fredda per veri guerrieri e serata a lume di candela.
Bisognava disconnettersi per riappropriarsi della vita”.

(Mariza Bafile, La Voce d’Italia)


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