di Paolo Pagliaro
Per la prima volta contendibile, l’Emilia Romagna è da oggi teatro di una campagna elettorale che riesuma i fasti dell’antico bipolarismo, con la destra da una parte, il centrosinistra dall’altra e nessuna terza forza a lucrare un rendita che sarebbe stata garantita in caso di ballottaggio. Ma alle regionali il ballottaggio non c’è e i 5 Stelle pare siano orientati a non presentarsi.
La campagna elettorale si apre di fatto questa sera con Matteo Salvini che punta a riempire il Paladozza di Bologna e i suoi 5570 posti per lanciare la candidatura di Lucia Bergonzoni. Il tutto esaurito è alla portata di Salvini, che sul palco avrà al suo fianco anche i governatori di Veneto, Friuli, Lombardia, Trentino e la neoeletta presidente dell’Umbria, Donatella Tesei.
La risposta del Pd non si farà attendere perché da domani a domenica, in luoghi diversi del capoluogo emiliano, è in programma una kermesse con rappresentanti di imprese e sindacati, sindaci e associazioni, parlamentari ed esponenti del governo.
Il titolo - “Tutta un’altra storia” - allude alle nuove categorie di cui la sinistra dovrà dotarsi per affrontare i problemi posti dalla rivoluzione digitale e dell’impatto della crisi sulle democrazie. Oltre a Zingaretti e al padrone di casa Bonaccini, ci saranno tra gli altri Fabrizio Barca, Vincenzo Boccia, Ilaria Cucchi, Enrico Giovannini, Maurizio Landini, Vito Mancuso, Stefano Massini, Giuseppe Sala, Chiara Saraceno. Ci sarà il debutto della fondazione culturale del Pd presieduta da Gianni Cuperlo.
Domenica i Democratici cambieranno anche il loro Statuto, forse perché consapevoli che dopo dodici anni e sette segretari le primarie da sole non bastano più e anche il Pd, come il governo, deve decidere quale sia la sua vera anima.