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Cetacei, felini e umani
tassonomia di una crisi

Cetacei, felini e umani <br> tassonomia di una crisi

di Arnaldo di Latebiosa

(19 dicembre 2019) Nei principali quotidiani si legge fra le misure recentemente adottate per Taranto “protezione per i cetacei e sanità gratuita in caso di patologie da inquinamento”. È in effetti doveroso, accanto alla salute umana, salvaguardare quella anche animale, ma un minimo di tatto avrebbe suggerito almeno di invertire le priorità, se proprio era impossibile tenerli in altro modo distinti, i due regni. Inoltre per uomini e cetacei il pacchetto salute, ci si permetta di semplificarlo così, era collocato in fondo in fondo alla notizia, all’ultimo rigo, e collegato alle restanti misure da un ‘anche’ e un ‘tra’: “Tra le misure” ecco più precisamente la formulazione “anche la protezione dei cetacei e l’esenzione dal ticket per la diagnosi di malattie legate all’inquinamento”.

A parte che in merito all’esenzione dal ticket si menziona la sola diagnosi, mentre del trattamento nulla si dice, ciò su cui i quotidiani avrebbero potuto almeno fornirci chiarimenti, a parte questo, si diceva, e messi un momento da parte i cetacei, nelle suddette misure per Taranto viene da chiedersi cosa mai ci sia di prioritario, rispetto addirittura alla salute umana, tanto da relegare quest’ultima a mera appendice come tradisce la locuzione ‘tra le misure, anche’.

Apprendiamo inoltre che il Governo si farebbe altresì carico del ricollocamento degli operai ILVA in esubero, mediante agevolazioni fiscali per chi volesse assumerli. Difficile tuttavia immaginarlo, per metalmeccanici di lungo corso, un ricollocamento, salvo forse che nuovamente nella metallurgia, e quindi, esclusa ovviamente ILVA, nel relativo indotto, che di rado procede ad assunzioni, quando quella licenzia. Ma poniamo per assurdo un oste, un negozio di calzature, un birrificio o simili i quali, attratti proprio dalle agevolazioni fiscali, assumano l’ex-operaio ILVA. Costui si sentirebbe indubbiamente sollevato, ma si sentirebbe al contrario abbattuto il disoccupato qualunque, che su quello stesso lavoro magari altrettanto contava. È infatti pure difficile immaginare che, contraendosi ILVA, gli altri settori invece si espandano, a Taranto, così che sul poco lavoro comunque disponibile si scatenerebbe una guerra fra disperati.

Una guerra a colpi di incentivi, da parte degli ex-ILVA e, probabilmente, di contrattazione salariale al ribasso, da parte di chi degli incentivi ILVA è invece privo. Per scongiurarla, la guerra fra disperati, i Cinque Stelle le tanto annunciate norme sulla retribuzione oraria minima le hanno infine portate all’approvazione? Il tutto senza calcolare l’ipotesi, certo beffarda ma vedano i lettori quanto irreale, in cui in precedenza un posto all’ILVA quel disoccupato qualunque se l’era visto soffiare proprio dall’ormai ex-operaio, raccomandato all’epoca dallo zio e ora in buona sostanza dal Governo Conte.

Per fortuna, fra tanta amarezza, nella stessa pagina online stava un video amatoriale così commentato “Il micio scopre la telecamera: l’effetto è esilarante”. Eh sì, felini a parte, di un sorriso ci sarebbe veramente bisogno, e agli abitanti di Taranto vorremmo donarlo, dopo che ai cetacei, beninteso.

adlatebiosa@gmail.com

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