CAPILLARITA’ DEI COMITES NON SI TOCCA, ALMENO 3 MLN PER L’EDITORIA
Il Cgie ha dato il primo via libera alla sua autoriforma e a quella dei Comites, vale a dire a due dei tre livelli di rappresentanza degli italiani all'estero. Lo ha fatto approvando, il 31 marzo nel corso dell'ultima giornata dell'assemblea plenaria annuale del Consiglio generale degli italiani all'estero, una bozza di riforma che non va comunque considerata come la versione definitiva che sarà inoltrata agli uffici legislativi della presidenza del Consiglio: c'è ancora infatti la possibilità di ulteriori proposte di modifica affidata, come dice il segretario generale Michele Schiavone, "a una lettura più attenta da parte di tutti i consiglieri". Nel frattempo però due sono le cose sicure: che non ci saranno modifiche né riguardo i componenti di nomina governativa del Cgie, né sul numero minimo di iscritti all' Aire necessari per costituire un Comites di Paese. Per quanto riguarda quest'ultimo punto infatti, non ci sarà l'innalzamento ipotizzato: "il limite rimarrà fissato a 3mila - ha spiegato - perché è imprescindibile mantenere una capillarità dei Comites". Maggiore bagarre c'è stata in assemblea sulla questione membri di nomina governativa, in seguito a un ordine del giorno di Paolo Brullo, fortemente contestato, che ne prevedeva la conferma, ma senza diritto di voto ed esclusivamente con il ruolo di "esperti": odg infine letteralmente fatto carta straccia dallo stesso Brullo "avendo constatato che c'è ancora piena unità in questo Cgie, era solamente un test". Qualche momento di tensione anche per l'odg che chiede alla Farnesina di intitolare a Mirko Tremaglia una sala del ministero, approvato senza unanimità (33-5). Il Cgie ha anche rilasciato un parere sostanzialmente favorevole alla scheda di decreto della presidenza del Consiglio sull'editoria italiana, inserendo nel proprio parere non vincolante la richiesta che il fondo per l'editoria non dovrà prevedere una cifra inferiore ai 3 milioni di euro annui per i quotidiani italiani diffusi all'estero. Abbozzata poi la questione dell'organizzazione di una conferenza stato-Regioni-Cgie, che dovrebbe passare dall'istituzione di un coordinamento, una cabina di regia tra le Consulte regionali per l'emigrazione, attualmente undici. "A volte abbiamo dato troppa importanza alle regioni, nel senso che era un errore per noi il fatto che ogni regione pensasse solo ai propri emigrati. E' per questo che noi abbiamo creato un forum con le associazioni coinvolgendo anche le regioni, per evitare dei regionalismi" ha spiegato il consigliere Franco Dotolo. L'assemblea inoltre ha ripreso il rema della creazione di uno statuto dei transfrontalieri, che come ha spiegato il relatore Mirko Dolzadelli "è un fenomeno in costante aumento, che riguarda per l'Italia circa 90mila persone, oltre 70mila delle quali in Svizzera, ma anche in Francia, Austria, Slovenia, Croazia. L'apertura di una discussione su uno Statuto dei lavoratori frontalieri è propedeutica a un intervento europeo" anche perché "il fenomeno ha causato anche problemi di convivenza, per esempio nel Canton Ticino, e perfino di mobbing, senza considerare la strumentalizzazione politica come nel caso del referendum ' prima i nostri'.
ALFANO: RAFFORZARE LA COMUNITA’
Il Consiglio generale degli italiani all'estero, chiamato a formulare una proposta della rappresentanza italiana all’estero da consegnare al governo, durante il secondo giorno di Assemblea plenaria alla Farnesina (30 marzo) ribadisce che qualunque proposta di riforma degli organismi di rappresentanza di base e di sintesi non può prescindere dall'attenzione alle profonde differenze nella composizione delle comunità e nell' effettivo esercizio della cittadinanza e della discendenza italiana nei Paesi di residenza. "Siamo qui per ridefinire gli orizzonti di questo organismo - ha detto il segretario generale del Cgie, Michele Schiavone, accogliendo il ministro degli Esteri Angelino Alfano in chiusura della plenaria -, siamo sul punto di lanciare una proposta integrata affinché si avvii un nuovo percorso che guardi al futuro e recuperi un legame diretto con i nuovi emigranti". "I successi dell'emigrazione italiana si incastrano con il successo delle proposte del Cgie - ha detto Alfano -. L'obiettivo è rafforzare lo spirito di comunità attraverso la rappresentatività. Ho una certa empatia con questo organismo, vengo dall'estremo sud dell'Europa, da una terra di emigrazione". Nello specifico, la proposta di riforma del Comitato, descritta da Silvana Mangione, vice segretario del Cgie per i Paesi anglofoni extra Ue, chiede che il Comitato mantenga la sua natura di organismo di rappresentanza degli italiani all' estero nei rapporti con le autorità diplomatico-consolari italiane e con le autorità locali, nel pieno rispetto dei limiti posti dal diritto internazionale e dagli accordi fra Stati e abbia tre funzioni principali: Ombudsman - difensore civico della comunità nei confronti delle autorità italiane e, in collaborazione con il Consolato, nei confronti delle autorità locali, nel rispetto delle leggi locali, del diritto internazionale e degli accordi fra Stati; Antenna del Sistema Paese, nella circoscrizione diplomatico-consolare al fine del coinvolgimento delle forze produttive e associative della comunità nella proiezione estera dell'Italia, anche in collaborazione con il nuovo progetto di promozione dell' Italia lanciato dalla Farnesina. In questo ambito, il Com.It.Es. deve agire anche come promotore dell'insegnamento e diffusione della lingua e cultura italiana, a supporto e in sinergia con gli enti gestori, le scuole e Università locali, partecipando, per legge, alla elaborazione del Piano Paese; Centro di informazione, contatto e sostegno delle migrazioni e delle nuove mobilità. In base alla maggior parte dei contributi inviati da Com.It.Es., CGIE e associazioni, si ritiene inoltre necessario che sia stabilito il numero minimo di iscritti all' AIRE per la costituzione di un Com.It.Es. scegliendo fra il mantenimento degli attuali (3.000) e le proposte di elevazione a 5.000, 6.000, 8.000 o 10.000, ferma restando la possibilità di istituirne comunque almeno 1 nei Paesi di nuova emigrazione in Asia, Africa o in altri Paesi in cui non si raggiunge la soglia minima di presenze; il Com.It.Es. elabori una relazione annuale sulla situazione e le esigenze delle comunità nella propria circoscrizione con indicazione delle azioni di intervento da programmare per i successivi 3 anni, tenendo in considerazione che, oltre a favorire l' integrazione dei nuovi migranti, nei Paesi di più antica emigrazione il Com.It.Es. ha anche il dovere di occuparsi degli italo-discendenti e proteggerne i diritti attribuiti dalle leggi italiane e locali. Una proposta che deve tenere conto delle diverse esigenze degli italiani all' estero in un’ampia gamma di realtà economiche, politiche, sociali e culturali, dell'impatto della presenza parlamentare degli Italiani all'estero che richiede meccanismi tesi ad assicurare unità di intenti. Da tenere in considerazione anche l'esiguità delle risorse assegnate alle attività di Cgie e Comites e del costo della gestione delle elezioni per il rinnovo di questi ultimi. Sulla questione risorse si era alzato il "grido di dolore" del segretario generale del Cgie che ha sottolineato non solo la sottovalutazione della rappresentanza, tanto da chiedersi se l'Italia ritiene ancora importante il suo rapporto con gli italiani all' estero, ma ha fatto notare soprattutto che la cassa si sta svuotando: dopo la plenaria, rimangono appena 15mila euro. Oggi il nodo dei fondi troppo esigui è tornato alla ribalta nella discussione sul decreto 383 che disciplina la scuola italiana all' estero e in quella sull' internazionalizzazione del Sistema Paese. Presente anche Vincenzo De Luca, direttore generale per la Promozione del Sistema Paese del ministero degli Affari esteri: direzione che prenderà in mano le competenze in materia di insegnamento di lingua italiana all' estero, che prima erano invece della Direzione Generale per gli Italiani all' Estero. Con il decreto 383 che disciplina la scuola italiana all' estero "vogliamo aumentare la diffusione del sistema formativo all' estero, aumentare la promozione e consolidarla - ha sottolineato De Luca -. Noi ci siamo mossi prima dell'approvazione del decreto, abbiamo firmato accordi con Serbia, Georgia e ora proveremo con l'Argentina". A spiegare il decreto 383 è stata Laura Garavini, deputata del Pd eletta all' estero e relatrice del decreto in Commissione Affari esteri. "È un bel caso di attenzione del governo e un prezioso lavoro parlamentare che ha permesso di migliorare il testo del decreto. Abbiamo tenuto conto delle istanze poste da una ricca platea di interlocutori e devo ringraziare il Cgie per averci fornito proposte". "Questo intervento - ha proseguito la deputata dem - prevede un passo avanti e cioè il ripristino di un numero consistente di insegnanti di ruolo, non l'intero numero ma a partire dall'as 2018-19 saranno inviati all' estero 50 insegnati ruolo aggiuntivi rispetto ai 624 già previsti". Gli aspetti migliorativi, secondo Garavini, sono quelli di "aver riconosciuto la figura degli enti gestori, aver recepito gli aspetti importanti per le rappresentanze come il tener conto della programmazione triennale che favorisca un rapporto con gli enti locali, aver tenuto conto delle indicazioni dei Piani Paesi". E ancora: "La previsione di una cabina regia tra Maeci e Miur, la formazione propedeutica per gli insegnanti, un nuovo spazio alla contrattazione sindacale, la possibilità di volontari del servizio civile". Ma l'appello, lanciato dal consigliere Fernando Marzo, è di "fare attenzione strategicamente affinché le risorse vadano dove devono andare, agli istituti, alle università fuori dall' Italia che meritano grande attenzione. Nota dolente - secondo Marzo - è il ritardo nell' erogazione dei fondi agli enti gestori, organismi che lavorano in condizioni inaccettabili, una situazione deleteria per tutto il settore". Alla plenaria sono arrivati anche i saluti del parlamento europeo: "Noi abbiamo bisogno di voi - ha detto il vicepresidente David Sassoli - e non solo per le questioni amministrative ma perché il mondo si sta muovendo con un dinamismo e una perfida pericolosità e noi abbiamo bisogno di mettere in campo tutte le reti". "Vi aspetto a Bruxelles - ha detto Sassoli - per mettere in moto l'energia della comunità". Sul tavolo anche la tutela sociale e l'erogazione delle pensioni per gli emigrati. "Sono 800mila le pensioni in regime internazionale, di queste circa la metà è erogata all' estero, poco più del 2 per cento delle pensioni erogate dall' Inps, che possono sembrare poche ma per noi ha un carattere strategico - ha sottolineato il presidente dell'Inps Tito Boeri -. Il fenomeno delle pensioni erogate all' estero dall' Inps non è in diminuzione, ma in aumento in Europa, nell' est Europa e in Asia".
SCHIAVONE: IL NOSTRO COMPITO E’ TROVARE PROPOSTE CONCRETE
"I consolati non sono da soli autosufficienti nel garantire la rappresentanza all'estero, senza delle antenne locali noi non potremmo dare delle risposte alle nostre comunità, anche in modo sussidiario rispetto alle istituzioni locali. Oggi navighiamo a vista, dobbiamo essere coscienti che la situazione di oggi è difficile e frammentaria, per una crisi che mette anche in discussione diritti acquisiti per i 5 milioni di persone di passaporto italiano nel mondo: serve una attenzione e delle politiche rivolte a chi vuole mantenere un rapporto con l'Italia. Il Cgie è dunque chiamato a rispondere con proposte concrete, ed è anche merito di questo Cgie se oggi si comincia a parlare di un tavolo interministeriale". Lo dice il segretario generale del Cgie Michele Schiavone, nel suo intervento all'incontro con il Comitato per le questioni degli italiani all'estero alla Camera. "Dobbiamo tenere la barra dritta nei confronti di chi pensa che questo sia un organismo ormai desueto – ha sottolineato Schiavone -: non lo è e sono molto fiero di presiederlo ma dobbiamo inventarci gli strumenti per essere sempre in rete, perché incontrarci una volta all' anno per discutere dei massimi sistemi diventa difficile".
SCHIAVONE: FARNESINA RISCRIVA IN FRETTA DECRETI PER FONDI A ENTI GESTORI
"Sollecitiamo il ministero degli Esteri alla riscrittura dei decreti per far arrivare i fondi agli enti gestori il più in fretta possibile, perché è una questione che si ripete ormai all' infinito e i fondi sono sempre meno". Lo dice il segretario generale del Cgie Michele Schiavone, nell'incontro in Senato con il Comitato per le questioni degli italiani all'estero.
POLETTI: STATO E’ VICINO A CHI PARTE, NO A LETTURE UNIVOCHE
"C'è una dinamica nuova negli ultimi anni che va seguita per la sua caratteristica e diamo merito ai patronati per il lavoro di gestione svolto e del Cgie, c'è bisogno di qualcuno che dia una mano sul posto. Ci sono tante strumentazioni, forse lo sforzo che va fatto è costruire uno spazio in cui i vari strumenti possano lavorare tra loro. Bisogna che ci sia la consapevolezza che la mobilità oggi sia un fenomeno globale, mossa da motivazioni molteplici: se le leggiamo solo in una dimensione non comprendiamo bene la complessità del fenomeno". Lo ha detto il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, nell'incontro alla Camera con il Cgie su ‘Lavoro e mobilità’. "A ogni modo saremo sempre vicini a chi decide di partire, pronti a gestire le esigenze sul piano della preparazione e della formazione anche prima di partire. Dobbiamo poi avere la capacità di connetterci con le realtà in cui si va".
POLETTI: POLITICA INTERCETTI IL FENOMENO DELLA MOBILITA’
"Esiste un problema previdenziale e si occupabili' anche nella situazione, pur auspicabile, di un rientro in Italia di persone che hanno acquisito una competenza è una professionalità: dobbiamo essere capaci di creare un nesso tra chi parte e chi torna, ma noi siamo un paese con una grande esperienza in questo senso. Trovo sempre positivo che un giovane decida di provare una esperienza in un altro paese: l'importante è che sia una libera scelta, se invece è un vincolo allora bisogna rispondere creare le opportunità di lavorare e investire qui. Le politiche devono intercettare questi fenomeni". Lo dice il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, nel corso dell'incontro alla Camera con il Consiglio generale degli italiani all'estero.
PORTA: NUOVA EMIGRAZIONE IMPRESSIONANTE, CREARE COLLEGAMENTI
"Quello della nuova emigrazione è un fenomeno interessante, che quando in equilibrio è un elemento di crescita, ma che se assume degli elementi di stanzialità e di emergenza ci impegna ad osservarlo con più attenzione. I dati degli ultimi anni sono impressionanti, 4 o 5 volte più grandi di quelli ufficiali ai quali siamo abituati a credere: non centomila in un anno, ma anche quattro-cinquecentomila". Lo ha detto Fabio Porta, presidente del Comitato italiani nel mondo e promozione Sistema Paese della Camera, durante l’incontro, il 28 marzo alla Camera, con il Cgie sul tema 'Lavoro e flessibilità'. Per Porta "serve supporto, attenzione alle politiche lavorative, un collegamento con le camere di commercio all' estero e l'orientamento per il rientro in Italia. Esistono già i Comites e il Cgie e delle strutture come i patronati, l'idea è quella di istituire un tavolo permanente con il ministero del lavoro, e adottare anche alcune convenzioni".
PORTA: PIU’ ATTENZIONE AGLI ITALIANI NATI ALL'ESTERO
“Dovremmo prestare maggiore attenzioni agli italiani di seconda e terza generazione che sono nati all’estero, che potrebbero benissimo venire a lavorare o studiare in Italia, bisognerebbe creare delle convenzioni". Lo ha detto Fabio Porta, presidente del Comitato italiani nel mondo e promozione Sistema Paese della Camera, durante l’incontro, alla Camera, con il Cgie sul tema 'Lavoro e flessibilità'.
MANNHEIMER: ITALIANI ALL'ESTERO NON SOLO PER LAVORO
Solo il 41% di chi si è trasferito all'estero lo ha fatto per motivi di lavoro, mentre tra le altre motivazioni spiccano motivi familiari e anziani che vanno in paesi dove il costo della vita è più basso e la pensione "vale di più" (14%). E anche chi vive in Italia e pensa di partire lo fa essenzialmente "per vivere una esperienza diversa" (26%). Sono alcuni dei risultati di una ricerca effettuata da Renato Mannheimer per conto dei patronati italiani all' estero, i quali riscontrano secondo l'esperto sondaggista "un gradimento del 38%, che se fosse per una azienda non sarebbe niente male". La lingua è vista come il principale problema di una esperienza all' estero, nel quadro di quello che viene definita "una generale sottovalutazione delle difficoltà, ma anche il welfare e i meccanismi della fiscalità.
MICHELONI: SENZA CLIMA GIUSTO ESPERIENZA FINISCE E PERDE L'ITALIA
“Per una riforma della rappresentanza degli italiani all'estero "abbiamo perso molto tempo, se ora ripetiamo l'errore di guardare ognuno il proprio orticello, il rubinetto si chiuderà ancora di più e sarà finita: non servirà una legge per far finire Cgie, Comites e tutto quello che abbiamo costruito in questi anni, e a perderci sarebbe l'Italia. Se si crea il clima giusto, una legge si può fare in poco tempo". Lo dice il presidente del Comitato per le questioni degli italiani all'estero Claudio Micheloni, nell' incontro con il Cgie in Senato.
EMIGRAZIONE, MICHELONI (PD): TANTE DICHIARAZIONI MA POCHI FONDI
"Da troppo tempo ascoltiamo grandi dichiarazioni che fanno sperare in un futuro radioso per gli italiani nel mondo, ma la realtà dice che la rappresentanza del Cgie ha i fondi che bastano per fare una plenaria, i Comites versano in una situazione non molto più brillante, mentre oggi Amendola ha garantito lo stesso bilancio dell'anno scorso per i corsi di lingua e cultura anche se a me risulta ancora un buco di 3 milioni". Lo dice il presidente del Comitato per le questioni degli italiani all'estero Claudio Micheloni, nell'incontro con il Cgie in Senato.
FEDI (PD): INCONTRO SU LAVORO E MOBILITÀ UTILE OCCASIONE DI CONFRONTO
Si è svolto il 28 marzo alla Camera dei Deputati l'incontro dal titolo "Il lavoro e la mobilità" al quale ha partecipato il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti. "L'incontro, promosso dal Cgie e dal Comitato permanente sugli Italiani nel Mondo e la promozione del Sistema Paese della Camera, è stato un utile momento di confronto e di approfondimento su un tema che è frequentemente al centro del dibattito accademico e politico di questi ultimi tempi, seppure non sempre con analisi puntuali ed aggiornate - sottolinea in una nota il deputato eletto all' estero del Pd Marco Fedi - Credo, inoltre, che sia stata un'occasione per promuovere sulle problematiche del lavoro e delle nuove mobilità, che coinvolgono numeri sempre più significativi di cittadini italiani, un interesse della nostra comunità nazionale". "Nel mio breve intervento - spiega Fedi - ho svolto due considerazioni di ordine generale che ritengo necessarie per affrontare adeguatamente la problematica. La prima considerazione riguarda il contesto politico. Da questo punto di vista, ritengo doveroso contrastare, cominciando dall' Italia, le logiche nazionalistiche e i populismi che spingono alla chiusura: le nostre frontiere sono il mondo ed ogni scelta che limiti la libertà di movimento, la mobilità delle idee, delle persone, dei diritti e delle prestazioni - anche di sicurezza sociale, del lavoro e dello scambio culturale, economico, commerciale, è una scelta sbagliata. Gli italiani all' estero, stabilmente residenti o di nuova emigrazione o temporaneamente fuori dai confini nazionali, sono i migliori rappresentanti di una visione positiva della mobilità della conoscenza e dell'interscambio. Nel nostro lavoro - continua il deputato del Pd - ci troviamo ad affrontare quotidianamente le realtà dei Paesi di residenza dei nostri connazionali eppure, in molti casi, non riusciamo ad esprimere con doverosa forza le nostre preoccupazioni sulle scelte politiche che quei Paesi intraprendono, soprattutto in termini di limitazioni della mobilità, di nuove restrizioni in materia di cittadinanza, della piena portabilità di diritti sanciti dalla Costituzione, quando insomma non attuano un principio sul quale lavoriamo da anni: la piena parità di trattamento per gli italiani, in Italia e nel mondo. Con i regolamenti comunitari, ad esempio, in alcuni Paesi vengono rimessi in discussione i trattamenti assistenziali, che noi, in base agli stessi regolamenti comunitari, non esportiamo più in ambito UE. Succede così che i nostri connazionali in condizione di indigenza rischiano, in quei Paesi, di subire una ulteriore limitazione dei loro diritti. In questo ambito, - continua Fedi - ho l'impressione che spesso non si riesca ad assumere posizioni politicamente più incisive per il fatto che il nostro Paese risulti ancora deficitaria su questioni cruciali: dalla cittadinanza, ai trattamenti pensionistici fino all' accesso alla PA". "La seconda considerazione riguarda la sfera dei diritti pensionistici e previdenziali - sottolinea Fedi - Al Ministro Poletti ho posto la necessità che su queste materie vi sia da parte del governo una maggiore attenzione, sia per quanto riguarda gli aspetti più tradizionalmente legati all' emigrazione storica che per quelli riguardanti le nuove mobilità. Da questo punto di vista, è emblematica la questione PA e SPID che, proprio di recente, ha dimostrato una significativa lentezza a prendere atto della realtà attuale, fatta anche di italiani che lavorano ed operano all' estero. Ci sono poi questioni che, già da tempo, auspichiamo trovino risposte adeguate, come ad esempio i sistemi di verifica di esistenza in vita e pagamento delle pensioni. Al Ministro Poletti ho sottolineato - conclude Fedi - che sull' insieme delle questioni è possibile arrivare ad azioni positive attraverso una maggiore conoscenza dei fenomeni e un concreto coordinamento capace di monitorare l'evoluzione delle vecchie e delle nuove mobilità, sia sotto il profilo fiscale che sotto il profilo della sicurezza sociale ed ho auspicato, in conclusione, l'utilità di un tavolo di concertazione tra i ministeri del Lavoro, degli Affari Esteri e dell'Economia".
FEDI (PD): RISPONDERE CON AUTORITA' A CHI VUOLE FERMARE DIRITTI MOBILITA'
"Non si tratta solo del populismo di Trump, oggi molti paesi stanno mettendo in discussione la globalizzazione e con essa anche i diritti sociali legati alla mobilità. Un tavolo di concertazione non può riguardare solo il ministero del lavoro ma anche la Farnesina. Oggi i nostri connazionali che vanno all'estero rischiano di essere perseguitati dal fisco, se non iscritti all' Aire, e su questo anche il Parlamento deve intervenire. E dobbiamo essere incisivi anche nel pretendere il rispetto delle regole da parte dei Paesi di emigrazione". Lo ha detto il deputato del Pd Marco Fedi, eletto all'estero, nell'incontro tra Cgie e Cqie alla Camera.
FARINA (PD): RILANCIARE CGIE, CAMBIARE LA LEGGE SUL VOTO ESTERO
"Bisogna fare in modo che da oggi e per il futuro vi sia un rinnovato riconoscimento del Cgie, per far in maniera che le istanze di 5 milioni di italiani e forse più siano rappresentati: l'Europa corre una grossa crisi e in questa crisi i diritti dei cittadini comunitari sono messi in gioco. Il Cgie deve essere rilanciato e non possono esistere giustificazioni legati al suo finanziamento: la legge sulla circoscrizione estero va cambiata completamente". Lo dice il deputato del Pd eletto all'estero Gianni Farina, nell'incontro con Cgie e Cqie alla Camera.
DE LUCA: LOGICA INTEGRATA PER PROMUOVERE L’ITALIA ALL'ESTERO
"Stiamo ridefinendo, e non solo come Farnesina ma anche come governo, gli strumenti di promozione dell'Italia all'estero, non solo cultura e lingua ma l'Italia tutta" e per farlo è necessario "agire di sistema per valorizzare tutte le risorse". Lo ha detto Vincenzo De Luca, Direttore Generale per la Promozione del Sistema Paese del Maeci, intervenendo alla Farnesina alla plenaria del Consiglio generale degli italiani all'estero. De Luca punta quindi su "una promozione integrata per riunire i pezzi di uno schema di gioco unitario", una logica integrata "che si apre a tutto il sistema, coinvolgendo pubblico e privato".
LINGUA ITALIANA, GARAVINI: DECRETO 383 MIGLIORA L’OFFERTA ALL’ESTERO
Il decreto 383 sulla disciplina della scuola italiana all'estero "è un bel caso di attenzione del governo e un prezioso lavoro parlamentare che ha permesso di migliorare il testo del decreto in collaborazione con il governo. Abbiamo tenuto conto delle istanze poste da una ricca platea di interlocutori e devo ringraziare il Cgie per averci fornito proposte". Così Laura Garavini, deputata del Pd eletta all'estero, durante la plenaria del Consiglio generale degli italiani all'estero alla Farnesina. "Dopo anni per la prima volta siamo riusciti a pervenire a un primo intervento organico che tiene conto della pluralità dell'offerta presente", ha detto Garavini che ė stata relatrice in Commissione Affari esteri per il decreto 38. "Questo intervento - ha proseguito la deputata dem - prevede un passo avanti e cioè il ripristino di un numero consistente di insegnanti di ruolo, non l'intero numero ma a partire dall'as 2018-19 saranno inviati all'estero 50 insegnati ruolo aggiuntivi rispetto ai 624 già previsti.
PORTA: SEMPLIFICARE E POTENZIARE I TRE LIVELLI DI RAPPRESENTANZA
“In Amendola abbiamo trovato una persona disponibile, disposta a non fare nessuna riforma se non venga prima discussa con Comitese e Cgie. Dobbiamo semplificare e potenziare i tre livelli di rappresentanza, le richieste di risorse devono essere accompagnate da una forte proposta innovativa. Sarebbe un peccato sprecare questa occasione". Così Fabio Porta, presidente del Comitato Italiani nel mondo della Camera durante la plenaria del Consiglio generale degli italiani all'estero. "Rivendico il lavoro fatto in parlamento negli ultimi mesi in contatto con il Cgie concretizzato nella legge di bilancio che dopo anni bui ha costituito un'inversione di tendenza" ha detto Porta ricordando "l'aumento della quattordicesima ai pensionati italiani all'estero, soluzioni per i pensionati in Venezuela, le risorse alle camere di commercio e per la stampa specializzata".
PORTA: AGGIORNARE IL MODELLO DI RAPPRESENTANZA, SERVE CORAGGIO
"Sono rimasto colpito dal discorso di Mattarella e dal discorso del papa in occasione dei 60 anni dei Trattati di Roma. Il Papa ha esortato ad avere visioni lungimiranti e anche noi del sistema Italia nel mondo dobbiamo trovare il coraggio dei padri fondatori e riscoprire le nostre radici. Come l'Europa di oggi anche noi dobbiamo aggiornare nel presente il nostro modello di rappresentanza. Il mondo ė cambiato e mi fanno sorridere interventi di chi continua a guardare nello specchietto retrovisore". Così Fabio Porta, presidente del Comitato Italiani nel mondo della Camera intervenendo alla plenaria del Cgie alla Farnesina.
BREXIT, GARAVINI (PD): PRIORITA’ E’ LA TUTELA DEI DIRITTI
"La dichiarazione al Cgie del Vice Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, in merito all'esigenza che gli accordi tra UE e Gran Bretagna vedano come priorità la tutela dei diritti dei cittadini europei dopo la Brexit, è un segnale molto incoraggiante in vista della preparazione delle trattative sull' uscita del Regno Unito dall' UE". Così Laura Garavini, della Presidenza del PD alla Camera, commentando le parole del Vice Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, al CGIE. "In particolare, è da apprezzare la disponibilità dell'Europarlamento a dialogare con il Parlamento italiano e il CGIE, per individuare i temi più rilevanti da tenere in considerazione durante la trattativa. La giusta sinergia fra Parlamento europeo e istituzioni italiane in tema di Brexit può produrre risultati rilevanti, anche alla luce dell'inchiesta conoscitiva sugli effetti post-Brexit che, su proposta PD, abbiamo appena deliberato in Commissione Esteri alla Camera" ha concluso Garavini.
UN SITO PER RACCOGLIERE BUONE PRATICHE DEGLI ITALIANI ALL'ESTERO
La Commissione Nuove Migrazioni e Generazioni Nuove del Consiglio Generale degli Italiani all'Estero (CGIE) intende proporsi come luogo in cui raccogliere le buone pratiche (sociali, culturali, ricreative) che stanno cambiando la vita dei nostri connazionali emigrati negli ultimi decenni e dei giovani italiani nati all' estero. "La Commissione - si legge in una nota -, con il solo volontariato dei suoi componenti, non ha la possibilità di scandagliare i cinque continenti alla ricerca di buone pratiche, ma sicuramente possono essere proprio i cittadini, collegandosi al sito www.nuovemigrazioninuovepratiche.it, a segnalare quanto si sta muovendo dentro e fuori alle associazioni tradizionali, in contesti formali o informali, per migliorare e valorizzare la presenza di italiani all' estero". "Sappiamo - continua la nota della Commissione del Cgie - di gruppi di lettura in italiano per i più piccoli, di strumenti di accoglienza e accompagnamento per i nuovi migranti, di attività di mutuo soccorso per chi cerca lavoro e di iniziative culturali innovative per la promozione della lingua e della cultura italiana. Vogliamo dare voce a questi progetti, farli conoscere e stimolare, dal confronto reciproco, nuovi orizzonti di intervento. Sarà nostra cura, tramite i lavori della nostra istituzione, far conoscere alle massime cariche dello Stato i progetti più significativi. E' essenziale che, al di là dei luoghi comuni, si ribadisca la centralità dei cittadini italiani nel mondo e che sia ricordato che essere cittadini sparsi non fa di noi dei cittadini persi".
LOMBARDI: RIMETTERE IN LINEA LA RAPPRESENTANZA CON I CAMBIAMENTI
Per fare una proposta di riforma della rappresentanza italiana all' estero è necessario "rimettere questi organismi in linea con quello che il mondo è diventato, con quello che l'Italia ė diventata e con quello che la comunità italiana è diventata. Bisogna prendere atto di queste trasformazioni e vedere come si possono rispecchiare nella proposta che stiamo realizzando". Così Norberto Lombardi, consigliere del Cgie durante la plenaria del Consiglio generale degli italiani all'estero. "Dobbiamo riproporre la natura di questi organismi come organismi di rappresentanza - ha detto Lombardi - ma dobbiamo essere consapevoli che la rappresentanza, definita in una legge, si lega alla questione della cittadinanza".
MERLO (MAIE): MANCA UNA POLITICA PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO
"Nel dibattito sulla riforma della rappresentanza italiana all' estero è importante discutere su come influire nelle decisioni". Lo ha detto Ricardo Merlo, presidente del Maie, durante la plenaria del Consiglio generale degli italiani all'estero. "La situazione della rete consolare in America Latina è drammatica, gli stipendi dei contrattisti, in alcuni Paesi come l'Argentina, sono miserevoli. La colpa non è dei diplomatici ma del governo, e non solo di questo esecutivo ma anche di quelli precedenti. Già dal 2008 - ha continuato Merlo - i governi sono stati disastrosi per quanto riguarda gli italiani all'estero". Secondo il presidente del Maie "manca una politica per gli italiani all'estero. Noi abbiamo convocato per il 7 aprile una manifestazione pacifica davanti ai consolati". È necessario, secondo Merlo, "rinnovare la classe dirigente e avere il coraggio di fare una politica seria".
MANGIONE: RIFORMA RISPONDA AL CAMBIAMENTO DELL’EMIGRAZIONE
Per quanto riguarda la riforma della rappresentanza all'estero, secondo Silvana Mangione, vice segretario generale del Consiglio generale degli italiani all'estero per i Paesi anglofoni extra-europei, "serve una struttura di Comites e Cgie che risponda al cambiamento del tessuto dell'emigrazione, delle dimensioni territoriali, del numero degli iscritti all' Aire e della necessità che il Cgie diventi davvero un organismo di accordo e sintesi".
AL MAECI UNA SALA INTITOLATA A TREMAGLIA, CTIM: GIORNO DI FESTA
La proposta avanzata dai consiglieri del Comitato Tricolore per gli Italiani nel Mondo al Consiglio generale degli italiani all'estero, Arcobelli, Sangalli, Ciofi, per intitolare una sala del ministero degli Esteri alla figura del ministro Mirko Tremaglia, è passata a maggioranza. "Si tratta di un passaggio formale che legittima quello straordinario impegno profuso dal Ministro per gli Italiani nel mondo e fondatore del Ctim" si legge in una nota del Ctim. "E’ un giorno di festa - commenta il Segretario Generale del Ctim, Roberto Menia - il lavoro dei nostri consiglieri al Cgie è stato limpido e ficcante. E si inserisce nel solco del rispetto assoluto per una figura che, con il tricolore scolpito nel cuore, ha scelto di dedicarsi anima e corpo ai connazionali che hanno lasciato l'Italia".
MARZO: SU SCUOLE ITALIANE ALL'ESTERO ATTENZIONE A GESTIRE I FONDI
"Siamo riusciti a formulare i dovuti accorgimenti e delle correzioni da apportare" al decreto 383 sulla scuola italiana all' estero, "l'attenzione alla scuola italiana fuori dall' Italia c'è ed ė un fatto da salutare con positività. L'uso della lingua però è in recesso, nelle università non italiane le facoltà di italianistica sono in ristrutturazione, devono ridurre il numero dei docenti e quelli che ne soffrono sono i nostri connazionali. L'appello è di fare attenzione strategicamente affinché le risorse vadano dove devono andare, agli istituti, alle università fuori dall' Italia che meritano grande attenzione". Lo ha detto Fernando Marzo, consigliere del Cgie, durante la plenaria alla Farnesina. "Nota dolente - secondo Marzo - è il ritardo nell' erogazione dei fondi agli enti gestori, organismi che lavorano in condizioni inaccettabili, una situazione deleteria per tutto il settore. Auspico di instaurare una stretta collaborazione con il nuovo dipartimento per sanare i vuoti degli ultimi anni e ripristinare il canale dei contributi, il rispetto delle scadenze, e ritornare ai livelli di qualche anno fa".
DOLZADELLI: STATUTO FRONTALIERI PROPEDEUTICO A INTERVENTO UE
"Stiamo parlando di un fenomeno in costante aumento, che riguarda per l'Italia circa 90mila persone, oltre 70mila delle quali in Svizzera, ma anche in Francia, Austria, Slovenia, Croazia. L'apertura di una discussione su uno Statuto dei lavoratori frontalieri è propedeutica a un intervento europeo". Lo dice Mirko Dolzadelli, illustrando al Cgie la mozione sullo statuto dei frontalieri. "Il fenomeno ha causato anche problemi di convivenza, per esempio nel Canton Ticino, e perfino di mobbing, senza considerare la strumentalizzazione politica come nel caso del referendum ' prima i nostri'. "E' un fenomeno anche bilaterale, nel senso che a fronte di 90mila italiani che vanno a lavorare all' estero, ce ne sono almeno 10mila che da fuori vengono in Italia. E' per questo che lo Statuto dovrebbe avere una rilevanza europea" ha aggiunto Dolzadelli.
STABILE: RICREARE EMOZIONALITA’ VERSO IL LUOGO D'ORIGINE
"Se non riusciamo prima di tutto a creare quell'emozionalità che faccia tornare i nostri connazionali ad innamorarsi dell'Italia e delle nostre regioni rischiamo di creare degli eventi che nascono e muoiono in una giornata. Dovremo far sì che i nostri connazionali siano costantemente coinvolti e che possano un giorno ritornare nelle loro regioni d' origine. Pertanto è importante che le consulte possano lavorare in stretta sinergia. Lo dice il consigliere argentino del Cgie Giuseppe Stabile.
GRECO: LA CALABRIA CREDE NEL COORDINAMENTO PER NUOVE POLITICHE
"Sposo in pieno l'idea della necessità di un coordinamento, perché non ci siano tante piccole iniziative scoordinate da parte delle Regioni. La Calabria ha fatto passi da gigante negli ultimi mesi, con l'istituzione della consulta regionale dei calabresi nel mondo: stiamo mettendo su un progetto di temporary store dei prodotti calabresi nel mondo, per unire le politiche regionali con quelle della consulta, perché abbiamo un export quasi inesistente. La Calabria c'è e ci crede, stiamo mettendo su un legame molto forte con le camere di commercio nel mondo. Auspichiamo che un coordinamento rilanci le nuove politiche di emigrazione, deve esserci un cambio di marcia". Lo dice l'assessore calabrese Orlandino Greco, parlando al Cgie.
RICCI: INVERTIRE LA ROTTA SUI FLUSSI MIGRATORI IN UE
"C'è un problema in Europa, che consiste nel tentativo di accaparramento da parte di alcuni paesi, come la Germania e la Gran Bretagna prima della Brexit, di forza lavoro qualificata proveniente dall'interno dell'Unione. Questi paesi, anche a fronte di un decremento della natalità, incentivano gli arrivi dal Sud dell'Europa, e questo alla lunga potrebbe portare a un peggioramento della condizione lavorativa in Italia: sarebbe necessaria una inversione di rotta nei flussi migratori, e intrattenere dei rapporti con chi parte in vista di un futuribile ritorno". Lo ha detto il consigliere del Cgie Rodolfo Ricci nell'incontro alla Camera con il Comitato per le Questioni degli italiani all'estero.
PINNA: DA MANTICA IN POI TUTTI UNITI, INSIEME PER INVESTIMENTI
"Abbiamo avuto un sottosegretario, Alfredo Mantica, che ha avuto un grandissimo pregio, quello di unirci tutti, da destra a sinistra, nella lotta contro di lui e le sue politiche. Ma va detto che anche chi lo ha seguito dopo non ha fatto meglio: dobbiamo continuare così per far capire a chi sta nella stanza dei bottoni che un euro investito per noi equivale a un ritorno di mille". Lo dice Riccardo Pinna, consigliere Cgie, nell'incontro in Senato con il Comitato per le questioni degli italiani all'estero.