di Paolo Pagliaro
"Churchill è la prima persona che mi ha spiegato in modo molto semplice una cosa che credo non si dica quasi mai, ovvero che l’Europa nasce come progetto di pace, per evitare la terza guerra mondiale". Così Carlo Gabardini - scrittore e drammaturgo – racconta la genesi del suo interesse per lo statista inglese, un affetto da cui è nato prima lo spettacolo teatrale “Winston vs Churchill” con Giuseppe Battiston e Maria Roveran, poi il libro “Churchill il vizio della democrazia”, pubblicato da Rizzoli. E’ un racconto vivace e non convenzionale che ci fa conoscere colui che ha salvato l’umanità dall’autodistruzione durante il terribile trentennio 19151945 e che incarna il primato della politica con la P maiuscola. E che dunque ha ancora moltissimo da dire proprio a noi che oggi annaspiamo in un’assenza di politica sensata e soprattutto lungimirante.
Churchill si rivolterebbe nella tomba se vedesse che il suo paese sta cerando di uscire dall’Unione di tutti gli europei per un’avventata valutazione di un plebiscito, permeato e distorto da evidenti menzogne e fantasie. Questo scrive un altro inglese, Sting, che introduce con un appello - “Esorto il mio paese a ripensarci” - una lunga intervista del governatore toscano Enrico Rossi con Antonio Pollio Salimbeni. Nel libro pubblicato da Castelvecchi con il titolo “Non basta dire Europa”, Rossi dà una lettura limpidamente di sinistra della crisi democratica e sociale dell'Unione, prospettando un'agenda socialista per i prossimi cinque anni. La prefazione è firmata da Frans Timmermans, il politico olandese candidato del Pse alla presidenza della Commissione Europea. Non ci sono solo Orban e Salvini nel gioco delle alleanze e della affinità transnazionali.
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