Quella della rigenerazione urbana “è una esigenza funzionale alla trasformazione dell’attività edilizia. Sempre meno c’è bisogno di bifamiliari o di nuovo in periferia e sempre di più c’è bisogno di trasformare quello che c’è già dandogli una qualità maggiore e consentendo quindi di evitare una ulteriore impermeabilizzazione del suolo e una ulteriore cementificazione”. Lo dice a 9colonne l’ex ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, presidente dell’Associazione Transizione Ecologica Solidale, presentando le sue proposte per il consumo del suolo e rigenerazione urbana. “Una parte importante dell’impresa edile ha compreso questa esigenza – spiega Orlando - e si tratta di dargli degli strumenti: la normativa è più indietro rispetto a quello che sta succedendo, credo sia importante muoversi velocemente perché molte delle cose che sembravano lontane 10 anni oggi si stanno manifestando con tutta la loro forza. Penso ai cambiamenti climatici, al dissesto idrogeologico, alle catastrofi naturali che sempre più frequentemente colpiscono le comunità e che non sono colpa del destino ma dell’incuria e della incapacità di agire tempestivamente”. La proposta presentata da Orlando riprende il dl sul consumo del suolo già passato al Senato nella scorsa legislatura, ripreso a sua volta dal ddl Muroni, integrandolo e aggiornandolo mantenendo fermo il termine del 2050 per la stop totale al consumo di suolo. Nel frattempo però, si prevede una riduzione progressiva, declinata attraverso la progressiva perdita di capacità edificatoria oltre i termini prestabiliti o nelle dimensioni già programmate. Si prevedono inoltre misure di semplificazione procedurale e di incentivazione economica per il riuso e la rigenerazione urbana e al contempo incrementi del contributo per il permesso di costruire. Le Regioni avrebbero la possibilità di intervenire secondo le proprie prerogative. “Oggi – ha spiegato il giornalista ambientale Antonio Cianciullo – consumiamo 2 metri quadri di suolo al secondo contro gli 8 di qualche anno fa, è un segnale positivo ma non sufficiente, perché dagli anni 50 abbiamo triplicato il consumo del suolo portandolo al 7,6% contro un 5% di media europea. C’è la necessità di abbinare la questione del consumo del suolo alla ripresa economica puntando tutto sulla riqualificazione”.
(Sis)
(© 9Colonne - citare la fonte)