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Diego Abatantuono
e la frugalità perduta

Diego Abatantuono <br> e la frugalità perduta

di Arnaldo di Latebiosa

(7 gennaio 2020) In uno spot natalizio veniamo invitati alla raccolta differenziata, nella fattispecie della plastica alimentare, di cui ridurre l’ingombro, ovviamente accartocciandone il vuoto. Un gesto siffatto, ci viene spiegato, è in grado di fare la differenza: ‘differenza’ e ‘differenziata’ anzi nello slogan vengono tenute una accanto all’altra, suggerendo che ai fini della prima la seconda si rivela decisiva.
Decisivo è molto dire; comunque, nella misura in cui la salvezza del pianeta è rimessa ai giochi di parole, aggiungiamo a titolo gratuito che attraverso la raccolta differenziata si combatte l’indifferenza!
Dallo spot giunge tuttavia altresì il contraddittorio invito ad accumularla, la plastica ed ogni altro consimile rifiuto, almeno al ritmo finora seguito, invito che più esplicito sarebbe difficile immaginare: una tavola natalizia imbandita, vino rosso nei calici, abiti curati, e tutt’intorno nella stanza uno scintillio di ghirlande e regali, sfocato per giunta, l’appagata disattenzione del fine d’anno, e come testimonial Diego Abatantuono di cui, ce lo si vorrà concedere, la corporatura a stento evoca frugalità.
Insomma dopo la visione sarà forse scusato un autentico ambientalista se, anziché la plastica, proprio lo spot vorrebbe vedere accartocciato, e smaltito come rifiuto altamente tossico, allucinogeno, lo scintillio dei regali gli apparirebbero infatti artificiali, paradisiaci, suggerirebbe il gioco di parole, come ambientazione, rispetto all’inferno della devastazione da lui quotidianamente constatata al di fuori delle mura natalizie. Fra l’altro si trova riunita ogni generazione, attorno alla tavola imbandita dello spot, giovani quindi compresi, ma l’ultima parola spetta alla lunga barba bianca di Diego Abatantuono, una specie di Babbo Natale pagano, o meglio sacrilego, dal punto di vista ambientale, che dal capotavola implicitamente rassicura: fermo beninteso il gesto di accartocciare la bottiglia, tutto continui come finora.
Difficile quindi immaginare anche un messaggio più esplicitamente anti-Greta, la cui riscossa parte infatti anzitutto dai coetanei, a modificare il comportamento a monte, cioè ridurre consumi prima ancora che smaltire rifiuti. Ma stia tranquilla Greta, manco dopo scolati tutti i calici di vino disposti sulla tavola un giovane, in Italia, crederebbe ad una così impegnativa promessa come la salvezza del pianeta pronunciata dalle labbra di chi, la generazione rappresentata dal popolare attore, neanche è riuscito a garantire loro un posto di lavoro. Una generazione per giunta affetta da provincialismo ogni oltre limite, cioè che nell’attuale variegata composizione della società italiana, neanche è riuscita ad aprire la porta il giorno di Natale a qualcuno con la pelle dal colore diverso che bianca, come evidente nello spot.

adlatebiosa@gmail.com

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