In risposta agli attacchi sempre più frequenti alle libertà di pensiero, espressione e ricerca contro studiosi e studiose nel mondo, le università italiane fanno fronte comune e danno vita alla sezione italiana della rete internazionale Scholars at Risk (SAR). Nel mondo Scholars at Risk opera da dieci anni e sostiene chi non ha più la possibilità di fare ricerca e insegnare nel proprio paese a causa di minacce, intimidazioni, arresti e violazioni palesi dei loro diritti fondamentali.
Domani, martedì 19 febbraio alle ore 12.00 in Aula Nievo di Palazzo Bo, via VIII febbraio 2 a Padova, verrà formalizzata la costituzione della rete di SAR Italia, che comprende quattordici atenei firmatari (Università di Padova e Trento, promotrici dell’iniziativa, l’Istituto Universitario Europeo, Magna Charta Observatory, la Scuola Normale Superiore, le Università di Bologna, Brescia, Cagliari, Macerata, Milano, Siena, Torino, Trieste e Verona). Il documento sarà siglato, alla presenza di Sinead O’Gorman - Direttrice di Scholars at Risk Europe, da Rosario Rizzuto, Rettore dell’Università di Padova, Paolo Collini, Rettore dell’Università di Trento, e dai delegati delle università aderenti.
SAR Italia intende favorire un coordinamento nazionale volto alla realizzazione di iniziative congiunte a tutela di studiosi a rischio - e della libertà accademica in generale - attraverso attività di accoglienza, sensibilizzazione, ricerca e advocacy. Diverse università nel mondo hanno nel tempo preso coscienza della necessità di fornire risposte a questa situazione, promuovendo strategie collaborative di protezione verso accademici a rischio, come evidenziato dalle attività portate avanti dalla rete internazionale Scholars at Risks (SAR).
SAR SAR nasce all'Università di Chicago nel 1999, da allora decine di università hanno aderito alla rete e hanno contribuito a difendere migliaia di studiosi in tutto il mondo. Dal 2005, SAR e i partner collegati si sono strutturati in "sezioni" e "reti" costruendo una comunità globale impegnata ad aiutare gli studiosi e a promuovere la libertà accademica ovunque. (red – 18 feb)