Agenzia Giornalistica
direttore Paolo Pagliaro

UN BAMBINO SU CINQUE
VIVE IN ZONE DI GUERRA

UN BAMBINO SU CINQUE <BR> VIVE IN ZONE DI GUERRA

Cento anni di storia segnati da emergenze umanitarie, in Italia e nel mondo, rimaste impresse nella memoria collettiva e in cui a pagare il prezzo più alto sono i bambini. Ieri come oggi, dalle due Guerre Mondiali alla tragedia dei bambini del Biafra, dai conflitti in Vietnam e nella ex Iugoslavia al genocidio ruandese e alla terribile carestia degli anni '80 in Etiopia, sino ad arrivare agli orrori dei giorni nostri in Siria e in Yemen. Conflitti e disastri naturali, carestie, siccità, epidemie e povertà che rappresentano le sfide più grandi che ancora oggi mettono a repentaglio l’infanzia e il futuro dei minori. In occasione delle celebrazioni per il centenario dalla sua fondazione, che avvenne nel 1919 proprio per portare aiuto alle vittime del primo conflitto mondiale, l’organizzazione ha lanciato in occasione di un incontro presso il MAXXI di Roma, dal titolo “Tutti giù per terra”, alla presenza del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la campagna globale “Stop alla guerra sui bambini”. La denuncia di Save the Children arriva attraverso i dati del nuovo dossier dal titolo “La Guerra sui bambini”: ancora oggi 1 minore su 5, pari a 420 milioni di bambini, vive attualmente in aree di conflitto, un numero in crescita di 30 milioni rispetto al 2016, che è raddoppiato dalla fine della Guerra Fredda ad oggi.

Nonostante gli enormi progressi che il mondo ha compiuto negli ultimi decenni per i bambini - dal dimezzamento della mortalità infantile alla vittoria contro la poliomielite che negli anni ’70 uccideva mezzo milione di minori ogni anno - oggi più di 1 bambino su 2 è minacciato da guerre, povertà e discriminazioni. In particolare, circa 5,4 milioni di bambini sotto i 5 anni perdono la vita ogni anno a causa di malattie facilmente curabili e prevenibili, mentre in Africa subsahariana e in Asia si calcola che fino a 500 milioni di persone siano attualmente esposte agli effetti dei cambiamenti climatici, spesso costrette ad abbandonare le proprie terre. Nel 2017 sono oltre 10mila i bambini che sono rimasti uccisi o mutilati a causa di bombardamenti, mentre si stima che almeno 100mila neonati perdano la vita ogni anno per cause dirette e indirette delle guerre, come malattie e malnutrizione. Ben 27 milioni di minori nel mondo sono tagliati fuori dall’educazione perché le loro scuole sono state distrutte, danneggiate o occupate e oltre 1 miliardo di loro vivono in contesti dove ogni giorno sono costretti a fare i conti con la povertà, anche nei Paesi più avanzati come l’Italia dove attualmente 1,2 milioni di minori si trovano in condizioni di povertà assoluta. Nel solo 2017 si sono registrati oltre 1400 episodi di bombe sulle scuole. In Yemen, su un totale di 16mila scuole, alla fine del 2017 almeno 256 scuole sono state totalmente distrutte a causa di bombardamenti aerei, 1.413 sono state parzialmente danneggiate e 686 sono state utilizzate come abitazione dalle migliaia di persone sfollate. Nel Paese sono più di 2 milioni i bambini fuori dal sistema educativo e due terzi degli insegnanti non ha ricevuto uno stipendio regolare negli ultimi 2 anni. (Red - 13 mag)

(© 9Colonne - citare la fonte)